Recensioni per
Never felt so alive. (Just wanna run away)
di imtheonekeepingyoualive

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
05/01/12, ore 16:07

Saranno eoni che devo recensire questa storia, ma, perdindirindina, almeno durante le vacanze mi dò una mossa e recupero ciò che ho in sospeso.
Inizio dicendo che ho una passione per storie catastrofiche e mondi distopici sullo stile 1984 (quindi si capisce quando il killjoyverse mi faccia impazzire) e che nonostante non ti piaccia quest'ambientazione la tua descrizione del background del 2019, dei ribelli e di cos'è diventata la città mi è piaciuta molto. Hai reso molto bene tutto, dai luoghi ai sentimenti di Frank e, c'è davvero da dirlo, anche la scena di sesso, che ormai sono tutte copiate fra di loro senza un minimo di inventiva. Non mi posso definire un'esperta in merito, per carità, ma io di originalità ne ho vista e la storia mi ha appassionato ed è finita fra le mie preferite riguardanti il concept di Danger Days. Complimenti :D

Recensore Junior
12/07/11, ore 00:36

Di solito non commento tutte le fanfiction che leggo, ma questa merita uno strappo alla regola.
A parte che tutta l'atmosfera di Battery City, della gente come automi, dei cubicoli e delle pillole mi ricorda in modo assurdo 1984 di Orwell [che amo <3], secondo me sei riuscita ad interpretare benissimo quello che quella divah isterica voleva trasmettere.
Vabbè, la scena di Frerard ci sta tutta poi! çVVVç

Okay, alla fine non ti ho scritto niente di decente -.-
Solo, bravissima e cacchio, anche se non sono un amante di questo verse spero che tu continui questa storia perchè è molto bella çVç

