Davvero splendida.
La delicatezza con cui parli del dolore, come se non fosse sofferenza fine a sè stessa, ma una sorta di stadio intermedio capace di trasformarsi in felicità. E allo stesso tempo, questo "al di là" della sofferenza è tanto labile e sfuggente da apparire inafferrabile, lasciandoti nel dolore.
La consapevolezza di poter andare oltre, portando però "le cicatrici" del passato, in modo da non dimenticare.
Non c'è pace. E' solo un'illusione. Tu l'hai capito e lo sai descrivere.
Complimenti davvero!
Un bacione,
OrochiMary |