Ho trovato questa shot per caso, girando per il forum...La coppia Albus/Gellert mi ispira e parecchio anche, così ho deciso di venire a dare un'occhiata.
Mi è piaciuto come hai messo in evidenza la complicità che continua ad esserci tra i due, anche dopo tutto questo tempo, dopo che sono cambiate così tante cose. Ma alcune cose non cambiano mai, giusto? Continueranno ad amarsi nonostante si siano divisi, combattuti, sfidati, atterrati. Resteranno per sempre quei due ragazzi innamorati rinchiusi nel loro universo personale, ma con l'ambizione di dominare l'intero mondo, magico e non.
Ho apprezzato il tuo Gellert: enigmatico al punto giusto, triste e amaro nella sua condizione di prigioniero (a mio parere, prigioniero molto più dei ricordi e dei rimorsi che non di Nurmengard in sè), ma dolcissimo nel bacio appena accennato ad Albus: Gellert che vorrebbe di più e Albus che si tira indietro, conscio del luogo in cui si trovano e di cui invece l'altro se ne frega altamente.... *______* Ah, impazzisco... Mi fa impazzire quest'unica debolezza di un uomo che si professava così duro, così inattaccabile, così perfetto e superiore. Nemmeno lui può resistere a questo sentimento (e in questo è diverso da Voldemort, che invece rimane immune all'amore).
"E’ perché tu hai conosciuto il vero me stesso, e l’hai fatto tuo. Senza chiedere, senza alcuna alternativa."
*____* Condivido in pieno questa frase. Perchè Gellert è così: prende senza chiedere, perchè tutto gli è dovuto. Perchè lui è il più forte e niente gli si può negare.
"Inforcati gli occhiali della verità, Albus vide ciò che era Gellert, ciò che lui non sarebbe stato mai. Per anni l’avrebbe ricordato come il giovane che l’aveva fatto innamorare, e come il mago oscuro che l’aveva confuso con le sue idee di grandezza."
Quoto anche questa. Gellert gli ha imposto il suo amore e la sua visione delle cose e Albus, accecato dalla sua forza, ammaliato dalla sua intelligenza, non si è opposto, ha ceduto ancor prima di iniziare a resistere. Eppure non si è mai illuso di poter essere come lui, uguale a lui: no, Albus era troppo buono per poter scendere ai livelli di Gellert (per fortuna).
Io me li immagino, questi due, entrambi invecchiati, entrambi stanchi e gravati da preoccupazioni, seppur diverse, che hanno negli occhi lo scintillio identico di una volta, pieno di frasi non dette, di un passato che aleggia nella cella di Nurmengard.
Il loro amore è solo loro, li ha incatenati l'uno all'altro ed elevati al di sopra del resto del mondo, in un universo impenetrabile a chiunque altro.
Ecco, un'altra cosa che adoro è questo senso di esclusività, di possesso assoluto tra i due, soprattutto da parte di Gellert. Il quale mette Albus di fronte al senso di colpa per averlo fatto rinchiudere a Nurmengard. Dio solo sa quanto dev'essere costato ad Albus vincerlo in duello, sapendo che così facendo avrebbe decretato la fine della sua libertà... Eppure non si è fatto accecare dall'amore: nonostante il sentimento fortissimo che provava per Gellert, era consapevole che lui avesse sbagliato e che quindi dovesse essere punito. Insomma, il suo senso di giustizia alla fine è stato superiore all'amore.
"In questi ultimi anni ho riflettuto tanto, sai? Ho capito che tutto ciò che ho fatto era per la mia sete di potere. Il bene superiore era solo la scusa che usavo per giustificare le mie azioni con me stesso, ma soprattutto con te. Tu eri buono, Albus, eppure io avevo troppo bisogno di te per rischiare di perderti."
Quindi tu credi che Gellert non ci abbia mai creduto veramente a ciò che professava? Che il suo Bene Superiore fosse in realtà solo sete di dominio e nient'altro, non giustificata da alcuna necessità chiamiamola "divina"? Hmm...ecco, su questo non mi trovo molto d'accordo, io credo che Gellert fosse convinto di essere superiore, speciale, "destinato" a guidare gli altri per il loro bene, ma ovviamente sono solo pareri.
E credo anche che Gellert abbia fomentato l'ansia e la frustrazione che Albus provava nel doversi accontentare di occuparsi dei suoi fratelli più piccoli invece di diffondere il suo genio per il mondo; oh, sì, Gellert era astuto, sapeva volgere i sentimenti di Albus a suo modo, ci sapeva fare. Cinico, calcolatore, opportunista, un pò come Voldemort.
Un'altra cosa su cui non sono molto d'accordo è il pentimento di Gellert. A quanto ho capito, secondo te lui si è pentito di ciò che ha fatto, delle sue "manie di grandezza", ha capito che ha commesso crimini orribili e non giustificati. Io invece penso di no. Ho un'idea molto "granitica" del personaggio, e mi piace pensare che abbia scelto, volontariamente, di rimanere fermo sulle sue idee, di essere dannato per sempre, fino in fondo, senza possibilità di redimersi...
Sei davvero crudele quando, alla fine, lasci quella terribile domanda senza risposta... Già, chi ha ucciso Ariana? Brividi. Povera piccola. Io la mia idea ce l'ho, ma sarebbe stato interessante se la Row ci avesse illuminati in proposito...
Mi è piaciuto anche l'intercalare delle scene del passato, man mano che i ricordi si affacciano alla mente dei protagonisti. E, ti dirò, sembra quasi l'immagine di un film la scena degli occhiali di Albus, abbandonati da una parte, illuminati dal riverbero delle fiamme del camino, in cui si riflettono le figure ondeggianti dei due amanti...
Bella shot, si meritava una recensione ;)
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