Sono 53378 anni che non recensisco qualcosa di tuo, ma non credere che non ti abbia seguito; ogni giorno controllo se hai aggiornato qualcosa!
La mia pigrizia è estrema, è questo il problema!
Quindi non mi metto mai lì a raccogliere due idee per recensire.
Detto questo... mi permetto di rispondere alla tua risposta alla recensione precedente: sono d'accordo con te, a volte accade di pensare che, ipoteticamente, sarebbe stato meglio non conoscere chi invece ha passato enormità di tempo con noi e, magari, ci ha delusi, traditi, o che so io, abbandonati perché la vita ha voluto così.
In particolare, mi viene da pensare a tutte quelle persone conosciute, chessò, durante le scuole (e con cui quindi abbiamo passato molto tempo), ma che ormai non sentiamo più, o a cui, se un giorno ci incontrassimo, non sapremo nemmeno cosa dire, se non che università frequentiamo o che lavoro facciamo.
La mia visione della vita in questo senso è sempre malinconica, perché chiunque noi incontriamo, rimane comunque parte di noi (intendo ovviamente chi impariamo a conoscere, o chi impara a conoscere noi). Chissà, magari anche a loro, a volte, capita di ripensare a noi, di chiedersi che fine abbiamo fatto, eccetera.
D'altra parte, è troppa la gente con cui veniamo a contatto, perciò non possiamo pretendere di continuare a sapere tutto di tutti.
Inoltre, ci sono quei "conosciuti" che vorremmo fossero rimasti "sconosciuti" per non sentirne la nostalgia; ma ci sono anche quei "conosciuti" che non ci fanno né caldo né freddo, e con cui abbiamo condiviso esperienze, ma senza che oltrepassassero il gradino della necessità di rivederli. Sono un po'... "conosciuti sconosciuti", citando - forse impropriamente - il titolo di una puntata di Dr. House.
Spero di essere stata almeno un po' chiara... quello che ti voglio dire è che è una buona riflessione, quella che hai fatto su questo tema, e non solo per la correttezza e la fluidità del discorso, ma anche perché mi tocca personalmente.
Brava! |
