Che dire, una storia graziosa, con un what if plausibile (ci stavano davvero rimettendo le penne, Neji, Chouji e gli altri).
Mi sembra ci sia un'imprecisione che se non ti secca ti riporto (purtroppo te la riporto anche se ti secca perché questa è una recensione, non Forum, ma ovviamente sei liberissimo di ribattere). In queste frasi: "La lotta contro il Quartetto del Suono, pur combattendo con tutte le loro forze, aveva provato i giovani ninja" io capisco che (grammaticalmente) il soggetto è la lotta, perciò, parafrasando, quel che ne viene fuori ad una lettura rapida è: "benché la lotta avesse combattuto con tutte le loro forze, aveva provato i giovani ninja". Ora, basterebbe esplicitare il gerundio (per esempio "benché/sebbene avessero combattuto", così che la persona del verbo chiarisca senza ombra di dubbio la natura del soggetto), ma anche così non sono riuscita a capire il perché dell'uso di una subordinata avversativa: i ninja della foglia sono stanchi proprio perché hanno combattuto con tutte le loro forze... Non so, magari ho frainteso qualche passaggio. Nel caso mi farebbe piacere se me lo spiegassi.
A parte questo mi sembra a posto (anche se, che io sappia, non è necessario lo spazio dopo la parentesi e prima di chiuderla, ma è una sottigliezza).
Ultima cosa, da prendere con le molle perché magari infastidisce solo me: le virgolette. Quando le usi, mi fermo nel mezzo del testo e immagino che tu tiri su le mani e tracci le virgolette nell'aria. Lo so che pare una cosa stupida, ma interrompe la lettura, e per cosa? Per parola normalissime come "sbranare" o "voleva". Parole che sono esattamente quella che tu volevi utilizzare e che, in un testo narrativo, sono tutt'altro che fuori contesto: come autore, le parole sono il tuo mezzo, se tu hai deciso che lì ci sta bene quella (e effettivamente io lettore in questi casi specifici concordo con te), non vedo perché tu debba metterci le virgolette, quasi che ti trovassi in difficoltà e fossi insicuro su quale termine utilizzare. Cosa che si nota maggiormente se paragonata al fatto che, invece, utilizzi il corsivo in maniera appropriata (cioè per sottolineare una parola che ti sembra importante, come qui "il suo coprifronte graffiato e sporco").
A parte queste cosette, la storia è graziosa e nel turbamento di Tenten si legge uno sforzo introspettivo piuttosto ben gestito, che rende la lettura abbastanza coinvolgente.
Bene, scusa per il papiro e saluti. |
