Qualche volta compaio ancora, Neme-chan. E ogni volta mi dispiaccio, perché penso che ho bisogno di recuperare tutte le tue grandiose storie -e soprattutto ho bisogno del Roma di cui parli tu, con tutte le sue sfaccettature, contraddizioni, che me lo rendono amabile.
Adoro il fatto che, nonostante si tratti dell'omicidio di Cicerone, tu abbia inserito una citazione di Catullo. Cioè, awwww! E di quel carmen, poi. Cioè. C-cioè. *sviene*
La figura di Romanus incappucciata è quanto di più malinconico, forte e magnifico ci sia. Perdonami, Gilbert, ma questa volta dicendum est quest'aggettivo. *si diverte un mondo a mescolare italiano e latino, per la gioia (o quasi) delle persone che le stanno attorno*
In particolare, ho adorato questa parte della tua storia:

-Romulus Lucius Octavianus¹- gracchia Marco Tullio, lasciando cadere la mano rugosa  -Il sangue di chi, macchia le tue mani?-
Un istante di silenzio e l’Arpinate vede l’ombra di Roma alzare le braccia, il viso piegarsi all’indietro nel mentre che le mani, nello spostarle alla luce dei bracieri, prendono la forma lampeggiante di  due lame.
-Non saprei dirlo- mormora Romanus –E’ troppo il rosso che le ricopre-

Perché, non so, è come comprimere tutta la storia di Roma in una frase, in un movimento -quello delle mani le cui ombre sembrano lame, quasi a ricordare quanti uomini vennero uccisi-, e nella risposta dell'Impero. Mi fa tremare il sangue nelle vene, perché, mioddio, è tremendamente meravigliosa, quest'immagine che si sussegue nel tempo. Neme-chan, mi fanno sognare, le tue storie. Ed è un sognare fantastico.
Grazie per aver condiviso questo gioiello! :D
Un abbraccio,
Jo

Complimenti per la scelta del tema (ho sempre pensato che l'assassinio del celebre oratore sia stata la vera fine delal repubblica romana, più della formale spoliazione delle varie funzioni ad opera di Ottaviano diventato Augusto, per non parlare di atto esemplare di persecuzione fino alle estreme conseguenze di qualcuno per le proprie idee, oltre che dell'atto di gratuito vilipendio che gli fece la moglie di Antonio...).

Quanto al testo in sè, mi è parso molto bello nella sua concisione, non riesce per nulla difficile immaginare che il vecchio Cicerone abbia potuto avere un attegiamento come quello descritto nei confronti della personificazione del suo popolo, che per anni lo aveva idolatrato come principe del foro e campione dello stile in lingua latina, ora dilaniato dalla lotta per il potere ed ebbro di ferocia nei confronti di chi viene additato come nemico (accusa che fa cessare ogni sentimento di gratitudine, persino in chi era stato salvato dall'orrore della poena cullei), fino a gloriarsi del sangue sparso, inoltre con il tipico attegiamento che si potrebbe definire "da calcio dell'asino" prende in giro il vecchio oratore paragonando il suo stile di scrittore al sangue che lo imbratta, ottima scelta anche il riferimento a quelle lacrime (forse) presenti nella parte finale, mi sembrano un ultimo riferimento all'ammirazione che i romani provavano per lui, nell'epoca in cui lui era un acclamato uomo politico e non un fuggiasco.

Ho letto tutto d'un fiato questa tua one-shot, incuriosita in primo luogo dal suo titolo: vedi, io abito molto vicino ai luoghi dove Cicerone visse, e per questo si può dire che in qualche modo abbiamo una sorta di "legame speciale" con questo controverso personaggio storico.
Mi è piaciuto molto il modo elegante col quale hai descritto gli ultimi suoi istanti di vita, la caratterizzazione che hai dato sia a lui che a Romanus: beh, non che mi aspettassi di meno da te, insomma... sai che adoro il modo in cui scrivi!
Ecco, da profana (non sono una ex liceale io, ma una ex ragioniera, quindi tante finezze storiche non le conosco, magari) volevo solo esprimerti tutto il mio apprezzamento per aver scritto di questo figlio della terra ciociara!
Bisous,
~reilin

[Questa recensione partecipa all'iniziativa Recensioni d'Autunno 3D di maridichallenge @ livejournal.com]