Well, mi dileguo .-.
Bye <3

Recensore Junior
08/07/11, ore 19:57

"C'era un ragazzo seduto al bancone del dj con i capelli più strani e belli su cui avesse mai posato gli occhi, di un rosso così acceso da sembrare fuoco, ed il suo sorriso pareva così vero - ed era uno dei primi sorrisi che Frank vedeva da almeno un anno - che non riuscì a distaccare lo sguardo dal suo viso. Rimase fermo imbambolato a fissarlo, senza nemmeno rendersene conto, e quell'altro continuò a gesticolare e a ridere come se fosse la cosa più normale del mondo, senza sapere di essere guardato con una tale intensità. Frank si ritrovò a pensare che era l'uomo più bello che avesse mai visto, che avrebbe tanto voluto essere come lui, avrebbe voluto sapere chi fosse, il suo nome, qualsiasi cosa.
Improvvisamente l'uomo si girò, sempre con quel sorriso sulle labbra, e si accorse di Frank non appena posò lo sguardo sulla pista da ballo. Notò i suoi occhi spalancarsi impercettibilmente ed il sorriso tremolare appena, una strana espressione sul viso che Frank non riuscì a catalogare.
Il moro non riuscì a muoversi sotto a quello sguardo così diverso da tutti gli altri, era come se potesse leggergli dentro, trapassargli la carne fino ad arrivare alla sua anima. Si accorse solo allora di star trattenendo il respiro; sospirò e tutto il suo corpo venne scosso da brividi.
Si pietrificò di nuovo quando l'altro si alzò e, con una grazia quasi felina, attraversò l'affollata sala fino a raggiungerlo. Frank non disse nulla, quando l'ebbe di fronte. Pensò solamente che era ancora più bello ed affascinante da quella distanza, gli occhi dalle lunghe lunghe ciglia e di un colore indecifrabile sotto quelle luci, i capelli scompigliati ed annodati, secchi, il naso a punta e le labbra colorite. Sentì le mani prudergli dalla voglia di toccarlo, anche solo per sentire il calore della giacca di pelle sotto alle dita o l'accenno di barba sul mento, per sentire se fosse vero e non uno dei tanti sogni che faceva quando era ancora in città, quando si sentiva maledettamente solo ed il bianco lo nauseava.
"Ehy." Fu la prima cosa che il rosso disse.
La sua voce era più roca di quanto avesse immaginato, come quella di qualcuno che fuma da tutta la vita ma si accorse di quanto, in realtà, gli si addicesse. Era come se ti scivolasse addosso, graffiandoti leggermente.
Frank non rispose, strinse le mani a pugno, non sapendo cosa dire. L'altro sorrise appena, dall'alto dei suoi centimetri in più.
"Non si vedono spesso così tanti tatuaggi di questi tempi, dove hai lasciato la tua maglietta?" Continuò l'altro, come se stesse semplicemente parlando ad un vecchio amico che non vedeva da tempo.
Frank respirò, cercando di calmarsi.
"L'ho... persa." Rispose soltanto, con una voce così bassa che si stupì persino che l'altro lo avesse sentito.
Il rosso annuì, mordicchiandosi il labbro inferiore.
"Se vuoi posso procurartene un'altra."
"Io... Okay." Bisbigliò, facendo di sì con la testa ed abbassando lo sguardo. Non poteva andare in giro così, in fin dei conti. Aveva bisogno di vestiti e, se doveva essere sincero, non vedeva l'ora di abbandonare l'uniforme bianca. Odiava il bianco, gli ricordava troppo la città.
"Seguimi nel retro, dev'esserci qualcosa." Esclamò il rosso, indicando alle sue spalle e cominciando a voltarsi verso una porta mezza nascosta che Frank non aveva notato prima.
Il moro aggrottò la fronte, insicuro. Come poteva sapere che, una volta soli, non l'avrebbe ucciso senza nemmeno pensarci? Era sufficiente che fosse l'uomo più bello che avesse mai visto, per fidarsi? In fondo non lo conosceva neanche e sicuramente aveva capito che arrivava da Battery City ed era un estraneo. Probabilmente avrebbe semplicemente dovuto dire di no ed aspettare che gliela portasse lì, dove c'era gente.
Ma, non sapeva come mai, non riusciva ad avere davvero paura di fronte a quel ragazzo. Era come se dietro a quei grandi occhi ci fosse qualcosa di caldo e confortevole.
Si limitò a muovere passo dietro di lui, senza aggiungere altro. Evitò di scontrarsi con il nugolo di gente tutt'intorno con fatica, l'uomo di fronte a sé sviava come se nulla fosse il contatto, abituato. Lo guardò fare cenno ad un altro ragazzo biondo con una giacca rossa, che ricambiò annuendo, prima che aprisse la porta direttamente dietro alla console del dj e gli dicesse di entrare.
Era una specie di sgabuzzino, pieno di polvere ed oggetti quasi dimenticati, tutti risalenti a prima del 2017, sicuramente. C'erano casse di legno ed una lampadina nuda appesa al soffitto, la luce dondolante e fastidiosamente bassa. In quel modo poteva vedere solo una parte del viso del rosso e, quando la pistola gialla gli finì direttamente sotto alla gola, ebbe solo voglia di guardarlo negli occhi e scoprire di che colore fossero. 
"Chi sei?" Ringhiò l'altro, spingendolo di più contro alla porta.
Frank non fece nessun movimento per liberarsi. Non poteva, non voleva.
"Mi chiamo Frank." Rispose a bassa voce, ancora cercando lo sguardo dell'uomo, ma la luce tremolante era alle sue spalle ed il suo viso era nell'ombra più assoluta. 
"E cosa ci fai qui, Frank?" Continuò, quasi cantilenando il nome. Il moro rabbrividì ed inghiottì un respiro, la punta della pistola sempre più premuta contro.
"Sono scappato." Bisbigliò, chiudendo gli occhi, per poi riaprirli di scatto. Se doveva morire in uno sgabuzzino in mezzo alla polvere, in un sotterraneo pieno di ribelli e per mano di quell'uomo che in dieci minuti nella sua mente era diventato l'emblema di tutto ciò che sarebbe voluto diventare, tanto valeva che lo guardasse direttamente in viso. Se solo fosse riuscito a vedere i suoi, di occhi...
Sentì la presa sulla pistola allentarsi appena, ma venne subito spinta nuovamente al suo posto, dopo solo un secondo di respiro. Lo sentì sibilare.
"Perchè sei scappato? Di solito nessuno esce dalla città a meno che non siano Dracs."
Frank sospirò e scosse la testa, sperando che non gli sparasse proprio in quel preciso istante.
"Nessuno scappa dalla città perchè nessuno ormai pensa più, in città." Disse, appoggiando le mani a palmi aperti contro il pannello rovinato della porta alle sue spalle. "Hai mai sentito parlare delle medicine, delle pillole che tutti prendono? Beh, non è che un modo per farti il lavaggio del cervello. Non c'è più una sola persona a Battery City che abbia una coscienza, sono tutti automi in bianco che vagano distrattamente per le strade e le vie, vanno al lavoro, tornano ai loro appartamenti e prendono le pillole. Ogni giorno così." 
"Cazzo, è peggio di quanto dicano le notizie che trapelano da lì." Esclamò il rosso, quasi come se stesse parlando a sé stesso. "E come mai tu sei qui, allora? Non sei uno dei tanti automi in bianco?" Si spinse in avanti quasi fino ad essere completamente addosso a Frank, che si sentì quasi soffocare. Chiuse le mani a pugno ed alzò il mento, per non perdere il contatto visivo e, per la prima volta in chissà quanto tempo, ghignò, l'azione quasi estranea sul suo viso, i muscoli come atrofizzati.
"Non mi piace che mi si dica cosa fare. E l'unica cosa che non hanno potuto portare via è la mia identità, non ero disposto a lasciargliela per nulla al mondo." Disse, con fermezza.
Sembrò quasi che il tempo si fosse fermato in quel preciso istante. Il rosso abbassò lentamente la pistola, come se non se ne rendesse nemmeno conto, e si mise nello stesso momento appena più dritto, prendendo un grosso respiro. 
Frank continuò a guardarlo, facendo scivolare lo sguardo sui capelli lunghi, la punta del naso a pochi centimetri dal suo, le labbra leggermente aperte, la sensazione della sua giacca di pelle contro il suo petto nudo. E poi li vide, solo di sfuggita. Gli occhi, il colore che non si sarebbe più dimenticato, a cui si sarebbe aggrappato se fosse morto proprio lì, proprio in quell'istante. Verdi, i suoi occhi erano verdi. E grandi."

