Mi dispiace così tanto essermi lasciata sfuggire questa poesia, perchè sono rare, ormai, nella tua pagina, arrivano sempre più a singhiozzi e sono sempre più, come dire, stanche. Sempre bellissime, sempre profonde, sempre sentite, ma stanche. E questa stanchezza non la vedo solo nella tua poesia, ma anche nel fatto che è dal 19 aprile che non ci delizi con la tua presenza, che non ci ricopri delle tue splendide parole. Mi manchi. E lo dico davvero. Mi piace immensamente leggere le tue poesie e provare ad interpretarle, perchè so che tu leggerai le mie interpretazioni e penserai: cavolo, è proprio vero, e ne sarai felice; oppure: no, qui ha sbagliato, e mi scriverai per correggermi. E mi piace questo.
Ma in questa poesia, non si può che leggere quello che c'è scritto. Non ci sono mezzi termini, non ci sono immagini particolari, c'è solo la fredda e dura spontaneità: So cos'è l'amore. E non ti amo. E' pesante, davvero pesante. Sai cos'è l'amore? Lo sai davvero? Io dico di sì. E sai perchè? Perchè una persona che scrive poesie così belle, non può che essere stata scottata, se non completamente bruciata dall'amore.
E' triste questa poesia, molto triste. Triste com'è triste ogni disillusione, ogni rottura della finzione scenica. Ecco, mi sembra di leggere, in questo tuo componimento, la fine di un'opera teatrale: Mento a me ogni giorno, mento a voi da anni. E' bello, davvero bello, ma contemporaneamente è triste, tristissimo.
Spero che tu scriva ancora, che tu continui a donarci le tue poesie. Spero che tu sia ancora presente sul sito, per leggere questa mia recensione. Spero di poter continuare ad amare le tue parole.
A presto, spero. |