Recensioni per
I'll be waiting in line - just to see if you care
di Selene Silver

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano

oh cara omonima, solo Stephen King è riuscito a fagocitare Doyle e a risputarlo fuori con una maestria sorprendente mescolandolo perfettamente ad alcune cose che invece sono proprie del suo modo di scrivere. In ogni caso amore profondo a questi due e devo dirti che a me è sembrato un lavoro molto meritevole, nonostante l'innegabile difficoltà di calarsi in un modo di esprimersi che non è quello del 21esimo secolo sei riuscita a scrivere di Holmes e Watson in modo molto efficace. Cmq si, John Watson è molto arrendevole donzella quando si tratta di Holmes e questa è una delle cose che mi fanno sentire sempre un po' intenerita quando risfoglio il canone. Penso che Watson batta in amore infinito anche Heathcliff di cime tempestose e, come se non bastasse la mia ossessione gigante per il Dottore, ora sono appena tornata da Londra, dove ovviamente ho visto lo Sherlock Holmes Museum e mi sono fatta venire un coccolone sedendomi sulla poltrona di Watson (oh, Watson <3 ). Perciò dal basso del mio lago di follia ti dico che il tuo Watson mi è piaciuto, passo e chiudo. Vado a piangere perchè prima o poi dovrò reinventarmi una vita :) baci [tutto questo è imbarazzante ma non ho voglia di cancellare]

Recensore Master

Sotto la mia visuale, scrivere di un libro e' una cosa quasi del tutto impossibile da fare senza far crollare almeno di un po' la visione dell'autore del libro stesso. Nessuno, nemmeno lo scrittore piu' bravo di ogni angolo dell'universo riuscirebbe a scrivere tale e quale ad un altro autore, poiche' la scrittura di ognuno di noi varia da personalita' a personalita' e si sa nessuno e' del tutto uguale ad un'altra persona, psicologicamente parlando. Questo, quindi, non puo' che valere pure per lo stile della scrittura e la visione dei fatti, ed ecco la ragione per cui trovo tanto difficile e prova di tanta responsabilita' scrivere (e a dirla tutta, anche solo leggere) una fiction su un libro. Ma sai, con questa storia penso che tu abbia un po' aperto questa mentalita' elitaria e chiusa che mi ritrovo, lasciandomi vedere le cose da un differente punto di vista: non si tratta di rovinare un'opera, si tratta solo di cercare di reinterpretare (e occasionalmente rivisitare) a modo proprio una visione altrui, proprio quello che ha fatto Virgilio - che, l'abbiamo pure detto, e' stato il primo fanboy di tutti i tempi - quando ha scritto l'Eneide. E' quello che facciamo pure quando scriviamo di un film, di un telefilm o di una persona realmente esistente, a dirla tutta. E' una cosa di cui chiunque abbia un pizzico di intelligenza possa accorgersene, ma io, per capire questa cosa, ho dovuto vederla da questa prospettiva che mi hai offerto con questa fic.
Appunto come dice Marta, sei andata incredibilmente vicino alla visione di Doyle. Il suo stile va a intersecarsi con quello di Doyle, ma penso che sia giusto e, anzi, che questo abbellisca ulteriormente il tutto. E hai riprodotto in un modo o nell'altro i sentimenti di personaggi non tuoi in una maniera tanto vivida e sincera da toccare il lettore, quasi a non fargli accorgere che questa si tratta solo di un'altra versione di un racconto gia' esistente. E attenzione, "solo" e' un termine che ho utilizzato per sottolineare il fatto che si tratta di una fiction, ma presa da se' rappresenta molto di piu' di una semplice fiction. Ho sempre in qualche modo amato questo essere sospeso tra l'intimo e il distaccato di questi due bellissimi personaggi, cosa che penso tu abbia descritto molto bene, anche perche' ho amato in particolare quel "Il suo tono fu scientifico esattamente come quando mi parlava di analisi ed indizi, ma senza il medesimo entusiasmo" e anche il punto "Sapevo che, anche in quel momento, il suo mirabile cervello continuava ad elaborare teorie, porsi domande e trovare risposte; ma lasciai che accadesse, perché anch'io ero impegnato nello stesso atto, a modo mio." Sono righe in cui hai in qualche modo riassunto anche il loro rapporto, che personalmente mi ha sempre intrigato tanto, ragion per cui mi sono ben presto appassionata anche ai vari Sherlock e John che sono stati presentati dai posteri attraverso telefilm, film e via dicendo. Consideriamo che ognuno di essi ha presentato un nuovo Sherlock, uno a tratti diverso dall'altro. Magari anche tu hai creato, a tua insaputa, un altro Sherlock e un altro John.
E appunto mi sono quasi commossa nel leggere questa fic, nell'avvertire quella malinconia nella sua narrazione, e quasi riuscivo a sentire Sherlock quando parlava con quel tono che tanto bene viene descritto nel pezzetto sopracitato. E nel paragrafo iniziale, nel «Non lo so. Non riesco ad andare via.» ho letteralmente sentito il mio cuore smettere di battere per un attimo. L'hai detto, ogni volta che Sherlock fa a John una proposta, questo non riesce mai ad andare via. Le ultime righe sono di una carica incredibile, che quasi inondano il lettore. Penso che mi siano venuti i brividi, forse una lacrima, non so. So solo che ogni parola era perfetta, al posto giusto, proprio come in molte delle storie scritte da te che ho letto finora, e sono seria. In sintesi, tutto questo mi ha emozionata, mi ha fatto provare tante cose e mi ha commossa, quindi ti ringrazio di aver scritto una storia del genere, che fila immediatamente tra i miei preferiti. Penso sia tra le storie piu' vive e sentimentali che abbia letto finora, se vogliamo intendere il termine "sentimentale" nel senso letterale, quando si sta parlando dei sentimenti quotidiani come la noia, l'apatia, la gioia o la tristezza o via dicendo, che se ci pensiamo sono riflessi di reazioni che avvengono nel nostro cervello. Ma che divertimento ci sarebbe nella vita se osservassimo il tutto da un punto di vista tanto meccanico?
Niente, ho finito e sono ancora estasiata. Ancora grazie, di cuore, e scusa per questo papiro. With love.
Ps: Come ho fatto a dimenticarmene? Un'ulteriore grazie per i Coldplay <3
(Recensione modificata il 05/02/2012 - 10:58 pm)

