Prima classificata al contest “Hit me with your fastest shot”: Sempre nebbia, MusicDanceRomance
Grammatica e stile: 9,55/10.
“Nebbia scura inghiottiva l’ambiente freddo.”
La nebbia è bianca; se è scura, è fumo. (-0,2)
“La nebbia scura sullo sfondo del dramma...”
Anche qui parli di nebbia scura. A questo punto mi viene in mente che forse intendevi dire che è densa, fitta. È possibile? (-0,2)
“Il nero stava vincendo.”
Non ho nulla da segnalarti qui, però questa frase è strettamente correlata ai due appunti che ti ho fatto in precedenza. Mi dispiace minare il tuo gioco di parole, il tuo concetto che viene ripreso nella storia, però io vivo in Lombardia: la nebbia è mia sorella. È la nebbia non è scura, quindi devo proprio fartelo presente.
“-Falli tutti secchi, Harry!”
Se usi il trattino per i dialoghi, deve essere staccato dalla parola; e, invece del trattino breve (-), dovrebbe essere medio (–). (-0,05)
Oltre a questo non c’è altro che vada segnalato. Posso solo dire che è un piacere trovare storie con così poche imprecisioni, ed è anche soddisfacente perché mi permette di essere molto più veloce a stendere una valutazione (questo non c’entra nulla, però).
Parlando dello stile, come al solito l’ho molto apprezzato. Sebbene la one shot sia piuttosto datata, devo dire che ho ritrovato in essa tutto ciò che ho sempre apprezzato del tuo modo di scrivere. Dai un’impronta decisa alle tue parole, contravvenendo alle regole dell’analisi del periodo in modo consapevole. In particolare, mi riferisco alle frasi spezzate, senza verbo, che dissemini ogni tanto nel testo. Non appesantiscono affatto, come invece potrebbe capitare se non si usa questa tattica con consapevolezza, ma danno un’enfasi che in certi punti è davvero fondamentale per il ritmo della storia.
Sempre parlando di ritmo, si nota molto la presenza delle virgole. Considerando il clima della storia, la psicologia del personaggio e tutto il contesto, le trovo perfettamente giustificabili. È per questo che ho deciso di non decurtarti il punteggio, sebbene in alcuni casi i periodi risultino molto complessi e articolati. Diciamo che hai saputo mediare tra comprensibilità e necessità. Spesso è necessario perdere un po’ di chiarezza per addentrarsi nella mente del protagonista, per cui questa tua scelta di abbondare con gli incisi mi è parsa molto adatta.
Anche l’alternanza dei pensieri di Dudley con ciò che viene mostrato in televisione è stato di grande impatto: generalmente non amo quando si va troppo a capo in un testo, ma qui era necessario per alternare il punto di vista e mi è piaciuto molto. Ha aumentato la velocità della narrazione, dando un certo senso di ansia che si è sposato perfettamente con il racconto.
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10.
Dudley è uno svalvolato, io l’ho sempre sostenuto. Parto con questa considerazione poco professionale perché sto pensando al finale della tua storia. Mi immagino questo ragazzo, che è più una montagna, brandire una forchetta e sputacchiare insulti verso il televisore. Credo sia un fattore genetico, perché Vernon mi dà la stessa impressione. Mica Petunia, lei è sempre austera e composta.
A parte questi piccoli viaggi mentali, comunque, credo che tu abbia abbracciato in pieno l’essenza di un personaggio bistrattato ma complesso. Dudley ha vissuto da re sin dal suo primo attimo di vita, dominando gli altri e disgustandosi per l’esistenza degli “anormali”; eppure ho sempre visto tanto di Petunia in lui, e l’odio per Harry è stato più facile dell’ammissione di un briciolo di invidia (o magari di ammirazione), proprio come era successo anche alle sorelle Evans.
Questa one shot è senza dubbio un punto di svolta, perché Dudley realizza ciò che non ha mai voluto vedere quando Harry lo ha protetto e salvato dal Dissennatore. Gli anormali non sono necessariamente brutti e cattivi (e qui si potrebbe aprire un’immensa parentesi di attualità, ma se la Rowling ci ha davvero accompagnati durante l’infanzia e l’adolescenza non abbiamo bisogno nemmeno di discuterne), e a volte sono anche parte della famiglia.
Credevo che non avrei mai letto nulla da questo punto di vista e sono felice che tu abbia scritto in modo così verosimile di un personaggio che è borioso, annoiato, viziato e mille altre cose insopportabili, ma che è stato in grado di mettere da parte l’orgoglio anche solo il tempo necessario per realizzare una cosa: quell’anormale disgustoso che ha infestato il suo sottoscala per anni è lo stesso che salverà le sue chiappette grasse e quelle di tutta la Gran Bretagna.
Gradimento personale: 10/10.
Dudley, nei libri, è davvero una spina dove non batte il sole. Nei film, forse, è anche peggio. Eppure ho sempre nutrito quella speranza di vederlo auto-umiliarsi, prostrarsi ai piedi di Harry riconoscendo la propria idiozia e implorando di sapere il più possibile di quel mondo che non avrebbe mai conosciuto. Non è mai successo, chiaramente, e col tempo questo desiderio è scemato, soppiantato da quello di una semplice crescita psicologica e mentale... che tu hai rappresentato egregiamente. Questo è ciò che avrei voluto da Dudley, e sapere che forse (non ricordo se l’abbia detto la Rowling oppure sia un headcanon che circola su internet) suo figlio avrà capacità magiche mi rende felice come poche altre cose al mondo.
Probabilmente dovrei concentrarmi su altro della tua storia, sull’intermittenza dei pensieri e sull’alternanza con i momenti di “osservazione” del televisore, ma proprio non saprei come fare per spiegarti il mio apprezzamento per questa one shot. Quindi spero che ciò che ti ho detto riguardo allo stile sia sufficiente, visto che quando qualcosa mi piace divento inspiegabilmente incapace di dire perché. So solo che hai risvegliato la fangirl che è in me, e credevo che ormai per un fandom abusato come questo non esistesse nemmeno più una fangirl in me disposta a dare attenzioni. Quindi, davvero, complimenti!
Totale: 29,55/30. |