Uhhhhhhhhhhhhhhhhh questi appuntamenti dati così, dal divano, sanguinanti.....
che cosa sexy. Pierre lo è, assolutamOnt. Boh, è un francesismo, che ne so.
Ciao bella, continuoooo!

“ Montréal?! ” sbraitai, scesa dal taxi. Vidi un sorriso a trentadue denti stamparsi sul volto di Jack, nel momento in cui aveva notato la mia espressione decisamente contrariata.
“ Non volevi andare a Sherbrooke... ”
“ Perché era a quattro ore da Boston! ”
“ Montréal è a cinque. ” Affermò soddisfatta Leah. Ebbi un certo moto di ira nei confronti di quei due. “ Hai sempre sognato di venire in Quebéc, e ora che ci sei ti lamenti. ” Dichiarò Jack. Gli lanciai un’occhiataccia per poi rivolgermi alle mie valigie.
“ Va bene. Questo te lo concedo, ma se mi ritrovo anche una sola formica di Boston nei paraggi prendo il primo autobus per Anchorage. ”
“ Non sopporteresti mai tre giorni e undici ore di viaggio, amica mia. ” Intervenne Leah, ammiccando.
“ Ma hai imparato a memoria ogni itinerario?! ”


AHAHAHAHAHAHAHAH *svengo*
Leah mi sta già simpaticissima, e anche Jack. Cioè, mi sembra quel classico tipo che subisce ma si diverte. Boh, considerazione improbabile, ma.. ahahah
Poi Pierre alla fine che dice "vengo a prenderti alle dieci", con estrema nonchalance... Dovrebbe dare un appuntamento anche a me èwé

Yuuup! Sebbene i dialoghi tra Pierre e questa misteriosa protagonista vengano sempre posti alla fine del capitolo e non siano particolarmente lunghi posso affermare con una certa sicurezza che mi piacciano molto. Ho come la sensazione che qui verrà a crearsi un legame molto particolare, e ripeto che scrivi davvero bene. Mi smaterializzo e me ne vado a leggere il seguito, bye! :3

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