Recensioni per
La verità è un dolore che a volte si nega
di Atzlith
Wow! --> Non mi aspettavo di trovare una storia così bella. Sono solo al primo capitolo eppure mi ha già molto intrigata e la seguirò in futuro. L'unica difficoltà che ho riscontrato è nel leggerla, la scrittura è un po' piccola, ma probabilmente è colpa del mio computer. |
ciao :) bellissima la tua fic, la adoro...dimmi hai già dei gg fissi in cui pensi di aggiornare o cai ad ispirazione? *incrocia le dita* dimmi la prima, dimmi la prima, dimmi la prima... |
Te l'ho già scritto su DeviantArt, ma questa storia mi ha già preso *_* Non vedo l'ora di poter leggere il continuo *ç* E comunque, non è una schifezza! Si vede che è più ricontrollata e amata :) E poi un hip hip hurrà per le storie senza mostri o killer XD ed ora mi hai anche incuriosito con questa cosa della vecchia storia pubblicata ma poi tolta ò.ò |
Mi sono letta tutta la storia e poi sono ritornata in alto per aggiungerle tra le seguite e, puf, letto il nome dell’autrice. E ho detto: “La conosco!”, infatti, anche tu frequenti (o frequentavi) il fandom di Kingdom Hearts. E poi ti ricorda qualcosa un matrimonio tra Riku e Sora XD |
Adoro i capitoli chilometrici *-*
Bene, premessa a parte, devo dire che la storia mi ha colpito fin dall'inizio: io di solito leggo fan fiction quindi parto dal presupposto che non è del tutto reale (sbagliando in pieno, spesso). Infatti qui dopo aver letto la situazione di Leo e Riccardo mi sono detta (passami la volgarità): cazzo, ma questo è vero.
Non è una novità che ci sia bullismo nelle scuole, nè che dei ragazzi abbiano paura di dire la verità su se stessi agli altri (mi riferisco principalmente al fatto di essere gay e, quindi, a Leo) o anche problemi a controllare la rabbia come Riccardo (mi chiedo che gli sia successo per essere arrivato a quel punto, mi sembra di capire che sia in parte dovuto ai genitori che lo ignorano spudoratamente).
Questi temi non sono di certo da sottovalutare.
Personalmente, sono d'accordo con la frase che hai usato: "La rabbia di non sapere cosa ti manca, ti manda segnali come: sfogati."
Premetto di non essere nella stessa condizione socio-economica di Mario (anzi), non sono mai arrivata a livelli "critici", ma in parte ho provato la stessa sensazione in un periodo in cui ero relativamente tranquilla con famiglia ed amici. Eppure qualcosa mancava, mi sentivo qualcosa dentro e mi mettevo a disegnare o scrivere cose insensate su fogli qualsiasi.
Per questo sono rimasta colpita da quel passaggio: in quello come in altri, che sia più da una parte che meno dall'altra, ho rivisto me stessa.
Il fatto di riuscire a coinvolgere così le persone secondo me è qualcosa di fenomenale.
La trama mi piace molto (non per gli atti di bullismo, quelli non sono mai piacevoli, ma per la sua realtà), leggerò volentieri i capitoli a seguire.
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