Nuovo recensore

quale onore, essere la prima a recensire, quale onore. sono le due di notte e non ho niente da fare. 'è notte', la userò come scusa per tutte le cose insensate e sgrammaticate che scriverò. ammetto che quando ho visto il tuo nome in quella categoria ero tipo 'the game's afoot' non so perchè. forse perchè spero e sono certa scriverai ancora meraviglie del genere, e ovviamente, sapevo che sarebbe stato un altro gioiellino. non sapevo leggessi doyle, e questo non fa altro che incrementare il mio amore per te, perchè anche io ho letto i suoi libri (finora solo i nove di sherlock holmes, ma c'è tempo per gli altri, spero). immagino anche a te che, a ogni minima cosa, hai le lacrime agli occhi. ti dico solo che io ero in lacrime per ogni minima cosa slash che arthur accennava, solo per uno sguardo, una sensazione sfuggente o un sorriso. che poi continuano a chiamaro 'mio caro', 'mio caro compagno', 'caro watson' eccetera, son cose. io divago troppo, basta. comunque, ti chiedevi se sei riuscita a ricreare il modo di scrivere di arthur, e io ti dico che è impossibile, ma ho provato quelle minime sensazioni sfuggenti che provo leggendo quei libri. ora, intendo dire che ovviamente, il modo di riprodurre ugualmente il modo di scrivere di una persona è impossibile, ma tu ci sei andata davvero, davvero vicino e mi hai fatto provare sensazioni che credevo di non poter provare senza doyle. me ne vado, tronco bruscamente questa cosa sgrammaticata. notte;

la tua creeper