Ci ho messo un po', ma alla fine sono riuscita a inserirla, 'sta benedetta recensione. *A*/
Prima classificata, My Pride.
Benché perfettamente conscia di rischiare il linciaggio – perdiana, un giudice non dovrebbe aprire un commento con strilla e strepiti da fangirl allupata! –, trovo più che doveroso avvisarti di aver adorato Miguel.
Davvero, eh; credo che sia il personaggio meglio delineato, nel tuo racconto, quello con più sfumature e ombre. Quello che più affascina e intriga, perché un po’ ricorda i vampiri veri, quelli che non sbrilluccicano. Quelli che il sangue lo bevono e amen, è il loro destino.
Non so se tu abbia letto o conosca Shadowhunters, ma per certi versi il tuo Miguel mi ha un po’ ricordato Rafael – si è trattata di una sensazione momentanea, certo, ma ammetto di averla apprezzata.
…e credo sia giunto il momento di metter fine al mio parere personale e passare al commento vero e proprio, ché sto seriamente straparlando – e dando una dimostrazione di scarsa professionalità, il che non penso sia un bene. Uhm.
Dunque.
Hai fatto davvero un ottimo lavoro, con la caratterizzazione; e non mi riferisco solo alla protagonista o al già citato Miguel, ma anche a Giselle e Nathan, che riescono a emergere e risultare credibili benché a loro sia riservato un ruolo più o meno marginale.
Come già detto, quello che del gruppo resta più impresso è Miguel: un po’ per il suo rapporto incerto con Lewis, un po’ per il suo accento, per il suo modo di esprimersi e agire.
Sulle prime lo si direbbe quasi tranquillo – e invece no, per nulla. Sebbene sia cieco – e il più nelle volte, nei libri, alla cecità è accostato un buon carattere – riesce senza alcun problema a far prevalere la sua volontà, e sebbene sembri una persona pacata in realtà è sadico e crudele.
Ho letteralmente adorato il suo modo di approcciarci con la protagonista; c’è stato qualcosa, qualcosa c’è ancora, lo sanno entrambi. È una relazione ombrosa e poco chiara, e tuttavia cattura, intriga. Spinge a volerne sapere di più. Come Lewis, anche il lettore finisce con l’essere sottomesso al giogo di Miguel.
Buona la trama, abbastanza chiara anche per chi, come me, non ha avuto modo di leggere le storie di cui questo racconto è uno spin-off: sono pochi i dettagli che sfuggono, perché generalmente sei riuscita a fornire un numero di informazioni sufficienti per comprendere la vicenda.
Quanto alla grammatica, direi che hai fatto un ottimo lavoro: l’unico problema rilevabile, ma è comunque un caso a sé, è la presenza di una “È” apostrofata anziché accentata.
Si tratta sì di un errore abbastanza grave, ma all’interno di un testo così lungo e ben curato quasi non lo si nota.
In «[…] senza che il sorriso sulle sue labbra si appassisse.» c’è un “si” che personalmente mi sembra scorretto; non so se sia stato inserito volutamente o meno, ma ti consiglierei di toglierlo.
Per il resto, a livello stilistico ho trovato qualche ripetizione a breve distanza – cose come «ritrovai/ritrovati», «sbottai/sbottai», «Miguel/Miguel», «occhiata/occhio», «dirmi/dire» –, ma non direi che è un grosso problema.
Anche perché lo stile risulta ugualmente fluido: il brano scorre che è una meraviglia, e arrivati all’ultima parola lascia il lettore disorientato, perché vorrebbe conoscere il seguito. Il che è un gran pregio, per un lavoro originale.
Non penso sia possibile muovere critiche all’utilizzo della pillola, poi; è magistralmente giostrata.
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Ancora tanti, tantissimi complimenti. <333 Alla prossima, si spera! ^W^ |