Questo me lo ricordavo, mi ricordavo il dettaglio di lei che si tocca l'anello quando le chiedono il nome e l'ufficio ipermoderno nel centro di LA.
La sua impertinenza nel presentare se stessa "vendendosi" con sfacciataggine per il nuovo lavoro e i ricordi che questa volta colpiscono lei quando torna dopo anni a passeggiare per quelle strade sentendosi di nuovo a casa e nonostante tutto, leggermente spaesata, come fosse un nuovo inizio.
Mi stupisce il fatto che tu non sappia che adoro quello che scrivi e come lo scrivi polletta ;)

Bene, probabilmente non hai scritto la letterina che dovevi scrivere, però, in un certo senso, l'hai fatto in questo capitolo :p Il momento in cui Ellie si reca al colloquio di lavoro è davvero ben fatto :) è vero, l'ultima frase è stata davvero rischiosa, però è stata lei che ha fatto la differenza. Una cosa che mi è piaciuta parecchio del capitolo è il paragone che fai fra il calore di Los Angeles e la freddezza di New York; è proprio per quel motivo che io non ammiro la Grande Mela, sotto certi aspetti è veramente troppo fighetta e cose simili, mentre Los Angeles mi appare come più calda ed open-minded (ecco che non mi vengono le parole in italiano). Poi tu hai anche praticato l'ambiente, dovresti saperlo meglio di me :) Sento odore di festicciolina per qualcuno dei Guns nell'aria... e qualcuno ci resterà molto di stucco :D Grande Mars, bel capitolo ;)
Un bacione, Ellie (che in questi giorni è molto CRAZY!!)