Oh cavolo! O.O !!!!!!!!!!!!
Ok, sospiro profondo. Cerco di scriverti una specie di recensione.
Primo: la canzone. Rammstein.
Secondo: Gellert.
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O.O come diavolo ti è venuta in mente un’accoppiata del genere?!?!?! Perché è semplicemente… geniale. Impetuosa. Intensa. Incisiva. E vabbè, ho finito gli aggettivi -.-‘’’’
Mi ha colpita molto l’indifferenza, la freddezza di Gellert, il continuo ripetersi che quel soldato non significa niente per lui – auto-convincimento in atto, bravo bravo-, che non gl’importa nulla, né di fargli male, né di fargli bene. È tremendamente rude, fattelo dire, ma, dato il personaggio e il contesto, non mi sarei aspettata del fluff- né lo avrei preferito, perciò è un complimento, oh eccome!!
Ma ciò che più mi ha colpita non è stata la ruvidità di Gellert, quanto piuttosto quelle lacrime. Lacrime!! sul suo volto, mentre pensa ad Albus, e non riesce a strapparsi il ricordo di lui dal cuore, e se la prende con il primo malcapitato per non prendersela con se stesso, per non rischiare di… che so, darsi fuoco per la rabbia disperata che prova… Perché Gellert è disperato; violento e bestiale, sì, ma è una bestia ferita. Ed è quasi commovente la paura che ha di farsi vedere con le lacrime agli occhi, perciò volta il viso, si gira, non guarda la sua "vittima". È lui il più debole, in quel momento, quando tutto è finito, quando la violenza è consumata, senza peraltro dargli soddisfazione, se non effimera e vuota. Perché non riuscirà mai a guarire da quella malattia che gli avvelena il cuore e che ha un solo nome: Albus. Per quanti corpi possa avere, nessuno sarà come il suo, nè sarà capace di farglielo dimenticare...
Mi ha trasmesso sensazioni molto forti, questa tua storia, anche se non sono stata capace di darti mezza spiegazione. Non mi resta che farti i miei complimenti. Meritati. |