Salve Adifferenzadi,
é un pensiero davvero carino il tuo e per questo ti vorrei ringraziare con una buona recensione; ho letto la ff due volte per essere sicura di aver colto almeno i concetti fondamentali, ma essendo la trama fortemente metaforica sicuramente avrò bypassato qualcosa nel mare magnum di tutto quello che ho letto.
Le Sanzo-Goku non mi fanno impazzire, lo sai; inizialmente le adoravo ma poi qualcosa é scattato in me, ed ora hanno perduto quasi per intero il loro fascino. Dico quasi perché talvolta, (ma é rarissimo!!!) mi concedo uno strappo e mi abbandono alla lettura.
Come in questo caso.
Allora, ho numerosissime osservazioni, anche grammaticali (essì! sono una spina nel fianco io, per non dire altro ovviamente XD).
Partiamo dalla grammatica, dal quadernino virtuale degli appunti: ^^
-su il: sul;
-scaturire: sgorgare, derivare; usato impropiamente. "Dio solo sa cosa scaturì da me", oppure "cosa fece scaturire in me".
-Stanotte; stasera; stamattina = attaccati forever :)
"Anelai quanta più aria possibile." Il verbo anelare significa letteralmente avere il respiro affannoso, mentre in senso figurato "aspirare, ambire". Cosa intendevi esattamente?
"Mi metteva l'angoscia"; piuttosto colloquiale, stona col resto della narrazione che invece é molto più ricercato.
"Chissà quanto sarei potuto "accrescere"; anche qui é usato in modo improprio, perché nel senso che intendi tu, cioé sviluppare, potenziare, é riflessivo, ma non mi risulta che trovi impiego solitamente per esprimere questo concetto; comunque va riflessivo oltre che passivo.
Ci sono numerosi passi che mi hanno colpita, sia per l'intensità del concetto che per l'immediatezza dell'immagine:
"La pioggia l'aveva provato. Il vento l'aveva scomposto e stropicciato. Il fango l'aveva sporcato."
Questa é la frase più bella dell'intero testo, perché racchiude in sé l'immagine di Sanzo, cioé della purezza fisica e della castità, sporcata e prostrata ai piedi di un volgare mostro.
"Mi convinsi d'essere Prometeo legato alla roccia." Per il suo senso di impotenza e l'ineluttabilità dei suoi desideri?
"Chissà, magari sarei rimasto in quel limbo per l'eternità." È manifesta l'intenzione di perdersi in una dimensione differente da quella reale; desiderio di fuga dalla realtà, per proteggere se stesso dal giudizio degli altri mentre si lascia andare ad atteggiamenti che anche lui trova moralmente riprovevoli.
."Si addensava dentro il cuore di tutte le creature presenti e dava sfogo ad un paesaggio raccapricciante ed accogliente allo stesso tempo." Io ho provato esclusivamente un senso di angoscia nel leggere la descrizione di questa dimensione oscura; nulla di simile ad un rifugio accogliente, solo un limbo nero e infernale.
La tua fanfic sembra quasi la fiaba di Cappuccetto rosso, dove il lupo si diverte a divorare la bambina e il cacciatore (il Seiten Taisei?) la tira fuori dalla pancia della fiera...
Ma é in questo punto che, secondo me, giace la vera chiave di lettura di questa strana, allegorica storia:
"Sussultai sentendomi spogliare. Gemetti nel ritrovarmi piegato ai desideri carnali di quella cosa nera ed intravidi voltandomi i due puntigliosi occhietti rossi. Una lingua lunga e biforcuta. Il sorriso sadico pieno di denti. Era il diavolo..." ed eccoti finalmente al punto cruciale; il climax della narrazione, dove il narratore (Sanzo = autrice) comprende finalmente l'identità della creatura soprannaturale che lo ha soggiogato. È qui che la morale cristiana si rivela, con tutta la potenza dei suoi condizionamenti psicologici in tema di sessualità e libertà. Ed ecco che cedere alla propria indole per un monaco, (obbligato a sottostare a certe regole come una donna piegata dal maschilismo di una società moralista) assecondarla, come dovrebbe essere naturale, diviene un peccato da nascondere ossessivamente dentro un sogno; un sogno di cui vergognarsi e nel quale vorrebbe restare prigioniero, in quanto é l'unico luogo in cui poter essere veramente se stesso, in cui é possibile esprimere i propri bisogni senza timore per questo di subire una condanna.
Quel che mi lascia più perplessa, però, é la fine:
"Stava bene, era il Sanzo di sempre, puro come il canto d'un usignolo": non sono sicura che Goku pensi questo, di Sanzo. In fondo é un monaco senza Buddha che fuma e ha il grilletto facile... ma magari mi sbaglio; difficile dirlo.
È molto strano il risultato di questa fanfic: Sanzo é un uomo che, almeno in apparenza, é un miscredente; non osserva nessuna delle regole del buddhismo, uccide senza pietà e non si priva della materialità, dei vizi di cui é schiavo; ciononostante é singolarmente casto.
Se veramente i condizionamenti della società in cui viviamo sono il nostro demone, e i sogni truculenti l'inferno in cui vorresti (vorrei) bruciare i tuoi giorni, in che modo la fine si incastra in tutto questo?
Mhh...
Forse la speranza che qualcuno ci possa tirar fuori dalla monotonia di una vita più angosciante di un incubo, e diventi la nostra valvola di sfogo?
O, più banalmente, la speranza di incontrare una persona speciale...
So che questa non é una vera e propria recensione, ma la tua fanfic mi ha fatto riflettere moltissimo, anche sulle nostre "chiacchierate". Per il momento te la posto, ma in futuro potrei rimaneggiarla e scriverti qualcos'altro.
Comunque ho gradito sia l'ambientazione che i toni angosciosi; l'unione poi di Sanzo e di una creatura bestiale ha una carica erotica molto forte, perché é animalesca e blasfema e trae compiacimento dallo sfregio dell'integrità di un santo uomo, quale dovrebbe essere un Sanzo.
Ho apprezzato anche la scelta degli aggettivi che hanno reso molto bene l'atmosfera carica di tensione e dolore che permeava tutto il racconto.
Aspetto con ansia altri racconti di questo genere!
Grazie ancora!
Hermosa
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