Tempo fa (ormai è un anno, giorno più, giorno meno) mi ritrovai a parlare con la mia migliore amica di efp (che ora è sparita .-.) e le chiesi di consigliarmi qualche storia da leggere durante il viaggio che dovevo compiere, e tra vari nomi lei mi propose proprio questa. “Leggila”, disse, “è bellissima. Lunga, ma bellissima”. Mi ricordo che ci misi un po', a leggerla, perché il viaggio, benché lungo, mi stancò tantissimo, quindi la rileggevo ad intervalli e dovevo ricominciare quasi sempre d'accapo. Era bella, bellissima, ma come un'idiota non presi note, né altro, dunque quando decisi di recensirla dovetti rileggerla, ma mi distrassi e feci passare ancora tempo, e così è andata avanti. La leggo, la amo, mi distraggo e non recensisco. La cosa bella, però, è che continuo ad amarla ogni volta come se fosse la prima: questa storia mi sconvolge e manda in un brodo di giuggiole ogni maledetta volta. Un po' come il primo amore, credo.
Prima di tutto ho amato alla follia l'intersecarsi di presente, passato e passato remoto: non avresti potuto scegliere un modo migliore per raccontare questa storia. I particolari che emergono piano piano rendono il tutto ancora più accattivante: presentarli tutti insieme sarebbe parso artefatto e di difficile comprensione. Se è difficile per uno scrittore rendere l'intreccio accattivante tu non hai fatto percepire questa difficoltà: è tutto così naturale, semplice; la storia poteva essere scritta solamente così, altrimenti non avrebbe avuto senso. Poi, i personaggi. I personaggi sono la vera forza di questa storia: sono il centro di tutto, con i loro pensieri, i loro sentimenti e le loro azioni e dunque devono essere ben costruiti, ben scolpiti. La creazione di un personaggio è una vera e propria gestazione, un processo lento e difficoltoso nel quale è semplice sbagliare, cadere. Tu sei riuscita ad arrivare al traguardo, alla fine del percorso senza sbagliare mai e il risultato è stato più che soddisfacente: i tuoi personaggi non sono solamente lettere sparse a caso sullo schermo, non sono un insieme di parole proferite a casaccio. I tuoi personaggi sono vivi, reali, tangibili. Sono persone in tutto e per tutto, in carne ed ossa, con pregi e difetti, che fanno cose forse moralmente sbagliate, forse sconsiderate, ma fanno cose vere, cose che chiunque potrebbe fare, cose che poi hanno delle conseguenze, cose che non possono controllare. Non sono delle semplice maschere che incarnano stereotipi comuni, sono sculture di marmo corrette, levigate, controllate pi volte. È chiaro che tu abbia fatto un lavoro minuzioso e che non abbia lasciato nulla al caso e ti ringrazio davvero per averlo fatto: serviverebbero molte più storie così e molte meno ficcyne del cavolo, con personaggi aventi lo spessore di mezzo capello. Per prima cosa abbia Gideon, un personaggio inizialmente infantile, stupido quasi, che mantiene in alcuni atteggiamenti la sua parte puerile eppure cresce - e non per sua volontà. Viene investito dalla lotta ai Mangiamorte, dall'amore malsano per Marlene e, nonostante quella degli altri sia una vittoria, lui contro Voldemort perde in ogni caso: con la morte di Marlene rimane ufficialmente da solo, perde l'amore, la spensieratezza, la sua valvola di sfogo, la felicità. L'unica persona che gli dà un po' di conforto è suo fratello Fabian. Mi è piaciuto che, in questas storia, tu abbia analizzato vari tipi di amore. Quello fra loro è un amore speciale, un amore che, purtroppo, non tutti possono provare: l'amore fraterno. Un fratello, una sorella sono compagni di vita, persone che ti comprendono e ti capiscono, che sono pronti ad aiutarti senza giudicarti, che ti rimangono al fianco. Sono amici, confidenti, sostenitori... sono tutto ciò che un genitore non può permettersi e che un amico, a volte, non può essere. Per questo, spesso, è più importante il giudizio di un fratello che di qualsiasi altra