Sembra una canzone. Una di quelle canzoni un po' dimenticate perchè difficili da capire. Una di quelle canzoni che, in realtà, sono le più belle, pur essendo incomprese. Sembra una canzone di De André, la ripetizione di questa Terra Promessa mi ricorda "Dolcenera" (nera che porta via, che porta via la via, nera che non si vedeva da una vita intera così dolcenera, nera), che è una delle mie canzoni preferite.
E poi non so perchè mi rievoca un po' gli ambienti della storia che hai lasciato in sospeso, "La Bella del Viale". Sarà l'idea di una Terra Promessa, che poteva essere l'America, l'America delle praterie sconfinate, dei villaggi piccolissimi. La Terra di Spoon River, che adoro e di cui adoro gli abitanti.
Tu canti questa Terra Promessa ed evochi alla mia mente tutte queste cose. Evochi il colore della polvere al tramonto, della sabbia soffiata lontana dal vento, il colore della solitudine, del vuoto.
Terra Promessa è pianto, un canto che si trasforma in pianto e, non so perchè, mi sembra di vederle davvero le tue lacrime mentre scrivevi questa poesia. E scusa se sono così sfacciata, ma è così, è come se vedessi il foglio macchiato da una lacrima, il tratto tremolante che si sofferma su quella P di Promessa non mantenuta, che si trasforma in Pianto. Un pianto cantato. Bellissimo, no? La malinconia allo stato puro, la malinconia fatta poesia, fatta canto.
Le tue parole sono sempre più perfette, tu sei sempre più brava. Ogni tua poesia è una finestra su un mondo che amo scoprire a piccoli pezzi. Sono drogata delle tue poesie e spero che questo non sembri maniacale.