O, per tutti gli dei Mani! Per tutti i misteri eleusini!
Sono senza parole. *E fu così che cominciò a parlare senza respirare manco un secondo*
Mi conosci, Neme-chwan, e soprattutto hai ascoltato i miei sproloqui sull'imperatore Adriano, e ora... Cioè... Lui e Roma...! Ecco, Rino e Alfredo, i miei due fidati neuroni, si sono sciolti e hanno dato forfait.
Ma come caspita posso spiegare quanto amo quest'Imperator? Come posso quantificare la gioia che provo nel leggere di Adriano e di Roma? Qual è l'unità di misura per il grido di gioia che ho emesso nel leggere il titolo -perché sì, è bastato il titolo, anche se a scoppio ritardato, perché ammetto di essermi fermata per un po' a leggere l'introduzione, e me la sono gustata, e tipo, l'ho totalmente amata-? Decibel? Penso qualcosa di più. Per fortuna che in casa non c'è nessuno, a quest'ora.
E mi è stato sufficiente leggere dell'incantevole efebo per tirare un sospiro di gioia, uno di quelli durante cui non si pensa che Antinoo sarebbe morto presto, troppo presto.
Le memorie di Adriano è in assoluto il mio libro preferito. Cioè, mi ha scavato una voragine nel cuore e me l'ha riempita di poesia, di amarezza e di felicità. E questa tua storia, per cui ti ringrazio dal profondo di quell'abisso che sarebbe la mia anima -credo-, ha come sparso l'ultima manciata di terra per chiudere la voragine. Ma ho come l'impressione che, a breve, ci sarà un boato allucinante e quella voragine tornerà ad essere vuota -che fenditura sarebbe, altrimenti?-. E le tue storie, e tutte le curiosità che scoprirò durante quest'anno riguardo i Romani e riguardo Adriano, la riempiranno ancora. Non ne ho alcun dubbio.
Ci giro attorno, lo ammetto. Perché ho quasi paura di dire qualcosa, come se potessi rovinarla. Hai presente le vecchie fotografie, che si vorrebbe prendere in mano, stropicciarle nel portarle al cuore o nell'avvicinarle al naso per sentire il profumo? Ecco. Sento esattamente quel sentimento. È talmente bella, e la sento talmente mia, che ho paura di sporcarla con le mie parole.
Per tutti i Numi! Perfino l'edema polmonare di Adriano è bello. A volte dici di non saper scrivere poesie, Neme-chwan. Ma "Le labbra livide schioccavano, scivolando unte di salive, alla ricerca di un respiro libero da ogni costrizione, di un esile soffio di fiato che non gli annegasse nel petto." per me è pura poesia. Forse è scritta in prosa, vero, ma è talmente aggraziato, talmente meraviglioso il modo in cui hai descritto una malattia mortale, che io la considero poesia -Neruda e la sua "La poesia" mi hanno fatto cambiare molte opinioni a riguardo-. Come molte delle tue storie.
-Io non lo porto sulle spalle, dominus- lo corresse Romanus –Io lo porto alle spalle-. Ok, avevo detto che non avrei commentato, quindi vorrà dire che citerò solamente le parole che mi hanno conquistato. –Mi parlate di un passato che a stento ricordo, dominus-
L’uomo prese la coppa di vino nel tavolo basso dinanzi al triclinio e se la portò alle labbra.
-Allora farò sì che ti torni alla memoria- mormorò –E forse, allora, saprò-
Ma posso davvero dire che non ho parole? Diamine, dove devo andare a cercarle? Da Apollo, direttamente?
-Come ti è sembrata?-
Le labbra di Romanus si sollevarono in un sorriso malinconico.
-Come quelle dei miei ricordi-
Sapere che questa mi è dedicata, ecco, mi fa impazzire. Non so come dirlo. Ogni gesto, ogni parola di questa storia... Grazie. Grazie infinite, Neme-chwan.
E adesso, Roma, passami un fazzoletto. Posso commuovermi, ora, dopo aver detto tutto.
Ago gratias tibi, Neme-domina.
Un abbraccio,
Jo

P.S: Se andrò a studiare Storia romana all'università la colpa sarà di Marguerite Yourcenar e in parte anche tua.

P.P.S: Perché non potevo finire così, senza aggiungere nulla di idiota. E poi perché Post Scriptum è pur sempre latino.
(Recensione modificata il 24/01/2012 - 02:00 pm)