Davvero non ho ancora recensito questa tua drabble? Shame on me, e pongo subito rimedio!
Allora: alcune canzoni di Fabrizio De Andrè riescono a provocarci grandissime emozioni, come quella che tu hai inserito in questa fic. Trovo straziante ed emozionante il rapporto fra Jeanne e Francis: il francese si trova dinnanzi agli ultimi istanti di vita della sua cara eroina, e non può fare altro che assistervi impassibile. L'unica cosa che gli è concesso di fare, è starle vicino con la sua pressenza, affinchè non muoia sola!
Brava Ayacchan!
Bisous,
~reilin
[Questa recensione partecipa all'iniziativa Recensioni d'Autunno 3D di maridichallenge @ livejournal.com]

Oh mio Valo...mi hai lasciato spiazzata L'ultima frase è stata a dir poco, emozionante/sorprendente/emozionante. "Lui però in questo si sentiva consolato:lei non era morta sola"
cacchio..è...è...WOW
Non so perché...ma in meno di cento parole mi hai davvero colpita.
In fondo penso che i francesi abbiano sofferto di brutto la morte della loro eroina che tanto aveva fatto per la nazione. Alla fine Giovanna d'Arco piaceva anche a me...per essere una donna del Medioevo era davvero tosta.
Songfic fichissima!

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Mi perdo un momento e quando arrivo noto questo tuo piccolo capolavoro.
Innanzitutto, conoscendo poco del buon Fabrizio De Andrè, questa canzone non l'avevo mai ascoltata: però questi versi, accidenti, calzano alla perfezione.
E mi è piaciuta moltissimo la frase finale. Francis morì quello stesso giorno, cioè, lo trovo tristemente vero e perfetto. E le rose, i fiori prediletti di Francia, mioddio, tu mi vuoi far piangere, lo so! Ma diamine, è talmente bella e intensa nelle sue poche ma ben scelte parole, che... Che mi lascia un po' senza parole.
Riuscirò a recensire centocinquanta insieme, ce la farò! Intanto perdonami per il ritardo.
Un bacio, complimenti davvero. :D
Jo

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In primis complimenti per aver inserito nella storia i versi di una delle più belle canzoni del mai abbastanza compianto Faber, ma venendo alla storia, posso dire di averla trovata ben scritta e con un messaggio a mio avviso piuttosto profondo, la persistenza del ricordo verso quella persona così importante nel suo passato, dapprima idolatrata e poi ceduta al nemico (per volere del suo "superiore" dell'epoca, l'imbelle Carlo VII), di fronte a questo processo- farsa e alla crudele condanna, è chiaro che l'animo di Francis non può non sentire una fitta, certamente maggiore di quella provocata dalle spine, che s'estrinseca nella contestazione (lucida anche se nello sfondo di uno stato di profonda disperazione) all'ultimo verso di De Andrè.
Per riassumere: la storia mi sembra davvero carina, complimenti.

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