Recensioni per
Un altro cielo
di Ghevurah

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
25/12/12, ore 01:41

Non so come, ma mi sono persa per strada questa splendida storia. L'ho trovata davvero bellissima, e mi ha lasciata senza fiato per tutti i minuti che ho impiegato a leggerla *^*
Mi piace molto l'introspezione di Zuko e di Ozai, il modo in cui il cielo assume una forma simile per entrambi. A quest'ora credevo di non essere in grado neanche di leggerla, ma poi mi sono sentita in dovere di lasciare almeno un piccolo parere.
Ho solo una noticina da farti: gli occhi di Aang non sono azzurri, ma grigi.
Per il resto l'ho trovata davvero ben scritta e mi auguro che tornerai a scrivere in questo fandom, perché mi mancano davvero le tue storie çOç
Alla prossima, Asahi

Recensore Junior
29/09/11, ore 17:51

Anch'io adoro la Fire Family, quindi ho apprezzato molto questa ff.
Confesso di avere un debole per Zuko, invece Ozai... è una specie di mistero per me, non so se classificarlo come incompreso o malvagio e basta...
Complimenti per i personaggi molto IC, soprattutto per Ozai.
Scusa se la recensione non è molto accurata, sono relativamente nuova del sito :'(
Il momento in cui Zuko viene ferito mi è sembrato molto commovente ed intenso, così come la particlare riflessione di Ozai.
Se preferisci la versione corta: non ho trovato errori ortografici o sintattici, mi è piaciuta molto, complimenti.
Continua così!
Mai Annabeth Lily Cullen
p.s. spero mi farai sapere cosa ne pensi delle mie storie...
Ciao e a presto!

Recensore Junior
29/09/11, ore 00:55

Io adoro senza mezze misure ciò che tu scrivi sulla fire family >.<
Anche questa storia mi è piaciuta davvero moltissimo, è davvero curata e il modo in cui hai utilizzato la citazione mi è piaciuto immensamente.

Il cielo indifferente rispetto a entrambi nel suo azzurro indiffernte è straodinariamente adatto a esprimere la profondità dei due momenti.

Entrambi i brani sono spettacolari, quello su Zuko, il crcedere rosso, quasi partecipante al suo dolore, un cielo completamente estraneo a quello che gli sta accandento è spettacolarmente umano e tragico.
le parole che usci in questo pezzo sono splendidamente azzeccate, rendono il momento di una vividezza quasi dolorosa, sopratutto nelle frasi finali di questa prima parte.

Ozai, che dire, è un pezzo fantastico anche questa seconda parte, ma non so trovare i punti edeguati da proporre per sostere questa tesi XD solo l' impotenza e la rabbia verso questa incapacità in Ozai è palpabile e vibrante e le frasi che riguardano Aang le ho molto più che amate. Azzeccatissimo riferirsi a lui sempre come "bambino" e mai come "avatar" come se Ozai negasse quasi la cosa.

Recensore Master
29/09/11, ore 00:04

[Ricopio anche qui il commento, sperando di far bene :)]

Originalità: 8/10
Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
Stile e lessico: 7.5/10
Utilizzo del pacchetto: 10/10
Apprezzamento personale: 4/5
Totale: 38.5/45

Le scene che hai deciso di descrivere sono ben selezionate tra tutte quelle presenti nel cartoon, e molto ben trattate; l'introspezione è curata e gestita alla perfezione, senza fronzoli né pensieri fuori tema. Questo parallelo tra padre e figlio - accumunati dalle stesse sensazioni verso un cielo indifferente, di un colore inaspettato - mi è piaciuto molto; Ozai e Zuko, forse, non sono mai stati più vicini.
Per quanto riguarda lo stile e il lessico, non ho nulla da correggere né riguardo alla scelta delle parole, né riguardo alla concordanza grammaticale tra le varie frasi; l'unica pecca sono alcune virgole fuori posto (ad esempio, nella frase "Un vibrante margine cremisi, si fa strada sotto le sue palpebre abbassate", la virgola poteva essere - anzi, doveva essere - omessa; nella frase "Il calore, quel calore che ha sempre avvertito dentro di sé è sparito", invece, sarebbe stato meglio collocarne una tra "sè" ed "è").
I due pezzi, collegati ma staccati, sono della lunghezza ideale; aver sviluppato in maniera più prolissa le due scene avrebbe fatto perdere loro incisività.
Concludo dicendo che mi è piaciuto molto il modo in cui hai sviluppato il concetto espresso nella citazione; quel cielo azzurro che ritorna sempre, imperterrito, senza curarsi dello stato d'animo o della situazione in cui si trova chi lo guarda è davvero perfetto. E' esattamente un cielo che tratta tutti gli uomini allo stesso modo.