Recensioni per
Varlam
di Alkibiades

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
04/01/12, ore 22:47
Cap. 1:

Ciao Luca,
ricordi che te l'avevo promesso?,  e sì, sul serio, questa volta ho qualcosa da dire.
A me piacciono le storie con la trama che si scopre lentamente, a strati, come una cipolla, una trama cipolla, no? Mi piacciono quelle storie strane e a sorpresa, a volte irreali a volte no, ma parlo di quelle storie che, sì, potresti pure sognare di notte, capisci?
Il bianco è il colore che mi è rimasto impresso, a fine lettura. Bianco, e silenzio, e quel qualcosa che è strano, perché così non è in realtà il mondo, ma quel posto sì, e per forza deve contenere un segreto. A cipolla è stata quella descrizione, e andava a dettagli. Cioè, non è che descrivessi le cose genericamente. Ma hai parlato del trucco slavato sui cuscini e capisci, questo è un dettaglio che parla di molte cose. Andare per dettagli è una tecnica che adoro, e che tu usi spessissimo - capisci, è una cosa che mi piace.
"Colava la loro anima". Questa frase potrebbe essere una metafora - bellissima - oppure un riferimento a qualche elemento fantasy che hai deciso di aggiungere. Ecco, in entrambi i casi l'apprezzerei, come cosa, perché l'immagine di un'anima che cola è agghiacciante. Quello che tu hai voluto scrivere è splendidamente agghiacciante.
Sì, non si capisce bene dove si è, e perché, per quale misero motivo... E gli ospiti, gli ospitanti, io posso immaginare, ma non lo saprò mai veramente chi sono, se tu non lo spiegherai più avanti - cosa che farai, o io ti obbligherò a fare. Te la sei giocata bene, devo dirlo, perché fai capire e non fai capire, ed è un gioco bellissimo, questo.
Ossimorico è stato definire sognatori quelli che, a una che non sa assolutamente nulla della storia, potrebbero sembrare dei malati mentali.
Varlam è una figura appena accennata, e so che la indagherai. Mi ha incuriosita, ecco.

Mi piace pensare al tuo percorso - alle cose che scrivevi un anno fa' e che già mi avevano fatto riflettere, fino a quello che scrivi ora. è bello, il percorso, intendo - qualsiasi percorso, ma il tuo in particolare. Non arrestarlo, continualo, sempre, perché importante non è l'inizio nè la fine, ma quello che ci sta nel mezzo.
(Hum, posso chiederti di utilizzare un carattere più grande, la prossima volta? Non so se sia Mozilla o cosa, ma io lo vedo davvero piccolissimo. Non tanto per me - io faccio lo zoom della pagina e sono a posto - ma più che altro per altri possibili lettori. So per esperienza che molta gente non inizia nemmeno a leggere se non trova una presentazione grafica che la aggradi).

Credo d'aver detto tutto, quindi smetto di blaterare e vado a deambulare da un'altra parte. A presto Luca, buona nanna (:

Recensore Veterano
04/01/12, ore 22:01
Cap. 1:

Sono confusa. Questo che hai descritto è un manicomio o un qualcos'altro? Non si coglie bene. Ma per il resto questa è una one-shot davvero straziante. I pianti, la monotonia, il dolore e la malinconia mi hanno fatta tremare. E poi si dia il caso che il quindici dicembre sia il mio compleanno, quindi mi è proprio sembrato realistico, come se quell'uomo, quel masochista.. fossi io. Bravo, insolito e strano, ma bravo. Illuminami sul posto.

Recensore Junior
04/01/12, ore 17:09
Cap. 1:

Se proprio vuoi saperlo, trovo che sia abbastanza inquietante. Quest'uomo che decide di rinchiudersi in un manicomio (?) di sua spontanea volontà (?) 
Ma la cosa che mi ha lasciato di più a bocca aperta è stata l'immagine che dai. Queste stanza tutte bianche, nelle quali non si alterna nessun altro colore a parte il verde sbiadito delle coperte, i pianti consumati sui cuscini, questi ospitanti che diventano carcerieri. Un immagine di dolore e solitudine, anche di incomprensione, o almeno è così che io l'ho colta.
La scrittura magistrale come al solito...