Recensioni per
Granelli di sabbia
di Scarlett Sakura
Che visione ineluttabile della vita! Ma non sai che nel deserto esistono anche delle oasi e che le piccole orme, ci possono anche giungere? Non è una critica questa, figurati, è solo il mio innato ottimismo che aveva bisogno di dire la sua! In realtà, il paragone che hai usato per i grani di sabbia e poi il riferimento all’aridità del deserto all’aridità della vita, mi è piaciuto. Ho visto una correlazione molto realistica con quello che tutt’oggi ci circonda. L’industrializzazione è la morte della natura. La natura è vita perché ci da ossigeno, a differenza di un pezzo di cemento. Forse, alla fine del deserto c’è l’oasi oppure la morte, perché è a volte il cammino che conduce alla felicità è troppo lungo. E’ bello scoprire sul WEB anche questo genere di storie, che raccolgono spunti per pensieri profondi e riflessioni che considerano il quotidiano di ognuno di noi. La clessidra è il tempo, anche a Roma, c’è un complesso statuario con la Morte che tiene una clessidra … me lo ricordo perché fotografai quel dettaglio in particolare. A me piace molto fotografare e ogni volta m’impongo di trovare l’angolazione giusta, etc … E la tua storia mi ha fatto ricordare quel particolare lì. la morte che stringe la clessidra, attendendo di esaurire i grani, informi e perfetti, come i nostri giorni, fatti di azioni, sensazioni e sentimenti. ma se noi siamo così “pulsanti di emozioni” perché ci circondiamo di artificiosa finzione? Siamo contorti e forse è la nostra stranezza contraddittoria a confondere i nostri passi nella sabbia, a non farci mai trovare l’oasi e a condurci con tristezza alla caduta dell’ultimo grano. Alla fine del Deserto ci sarà il giorno o la notte ad attenderci, e soprattutto, ci arriveremo da soli? Scusa, non so se questa possa definirsi una recensione o meno, ma è la tua storia che mi ha fatto tirare fuori tutto questo, come se tu me ne avessi parlato a un bar, davanti a un ottimo caffè e dei biscotti. Quindi, ti ho risposto come se stessimo discutendo della vita, come due amici di vecchia data … Ad ogni modo, ottimo lavoro. Il Conte apprezza alla grande! Bello però, che tu riesca a spaziare fra il romantico (la prima volta in Messico) il demenziale (Davide, la radice e il gatto boomerang) e questa storia seriosa, un po’ triste ma molto, molto riflessiva. Soprattutto, una cosa per la quale ti stimo è che non hai usato i soliti paroloni che di solito si accoppiano al tema dell’esistenzialismo. Sei stata semplice, diretta, per questo mi sei entrata dentro. Io penso che così si debba scrivere “in modo che qualunque lettore si abbia davanti, egli possa capire”. Bello è anche sinonimo di semplice. semplice inteso come – comprensibile per tutti – e non come una limitazione, sia chiaro. Quindi, complimenti. |
Ho partecipato anche io al contest, quindi mi stavo leggendo le storie degli altri partecipanti. |
Molto intensa e struggente. é una nonsense molto intimista scritta come se fosse una poesia. |
E bellissima. Mentre la leggevo mi sono sentito trasportate, cullare il cuore e la mente. L'ho riletta altre tre volte e mi ritrovo molto in questo piccolo componimento. |