Visto che sto adorabilmente minacciando di fiocinarti, mi sembra giusto che perlomeno mi prenda il disturbo di leggere LA STORIA NUMERO QUARANTADUE. La risposta. LA.
Già vedo che i personaggi che hai scelto per fare da protagonisti sono piuttosto interessanti. Ho una teoria riguardo ai temi trattati, ma sicuramente avrai ideato qualcosa di totalmente rivoluzionario, e io rimarrò lì a leggerlo a bocca aperta, fantasticando di quanto sono stata stupida, banale e ingenuotta.
Vado a leggere <3
"Dudley è senza ombrello; cammina veloce stretto nel soprabito, le mani in tasca. Ha sempre avuto mani grandi, mani che Harry ricorda sporche di cioccolata, chiuse a pugno per colpire dove fa più male, strette convulsamente attorno agli oggetti cari.
Mani che hanno contribuito a dare a Harry un’infanzia infelice."
Bella immagine (lo dico perché non sono stata io a essere menata da Dudley ogni tre per due). Mi piace che la prima focalizzazione riguardi un particolare fisico come le mani.
Molto realistico, che non sappiano cosa dirsi dopo tanto tempo che non si vedono. Anche quando vivevano a stretto contatto, non si scambiavano poi troppe parole, figurarsi ora.
"Fosse per Harry, quell’impasse durerebbe ore. Per fortuna, Dudley la risolve.
- Sei… sei tu? - balbetta, fissandolo dritto negli occhi. - E sei… vivo?"
Ho amato il tuo modo di riportare il punto di vista di Dudley. Mentre quell'altro pensa a tutti i propri drammi (dai più piccoli e quotidiani ai più grandi e monumentali), è come se Dudley fosse, in qualche modo, rimasto fermo alla prima conversazione civile tra lui e il cugino ("Non ti considero uno spreco di spazio", o qualcosa del genere. Il concetto è chiaro).
"Cavolo, gli è mancato, in tutto quel tempo. Sì, certo, non si era mai comportato bene con lui, ma era talmente abituato ad averlo attorno che vederlo sparire così, senza una spiegazione, era stato… beh, gli era dispiaciuto.
Ed ora ce l’ha davanti, vivo, quando ormai pensava che non l’avrebbe più rivisto.
- Sei vivo - ripete di nuovo. Poi aggiunge: - Meno male."
Mi piace, mi piace davvero l'ICcisità estrema con cui hai reso entrambi i punti di vista. Quello di Harry è tormentato come al solito: "Che dico, che faccio?", mentre quello di Big D esprime concetti semplici, in maniera un po' traballante, ma a suo modo anche profondi. Bravo Diddino.
"Ma adesso il vento incalza, li porta via; avranno più tempo, la prossima volta.
Tanto tempo."
AAAAAH, ti amo. Ti amissimo.
Chiunque altro avrebbe indugiato, avrebbe rimuginato e avrebbe deciso di far proporre a uno dei due un: "T'oh, andiamoci a prendere una birra", mentre tu, questi due babbeoni incapaci di scambiarsi due parole dopo otto anni che non si vedono, li fai incontrare, scontrare e risalutare con una stretta di mano e una promessa di rivedersi presto. Non così presto. Magari un po' più in là. C'è tempo.
Quest'istinto selvaggio alla procrastinazione estrema mi piace, mi sembra adatto, adattissimo, anche perché fa pensare a una riconciliazione amichevole, una sorta di barlume di speranza.
Uuuuuh, hai vinto la gara Corvonero-Tassorosso?!??! Wiiii! Bravissima, la mia Fera *spupazz*
Massì che sono IC, 'sti due. Non te l'avevo detto con sufficiente enfasi?
"Il riferimento alla "prossima volta" indica l'apertura alla creazione di un rapporto molto più amichevole di quello passato, sempre in virtù della crescita di entrambi.
... spero fosse chiaro -.-"
GH, ennesima dimostrazione che le nostre mentoline viaggiano a braccetto ^^ Il mio commento l'avevo fatto prima di leggere le tue note finali <3
Non è inquietante come il "See, non ci sono parole, ma solo parolacce" in contemporanea, ma è comunque emblematico XD
Tanti baci. Quarantadue baci <3 |