ma... ti amo? sì, ti amo. 
comunque vabbè, è sempre la stessa storia, scrivi da dio e, anche se ti capita di usare argomenti già utilizzati, sai renderli tuoi.
"Buaciami, Bella!" (o era Giacob? bah) [cit.]
Anyways. Sei incantevole, e sai per ciò cosa ti dedico? ta ta taaaaa
SI, PROPRIO QUELLA!
la danza della divah!
*balla come Gerarda*
bene, ora che sai la danza della divah, ti saluto.
Ciao gee, alla prossima ff (anche se credo sia più "alla prossima su twitter".)
xoxo g

no 'spè, eri.
(Recensione modificata il 08/07/2011 - 07:59 pm)

Recensore Junior
08/07/11, ore 19:16

voglio il continuo! *minaccia col coltellino*
scherzo... sul coltellino.... ma vorrei proprio vedere come continua!

Recensore Master
08/07/11, ore 09:02

bella storia, mi piace anche se devo essere sincera non mi dispiacerebbe una città come bl city, dove tutti i sentimenti e i dolori vengono attutiti, ok alla fin fine verrebbe a noia, ma forse questo mio pensiero è stato condizinato da un continuo di problemi che non mi danno pace. e come dico sempre "se non fosse così mi annoierei!"
gee e frank si sono piaciuti subito e anche se gerard doveva stare sull'attenti e non fidarsi di uno sconosciuto, beh si è fatto fare un lavoretto e da come ha reagito sembra che frank lo abbia soddisfatto molto bene xD xD xD
così è iniziata l'avventura di gee e frank fra i ribelli, spero che un giorno possano vincere questa monotonia che governa in quel posto.
ciao