Le cose inaspettate sono sempre le migliori e questa dedica è stata DAVVERO inaspettata <3
Già la dedica in sé è una cosa bellissima, allegata a questa storia poi è ancora meglio. Lo scambio che c'è tra noi è reciproco, quindi prendo il tuo grazie e lo rigiro a te, come si fa con le cambiali e gli assegni. Al posto della cifra in euro c'è un otto rovesciato, l'infinito. Grazie all'infinito, e prego all'infinito (: i nostri sottointesi possono rimanere tai, sarebbero troppe le cose da dire, e poi sono solo nostre e noi lo sappiamo bene.
(ah, ti segnalo che riportando il mio nickname ti è sfuggita una a xD
E nell'introduzione ti è sfuggita una h nel "chi ci vuole vedere...")
Ora, passiamo alla recensione vera e propria.
A partire dal titolo, l'argomento di cui tratti è davvero coinvolgente. Ho pensato spesso che John non riesca mai a stare al passo di Sherlock (e questo è evidente), ma è come se arrancasse continuamente dietro di lui e non potesse fare altrimenti. Hanno una catena che li collega e Sherl correndo fa cadere John, se lo tira dietro. John, pieno di lividi, con la polvere della strada in bocca, e il cuore rassegnato. Di quella catena possiede la chiave del lucchetto, potrebbe liberarsi e smettere di correre e inciampare. Perché John allora è ancora lì, ancora a correre, senza fiato?
Dicevo xD il titolo. E' perfetto, e il riferimento ai Green Day rende il tutto ancora migliore.
E' vero, non ti vanno a genio i complimenti... Allora diciamo cheil titolo è appropriato e l'argomento è interessante *faccia di sufficienza da prof universitario*
Il loro mondo, perché John ormai non ne ha uno suo. Richiede una certa dose di sacrificio star dietroa Sherl ed entrare nel suo mondo, ma sono certa che nonostante tutto - nonostante fosse più sano per la sua mente - John non provi rimpianti. E poi è il suo cuore che comanda, e la mente tace - talvolta esplode isterica - e obbedisce.
Quando, perché è cominciato? John ci si è trovato dentro da subito, un po' come se qualcuno l'avesse spinto in una piscina. Il tempo (millisecondi) di cadere in acqua e si è trovato fradicio, impregnato di Sherl e della sua folle vita.
L'ombrello *-* è il centro della flash ed è l'immagine che ho preferito. L'ombrello è un simbolo, rappresenta tutto quello che John porta a Sherlock, tutto quello di cui il nostro genio ha bisogno. Quella catena li tiene legati e loro non vogliono liberarsi.
Sherl ha un cervello incredibile, eppure non capisce. La gente non capisce, e nemmeno John stesso capisce.
... E poi bastano due parole e tutti i progetti volano via come fogli su una panchina.
I ritmi però diventano pesanti, insostenibili, John si chiede quanto possa durare. La mente, la gamba. C'è dolore, e c'è Sherl che capisce. No, non capisce ancora. John lo zittisce, vorrebbe vederlo sparire, andarsene, dimenticarlo. O forse John vuole solo che Sherlock rallenti, che magari gli prenda la mano e dica "andiamo, il tuo passo sarà il mio".
Qualsiasi traduzione si voglia poi dare all'ultima frase, è perfetta. *prof universitario* azzeccata, sì.
Il layout e soprattutto le ripetizioni delle parole danno un ritmo incalzante, proprio della corsa delle gambe e della mente, che rimane però sempre un passo indietro.
In definitiva, questa è una storia piacevole, leggera nella sua ironia tragica, discretamente scritta. Oh, a quel paese il prof universitario, io l'ho adorataaa *-* grazie grazie grazie, è stata una sorpresa meravigliosa! |