Recensioni per
Fuorilegge
di Harriet

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
12/07/11, ore 17:20
Cap. 1:

[Tifa_Lockheart90]
Ciao! Eccomi qui pronta a recensire le tue storie come premio per essere arrivata prima al "SacrificeContest". Fra le tre questa è quella che ho letto con più gusto e (come nel caso di "Riusciremo a riprenderci il sole") ho letto più volte alla ricerca di simbologie, interpretazioni e allusioni. Sei ufficilamente la mia scrittrice preferita perché non solo hai uno stile semplice ed efficace, chiaro e preciso, ma hai questa straordinaria capacità di creare delle verie e proprie simbologie che a primo impatto sembrano solo frutto della tua fantasia ma, procedendo con un'analisi più approfondita, è evidente che nascondi dietro ai tuoi personaggi, dietro alle scenografie, dietro ai contrasti di luci e dietro alle parole, dei veri e propri significati di vita. é vero per "Riusciremo a riprenderci il sole" ed è vero anche per "Fuorilegge".
Dal titolo mi aspettevo già una qualche storia di cowboy, ambientata nel far west, ma ovviamente mi sbagliavo (mai giudicare il libro dalla copertina, ma in questo caso, mai giudicare una storia dal titolo).

L'ambientazione è disordinata, caotica e fatiscente. Semplicemente reale. Un posto dimenticato da Dio, se vogliamo essere precisi. La locanda è un posto buio, oscuro, dove vi si incontrano i personaggi più strani e bizzarri, soprattutto i fuorilegge. Oserei aggiungere che è l'ultimo rifugio dei senzadio, di chi ha commesso peccati così gravi da meritare la morte, di chi ha perso tutto e ritorva lì un briciolo di umanità tra un pasto servito e l'altro, un purgatorio nel quale si fermano le anime in pena prima del giudizio divino. Eh già, non mi sono sfuggiti i riferimenti religiosi XD.  
E poi ci sono i locandieri: gran lavoratori che si disinteressano di ciò che li circonda. Hanno la loro attività e non si immischiano in affari giudiziari e poi ci sono clienti tra cui questo misterioso fuorilegge dai troppi nomi e dalle doti culinarie ammirevoli.
Non potevi rendere una rappresentazione migliore del Salvatore. Un fuorilegge scacciato dalla sua stessa casa/chiesa ma con la forza di commentare con ironia "Ogni tanto capita anche questo" come a voler dire che è una cosa normale che chie predica il suo verbo lo cacci fuori dalla chiesa. 
Straordinaria la conclusione che riassume il mistero della resurrezione, accompagnato da una luce che, finalmente, illumina il vecchio locale.
Ci sarebbero tante cose da dire a proposito di questa storia, ma finirei per scrivere un saggio breve (che poi tanto breve non sarebbe). i basti sapere che è semplicemente unica, bellissima e piena di significato. Ti ammiro molto per questa tua strordinaria capacità di parlare di temi grandi nascosti in scenografie semplici e apparentemente senza senso. 
Ti rinnovo i miei complimenti.
Tifa

Recensore Veterano
03/05/11, ore 01:00
Cap. 1:

Meravigliosa favola, come sempre originalissima, sul mistero della Resurrezione e della divinità. Una deliziosa compagnia di strani fuorilegge, la solita meravigliosa locanda al confine dei mondi (o crocevia), un personaggio che si distingue per unicità, pur non avendo poi nulla di particolare. Un personaggio che è nato nella neve e nel deserto, che dice la verità un po' troppo forte, che è uno specialista a preparare ricchi pasti con pochissimi ingredienti.
E una dolce ironia che avvolge tutti, dallo scatologico Dario all'anziane e sorniona Norel, alla disincantata Matilda.
E il lettore arriva alla fine che ne vorrebbe ancora.
Bravissima, finisce fra i preferiti.