Grammatica e Sintassi: 9/ 10
Ti ho penalizzato leggermente perché non mi sono imbattuta in errori gravi, bensì di distrazione.
-“Là fuori avrò perso il tempo dei minuti che passavano.”→ “il conto dei minuti”;
-“Sarei persino scoppiato in una risata isterica se non mi fossi trovato a telefono proprio con lui.”→ “al telefono”;
-“quegl’universi”→ trovo che l’apostrofo stoni, usa tranquillamente la forma per esteso;
-“un ricco mercante inglese che aveva fatto fortuna in poco grazie alle sue particolari doti linguistiche”→ “in poco tempo”;
-“Fu il picchiettare di nocche contro legno che mi richiamò”→ “contro il legno”;
-“si lasciò sfuggire uno sbuffò palesemente”→ “uno sbuffo”;
-“ Fu una colazione noioso”→ “noiosa”;
-“specialmente da quando avevano tentato di spararlo”→ “sparargli”;
-“ Come gli altri volontari, decidi di passare le restanti ore ad occuparmi a mia volta dei bambini”→ “decisi”;
-“E anch’io mi rifiuta di credere a ciò che i miei occhi mi stavano mostrando.”→ “rifiutai”;
Per il resto tutto perfetto, comprese la punteggiatura e la sintassi.
Stile e Lessico: 10/10
Attenzione ai gerundi che a volte appesantiscono la struttura della frase come in questi due casi:
-“Mi drizzai a sedere di scatto sentendo tutti i muscoli indolenziti dolere da impazzire e le ossa scricchiolare sinistramente, tentando al tempo stesso di riscaldarmi come potevo e mettere a fuoco il luogo in cui mi ero ritrovato.”;
-“ regalandomi un sorriso raggiante prima di dirigersi verso una porta che sulle prime non avevo visto, sparendo oltre la soglia”.
Stile fluido, scorrevole ma ricercato allo stesso tempo, unito ad un lessico eterogeneo e particolareggiato rappresentano una delle carte vincenti di questa storia. Una menzione speciale alla tua capacità descrittiva per quanto concerne gli ambienti e le sensazioni dei protagonisti, nonché alla cura che hai dimostrato nel destreggiarti tra varie epoche e nazioni: tra le tue righe, infatti, ho ritrovato molti elementi della cultura americana, nonché di quella inglese. Evocativo anche il riferimento al quadro di Van Gogh.
Trama/ Originalità: 20/20
Onestamente, non so da dove cominciare ad elencarti ciò che mi è piaciuto di più di questa storia. Tutto può bastare? Ho amato ogni singola parola, ogni singola frase, introduzione compresa ed è proprio su di essa che si è calamitata la mia attenzione.
Ho deciso di premiarti assegnandoti il massimo punteggio perché hai saputo metterti in gioco, sperimentando qualcosa di innovativo e originale, ed era proprio l’originalità che mi aspettavo emergesse dai vostri racconti.
A mio parere, il punto di forza di questa storia, oltre l’ottima padronanza lessicale, è proprio il velo di mistero che la permea, lasciando libera interpretazione al lettore, che da semplice spettatore si trasforma in un vero e proprio “critico” che avanza le sue ipotesi riguardo l’evolversi della vicenda. Inoltre, non manca quel sottile velo di ironia che vivacizza il tutto, mantenendo vivo l’interesse. In alcuni passaggi, ho avuto quasi l’impressione che i personaggi fossero delle marionette, vittime ignare di un gioco crudele e guidate da una mano invisibile; non so spiegartelo, ma mi sembrano parte di un progetto più grande di loro. Da amante dei dettagli quale sono, mi è piaciuta anche l’impostazione grafica e la tua spiegazione riguardo al simbolo usato che si ricollega alla storia.
Tuttavia, devo farti i complimenti anche per il modo in cui hai trattato la neve, richiamandola spesso nella storia, persino nel “presente”. La malinconia è provata sia da Steve nel momento in cui racconta del fratello deceduto, sia da Johnny quando ripensa alla sua carriera ormai finita. Effettivamente, per la questione dei mondi paralleli ho pensato ad un probabile collegamento con Final Fantasy, ma tu hai saputo rendere tuo questo concetto, personalizzandolo. E’ buffo, inoltre, notare che le parti si siano invertite: nel “presente” è Steve ad essere protettivo nei confronti dell’amico, mentre nel “passato” è esattamente il contrario. Il sosia di Steve (oddio, che casino XD) hai i modi di fare di un orso: è burbero, scostante e, non essendo bravo a parole, preferisce agire coi fatti. Johnny, invece, è inizialmente intimorito da ciò che gli accade intorno, e ne acquista la consapevolezza col progredire della vicenda, così come capisce che i suoi sentimenti nei confronti dell’amico sono mutati. Passiamo brevemente a parlare di Margaret: intrigante la tua scelta di far pronunciare a lei, un personaggio secondario, la frase “Scacco matto!”, anche se in quel frangente è proprio lei ad avere il coltello (o meglio, la pistola) dalla parte del manico. Con pochi ma essenziali passaggi sei riuscita a rappresentarla sapientemente, mostrando la sua sagace crudeltà.
Giudizio Personale: 5/5
Come si evince dalla valutazione, ho amato la tua storia, tanto che non sono riuscita a staccare gli occhi dallo schermo durante la lettura, curiosa di scoprire il modo in cui si dipanasse la trama e la conclusione. Ciò che è successo a Johnny è stato un sogno? E’ la realtà? Chi può dirlo…
La confusione che tanto disorienta il lettore è ciò che ti spinge a proseguire nella lettura e ad affezionarti ai tuoi personaggi, a parteggiare per loro. Nulla è scontato, nulla è banale, questa storia sprizza originalità da tutte le righe.
Punteggio: 44/45
|