Sai, ho da poco letto un ”””””””libro””””””” in cui a un personaggio capita una cosa del genere: viene rapito e usato come schiavo sessuale. Bene, in quel rotolo di carta da culo libro la prima cosa che ti veniva da pensare era “e di cosa si lamenta ‘sto coglione”?
La differenza tra quel coso con delle pagine dentro e la tua storia è che qui invece si capisce bene di cosa si lamenta il tizio. Altroché.
Si capisce perché è dipendente dal sesso, perché ne trae disgusto e il perché della violenza.
E il dettaglio del telefono che squilla anche se staccato è bellissimo. Cioè, uno di quelli che mi fanno una paura fottuta. E che da proprio l’idea che per il poveretto non ci sia scampo.
Complimenti!

Una volta mi sono imbattuta in una storia che trattava di un argomento simile. Tanto è vero che stavo per chiderti se non avessi preso ispirazione da lì, viste e considerate certe nostre conoscenze in comune. XD Solo che la storia in questione, per come era stata scritta, faceva più ridere che piangere. Comicità involontaria, per intenderci.
Invece questa... questa è tutta un'altra cosa. E' inquietantissima. Altro che ridere, ti fa sentire tutto il disgusto e il tormento del protagonista. E alla fine, quando lui riconosce in quegli occhi rossi la sua aguzzina, il cacchio ti telefono che continua a squillare e non la smette neanche quando lui stacca il filo... mamma mia! Ti si mozza il respiro e non puoi far altro che unirti alla supplica del poveretto.
Complimenti. Ho i brividi.