L’idea di partenza di questa storia non era male. Scegliere come protagonista un bambino delle elementari (per il momento, almeno, non so se nel corso dei capitoli hai intenzione di farlo crescere o di ambientare la storia alla scuola primaria) è una decisione abbastanza coraggiosa. È difficile trattare la psicologia di un bambino, contraddittoria e curiosa, quindi tanto di cappello.
Purtroppo il capitolo non è stato curato con la dovuta attenzione. Intanto, “Audrey” credo proprio sia un nome femminile, mentre il protagonista è un maschio. Ma a parte ciò, il racconto è rovinato da due cose prima di tutto: la punteggiatura inadeguata e qualche errore di battitura.
Intanto non so se sia voluto o meno, ma lo scrivere frasi eccessivamente lunghe e piene di virgole costituisce un grande punto a tuo svantaggio. Oltre ad essere pesanti da leggere, sono anche scorrette dal punto di vista grammaticale. Non puoi scrivere dei paragrafi costituiti da una sola frase, cioè, puoi ma non è che stiano molto bene. Inserisci dei punti, almeno ogni due righe, per spezzare i periodi. Altrimenti rischi di fare troppa confusione e la lettura diventa faticosa. Poi, ti ricordo che dopo la virgola va lasciato lo spazio, mai prima. Alcune volte hai messo anche delle virgole a sproposito, per esempio qui:
“ma se non ti fa provare niente vedendolo allora,è inutile,e questo Audrey lo sapeva benissimo.”
Qui dopo allora non ci va la virgola e nemmeno prima della congiunzione “e” andrebbe messa, a meno che non si tratti di un inciso. Un altro errore è nella frase:
“[…] e,in alcuni casi anche maniaco dell’ordine,e, che mai nessuno sarebbe potuto essere […]”
In questo caso la virgola dopo la prima “e” è sbagliata, se non aggiungendone un’altra dopo “casi”, altrimenti andrebbe proprio tolta. Anche poco dopo c’è uno sbaglio, quella “e” fra le due virgole non ha senso, le virgole andrebbero evitate (o addirittura si potrebbe spezzare la frase, come avevo suggerito prima). Questo tipo di errore è ricorrente in più frasi e spezza il ritmo della narrazione. Ripeto, non so se sia voluto, ma il valore del racconto in questo modo è calato di molto.
A parte questo, c’è un piccolo errore di battitura a: “cosa che faceva si che tutti i bambini”, dove “sì” vuole l’accento non essendo né impersonale né riflessivo. Poi ti ricordo che è scorretto scrivere “sinonimo a”, andrebbe scritto “sinonimo di”.
Ci tengo a precisare che non voglio in alcun modo offenderti con le mie critiche, né asserire che la tua storia non sia bella né niente di simile. Voglio solo aiutarti a migliorare perché l’idea mi sembra interessante, inoltre il contenuto del capitolo è abbastanza buono. Curando di più la forma, sono sicura che la storia acquisirà valore, quindi rimango in attesa di un aggiornamento!
Un saluto e in bocca al lupo!
Tawara |
