E’ tonda, sì, incredibile davvero. E se la fai cadere a terra rimbalza. Ma quanto è deliziosamente acido questo Molko? Ci sta troppo simpatico! *si interroga sulla propria sanità mentale, ma desiste in breve tempo* Il primo incontro con Stef è, be', wow e davvero credibile, sono molto caratterizzati e molto riusciti, a mio parere. Senza togliere nulla al resto del racconto, i flashback sono le parti che mi sono piaciute di più, soprattutto, appunto, il primo. E hai reso benissimo anche il crollo di Brian, è sempre la stessa storia… [...] Cambia solo il colore delle pareti della casa in cui ho appena traslocato.. E basta una frase così per esprimere tutto il dolore di uno che cerca in tutti i modi - prima con l'indifferenza, poi con l'arroganza - di mascherarlo. Stef è sempre lui: sempre pacato, sempre razionale, il punto fermo, la persona disposta al dialogo. Sempre quello che Brian non è e di cui ha bisogno.

Cioè! è una Molsdal ed è scritta da dio!
Io potrei chiederti di sposarmi solo per questo - in realtà, credo di averlo già fatto...
Ma al di là di tutto è anche talmente semplice, talmente "possibile" e talmente loro che non ho potuto che leggerla con le lacrime agli occhi ed un sorrisetto tirato.
Te lo confesso, ho apprezzato immensamente il fatto che tu possa averli concepiti come qualcosa di "finito senza essere mai cominciato" perchè è esattamente il modo in cui ho sempre pensato a questa coppia. Ed il tocco di egoismo di Stefan alla fine, che lo riporta ad essere più umano e meno perfetto, è qualcosa che ci sta così a pennello - nonostante la fragilità di Brian - che non riesci neppure per un istante a "volergli male".
Credo che riascolterò Twenty Years. Giusto per vedere in che modo incastrare esattamente queste sensazioni.
MEM

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ç_ç
Condivido totalmente la tua voglia di abbracciare Stefan in queste cisrcostanze!
Ci ostiniamo ad adulare il Molko quando è Stefan l'uomo perfetto (infatti è gay >.>)
Che dire, questa storia è una frase stupendamente dolce dopo l'altra ç.ç ce ne sono così tante che mi hanno strizzato il cuore <3 scusa ma una storia interamente dedicata al rapporto tra Brian e stefan non lo posso reggere senza almeno una lacrimuccia alla fine u_u
- C’é… C’è un’altra bottiglia, vero? – (ç_________ç)Questa parte mi è piaciuta oltre misura.
L'accenno al Mollamy è stato più che gradito XD
Bella bella bella si!

:*

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Per recensire questa storia mi basterebbe dilungarmi sui sentimenti che hai risvegliato in me, su quanto tu abbia contribuito a ricordarmi l'amore viscerale che provo per questa (non) coppia. Ma forse merita qualche parola in più.
Da quello che è il mio punto di vista, date le idee che personalmente mi sono fatta, durante le ore spese a tradurre testi, leggere interviste, immaginare, hai colto precisamente quel che ho colto io. I primi contatti di Brian e Stefan hanno sempre avuto un grande fascino, per quel che riguarda il loro rapporto attuale, e nella tua fanfiction si nota, chiaramente ma con molta sensibilità, quel che è l'essenza della relazione - o almeno, visto che nessuno di noi li conosce così bene, la poesia che un fan può trarne fuori.
Quel che mi piace di più è che tra passato e presente ho visto dei parallelismi, ma, a mio avviso, anche una tagliente differenza. Sì, Stefan protegge Brian, si occupa di lui, dal loro primo incontro sino all'ultima data dell'ultimo tour. Ma - non vorrei pretendere di notare qualcosa di non voluto, è solo una mia impressione! - quel che noto è che, negli spezzoni in tempo reale, i sentimenti impetuosi dell'adolescenza hanno lasciato spazio a una sorta di amarezza; il rapporto invecchia, come tutti i legami. Anche quando la freddezza si scioglie, vediamo due persone adulte. La distanza fra la discussione quasi brusca che spinge i due a ricordare, e i ricordi stessi, ha qualcosa di davvero sensibile.
Complimenti, davvero. :)

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Sai, non ho mai considerato Twenty Years in quest'ottica *riascolta* ma ora che mi ci fai pensare può benissimo essere così.
È una bella storia. Mi piaciuto come, pur essendo incentrata sul dolore provato da Brian, sia Stef la figura che emerge maggiormente. Stef e la sua pazienza, la sua dedizione, la sua amicizia, il suo amore inconfessato e inconfessabile. "- Tu ami il suono della tua voce che dice ti amo. [...] Non c’è niente che ami di più. –"
E mi hai anche fatto venire voglia di leggere 'Un Tram Che Si Chiama Desiderio' *si fionda in libreria*
Complimenti.
Gin :D

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Sono contentissima che tu l'abbia finita e onorata che tu me l'abbia dedicata *-*
Direi che il risultato finale è brillante così come prometteva. Come hai giustamente detto, è qualcosa di diverso e sono sempre stata curiosa di leggere una Molsdal scritta da te, dopo l'accenno in "That Something".
Come ti ho già detto, la parte della palla mi piace tantissimo, perché è come un segno premonitore di qualcosa di accadrà per tutta la loro vita. Stef andrà sempre a recuperare la palla che Brian è troppo egocentrico e debole per rilanciare indietro.
"col tono di chi cerca di convincersi di una cosa assurda, come che due più due fa cinque"
lo sgamo della situazione. Comunque ti ripeto che non sei bruciata,sono io che penso con quella logica contorta.
L'accenno a Matt è quasi non necessario perché vedo il dolore di Brian più come una costante,una parte del suo essere, qualcosa che Stef è sempre pronto a medicare, chiunque ne sia l'artefice. Considerando anche che è proprio Brian a gettarsi in un'egoistica autocommiserazione per tenere lontano chiunque.
Il punto è che Stef è "condannato" a raccogliere i pezzi di un amico dallo spirito troppo autodistruttivo per amare realmente un atto di fedeltà.
Brian ama se stesso, ma ama anche chi lo distrugge mentre si lascia solo cullare da Stef, che è sempre stato lì.
"You're the truth not I"
E forse ne è anche consapevole,dopo tutto.

Hai fatto bene a postarla e io ho fatto bene a insistere :)
(Recensione modificata il 18/07/2011 - 12:29 pm)

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