Peccato che al personaggio della Shelley non sia venuta un'idea simile, ma sarebbe stata ovviamente poco adatta ad un romanzo gotico.
L'ho trovata estremamente divertente, sia nella parte di preparazione, in cui si vede lo scienziato che si prepara con estrema attenzione alla messa in pratica di un esperimento che i più ritengono empio, poi nel momento in cui vuole affidare a futura memoria la formula (ed inserita in un contesto para orrorifico come quello fa una bellissima impressione, dato che la fonte dell'umorismo è che debba essere un avvertimento del contrario, quindi compaiono elementi che poco si addicono ad un laboratorio dove si compiono esecrandi tentativi di manipolazione della materia) fino al trionfo rappresentato dal primo, tenue richiamo della "creatura", che segna il trionfo del suo creatore, sintetizzato dall'abbraccio finale, penso non sarà difficile "nutrire" affetto per lui (dato che se mai dovesse ribellarsi come il suo "collega", ci si potrà sempre armare di una tazza abbastanza grande e di una buona quantità di latte, ci si potrà nutrire di lui...).
In sintesi, complimenti davvero per questa storia.
PS. Questa storia mi ha fatto venire in mente una delle più divertenti striscie delle Sturmtruppen, quella dove il malefico cuoco del reggimento riusciva a dare vita all'abominevole rancio. |