E tu scrivi una cosa del genere e non mi dici nulla?
Per lo più è IL tipo di Kurtofsky che mi piace, ma d'altronde tu qualsiasi cosa scriva me la fai amare.
E' realistica, diretta, niente giri di parole, solo verità per quanto materiali o torbide possano sembrare, c'è un disagio dietro, una frustrazione e nessuno si dovrebbe permettere di giudicare ma... lui probabilmente è molto più sensibile di quel che crede ed è dispiaciuto di ciò, se ne fa una colpa, gli pesa, gli piacerebbe rimanesse imprigionato per sempre tra le sue gambe, nell'ombra ma poi... quel culetto grazioso gli fa capire che il desiderio non può rimanere solo tra lui e una TV ( o una rivista ) e che quel culetto è di un ragazzo, di una persona, di qualcosa di vivo come lui e ciò lo agita e lo fa soffrire ma, vicino a Santana, con lei delusa ma fiera, capisce che deve agire ed è proprio quest'immagine finale che ho amato in particolare, che è... speciale.
Sei riuscita a calarti davvero bene nella parte, il tuo stile si è adeguato alla sua personalità dura proprio come la realtà, uno stile che non ti avevo mai vista usare ma che ho amato; hai dato ancora prova di essere una fantastica narratrice dalla particolare sensibilità, che sa trasformare in meraviglioso ogni cosa che la tua ispirazione tocca.
Complimenti, spero che ne farai altre su Glee ( non Klaine ) e sta sicura che se ci saranno io sarò lì a leggerle. |
