L'inizio è spettacolare, me ne sono innamorata.
Sai, questa è una di quelle storie che potrebbero finire sul mio muro. Non perchè sia un onore, ma perchè è una di quelle storie che voglio assolutamente rileggere tutti i giorni della mia vita, per ricordarmi che esistono e che esistono persone che le cose che ho provato io, sanno cosa sono, che i pensieri che ho avuto io, sanno cosa sono. Sono storie importanti, che ti entrano dentro piano e che, alla fine, ti rendi conto essere diventate parte di te. Sinceramente non ho mai capito la differenza fra inizio e fine, che poi quando finisce il tempo che si fa? E' qui che comincia tutto. E' qui che si dipana il labirinto mentale, che ci si ingarbuglia e si inizia a sbattere contro i vicoli ciechi. E la parte sulla casa? Io volevo una casa e la volevo di cristallo maledizione. Maledizione. E' una di quelle parole che, se messe al posto giusto, rendono perfettamente l'idea. E qui inizia a peggiorare, inizia a diventare, posso dirlo, un po' ossessivo. E mi sembra di poterlo dire perchè inzi a confonderti, a spezzare le frasi come se volessi far vedere quante cose ti vengono in mente a pensare a questo vecchio, quante cose gli sono collegate. Fino ad arrivare al culmine, quando sbattevo il telefono forte contro il muro [...] e intasavo la segreteria. Paranoia? Forse sì, ma sicuramente è il culmine. E i nodi tra i capelli? Trascuratezza.
E' bella questa storia, può essere analizzata e tentare di essere compresa, come se si cercasse di uscire da un labirinto, oppure si può leggerla e lasciarsi invadere dalle mille immagini che proponi. Io ho provato a fare entrambe le cose e mi è piaciuta. Si avvicina a quella storia che voglio scrivere da quattro anni e che non ho il coraggio di inventare.
L'incipit è nel mio cuore, dico davvero. Brava, perchè è questo il genere di storie difficili da scrivere. Brava.