persona: Gideon e Fabian hanno condiviso una vita insieme, gli stessi anni, gli stessi ricordi, le stesse lotte; per Gideon è importante sapere che il suo compagno di vita, la sua metà razionale riesca a perdonarlo. Gideon è impulsivo, incontrollabile... fragile. Sì, secondo me è un personaggio molto fragile. Ha bisogno di appoggiarsi ad altre persone più forti, che riescano a sostenerlo, a guidarlo attraverso le difficoltà. È coraggioso, certo, eppure in questo coraggio vi è un grande terrore di rimanere da solo. Non potrebbe sopravvivere, se perdesse i suoi punti fissi. È forse anche per questo che soffre così tanto: non metto in dubbio il suo amore per Marlene, eppure a mio parere influisce molto anche questa sua profonda paura. Dall'altro lato abbiamo Marlene, una donna infelice, frustrata, costretta dal suo buonsenso a sposare un uomo che, in realyà, non ha mai amato. Una donna che cerca conforto fra altre braccia ma che se ne pente amaramente. Una donna furiosa, astiosa contro la vita come hai tu stessa detto: è infelice e sfoga la sua frustrazione nel rapporto con Gideon. Ricerca un po' di felicità, eppure non la trova neanche in questo modo: il suo sfogo finale denota un malessere mentale nato a causa del sensi di colpa: la coscienza ha agito nel suo caso, sa di stare sbagliando eppure non può più tornare indietro. Il suo rapporto con Gideon è basato, più che su affetto o complicità sull'abitudine. E l'abitudine ci uccide piano piano. L'unico vero e proprio amore di Marlene sono i suoi figli, quei figli privati in un certo senso di sua madre per il lavoro prima, il suo amante poi; due bambini piccolissimi costretti a pagare per colpe non loro, vittime di una guerra che non avevano combattuto, straziati per il semplice fatto di chiamarsi McKinnon. Una piccola parola di addio anche a David e sua madre, colpevoli di aver espresso il proprio dissenso a Voldemort, "traditori". Traditori di cosa, poi? Se avessero accettato sarebbero stati traditori dei propri principi. Hanno semplicemente fatto una scelta.
Questa storia è meravigliosa per il modo in cui l'hai scritta: hai uno stille bellissimo, semplice, scorrevole, eppure dettagliato. Non ti perdi in chissà quali discorsi complessi, ma riesci a cogliere l'essenza delle cose, delle persone e metterla su carta (o meglio, su schermo) con poche e sapienti pennellate. La storia è lunghetta eppure si legge senza alcuna fatica né alcuno sforzo: dalla prima all'ultima parola il lettore rimane incollato dinanzi allo schermo, incapace di muoversi, desideroso di non perdersi neanche una piccolissima parola. Questa storia in sé è un piccolo capolavoro, che ha preso due personaggi secondari anche abbastanza maltrattati - in particolare Marlene, marysuescata spesso e volentieri - e li hai resi umani, realistici, reali. Hai creato una storia in linea con la nostra società, senza principi e principesse, senza matrimonio e senza lieto fine. Una società anche un po' squallida, in cui si perde il senso di amore e di lealtà, in cui ci si lascia andare per placare le emozioni, in cui non si ragiona: si agisce e basta. Il tutto in un clima freddo, distaccato, proprio come una fredda aula di tribunale. La scena del ritrovamento dei cadaveri è agghiacciante, per il semplice motivo che non è finzione. Esistono realmente esseri del genere che agiscono, pur senza bacchetta, in modo barbaro e animalesco. Sono persone degne della pena di morte, persone che non merita alcunché dalla vita giacché gioiscono nel sottrarla agli altri.
È sicuramente una storia che inserirò nella lista delle preferite poiché la ritengo davvero meravigliosa, ben scritta e degna di tutti i premi che ha vinto. Ti ringrazio per aver donato a questo fandom una storia così curata e precisa, spero di riuscire a rileggere qualcosa di tuo quanto prima. Ti faccio davvero i miei complimenti, hai fatto un ottimo lavoro!
Baci,
Acquamarine_ |