Un momento di silenzio per tutta la felicità sparita, grazie.
Seriamente, Ella: se sei brava a scrivere cose leggere che fanno spuntare un sorriso sulle labbra, sei molto più brava a scrivere di tristezza e ali carpate. Questa flashfic è dolorosa, è intensa e trovo senza ombra di dubbio che sia perfetta in ogni sua sfumatura.
C'è Naminé che soffre per la luce che non potrà mai vedere e la percezione che ha dei collori è assurdamente smorta, senza vitalità, ma di una grandezza che mi lascia stupita: il mare in tempesta, per quanto i colori possano essere poco vividi, è segno di una forza pari a poche cose, probabilmente; l'immagine di un gabbiano che rimane imprigionato in una macchia di petrolio ha dietro un messaggio ben definito ed altrettanto doloroso.
Ho trovato assolutamente necessari quegli interventi, quelle domande che, seppur sembrerebbero banali, hanno messo in chiaro la questione: Naminé non vede il mondo con tutti i colori della tinozza.
E, cavolo, le ultime frasi mi hanno steso. Sono dolorose, ma per niente complicate, ed è questo che fa più male. Sembra che Naminé sia un'eterna bambina che non è capace di pensare a cose più complesse, a cose che nella loro semplicità e nitidezza sono assolutamente dolorose e con un messaggio forte.
Mi è piaciuta, è meravigliosa.
Va ad abbracciare i colori vivaci della scatola di pastelli, la Rose.