Recensioni per
Epica
di Gaea

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
05/03/13, ore 22:24
Cap. 1:

Mi sono imbattuta in questa storia tempo fa, e ha subito stuzzicato il mio interesse essendo una grande amante delle divinità greche e delle loro vicende. Ma questa è una storia così viva e toccante che mi lascia quasi i brividi, gli dei stessi sono così ben caratterizzata: Ares preda dei suoi più volatili desideri, Apollo che si erge a superiore ma è anche compagno premuroso, e lei Calliope è bella, semplicemente bella. I riferimenti ai luoghi cos' come le caratteristiche delle divinità aggiungono fascino ad una storia già ben scritta, le scelta di colorare i punti di vista è altrettanto interessante, affatto ridondante. La forma è ben curata, e l'epica non avrebbe potuto trovare genitori migliori. :)

Recensore Veterano
17/10/12, ore 23:02
Cap. 1:

 Ciao... eccomi al fine dopo aver letto questa tua opera. E che dire? Per fortuna che volevi cancellare la pagina e rifare tutto da capo... alla faccia!!
Sono rimasta senza parole davanti a questa opera che sembra venire direttamente dall'età classica! Le descrizioni, gli oggetti, i pensieri, lo stile... tutto richiama alla perfezione il tema toccato e dipinge un quadro di un'attinenza praticamente perfetta.
I pensieri stessi degli dei riescono a essere credibili, aderenti, venati di quella superiorità che è tipica di chi è abituato a essere una spanna sopra agli altri. La psicologia di Calliope è delineata perfettamente: una violenza che si trasforma in desiderio e brucia ogni delicatezza, ogni pacatezza.
Apollo che osserva, medita vendetta nel suo cuore ferito, ma non lascia trasparire alcunché. Ares così istintivo e animale, senza autocontrollo nè riflessione: è pura impulsività.  I colori diversi hanno separato i loro pensieri, ma la loro caratterizzazione è così perfetta che non ci si sarebbe comunque potuti sbagliare.
Ho trovato bellissimo il pensiero di Calliope secondo cui le guerre per Ares sono tutte diverse, mentre lei le vede tutte uguali.
E geniale il finale: Calliope assorbe da Ares tutto ciò che le serve e poi, arrivata alla pienezza, lo congeda con indifferenza e crea un nuovo genere letterario. E' stato un vero colpo di genio che dà alla storia quel tocco in più che la porta all'eccellenza.
Complimenti per l'originalità, la psicologia, lo stile, il lessico... e ci credo che hai vinto il primo  premio!!! :D

Recensore Master
05/04/12, ore 17:17
Cap. 1:

Gea – Epica 
Caratterizzazione dei personaggi 20/20 
Stile e lessico 10/10 
Grammatica 9.6 /10 
Attinenza alla trama 10/10 
Gradimento personale 10/10 
Totale 59.6 /60 
Caratterizzazione dei personaggi: 
Un punteggio pieno meritatissimo! Sono entusiasta del modo in cui, specialmente in riferimento a Calliope, hai caratterizzato i protagonisti della tua storia. Sei riuscita a far sì che il lettore riesca ad inquadrarli in ogni minimo dettaglio, che li identifichi immediatamente con quelli che poi sono i reali “attributi” assegnatigli dalla mitologia classica e goda appieno di ogni sua caratteristica. Non risultano statici e questa, fra tutte, è la cosa che più apprezzo nelle storie. Le loro azioni, durante lo svolgersi della storia, sono sempre conformi ai loro caratteri ma, adattandosi alle situazioni, permettono un crescere ed un mutare dei caratteri stessi. Questo avviene a mio avviso specialmente con Calliope che, dapprima sentitasi violare ed offendere, muta il suo atteggiamento nei confronti di Ares, diventando da preda ella stessa predatore nel momento in cui si accorge del desiderio che prova nei confronti del dio. Stessa cosa avviene con Ares che, dapprima è solo un turbinio di violenza e prevaricazione e dopo, avvertendo che il legame con la dea va al di là di un semplice istinto animale, cerca suo malgrado di contenersi quanto più gli è possibile. 
Ecco, insomma, sono questi “cambi”, queste evoluzioni, che rendono ricchi i personaggi e conferiscono loro veridicità, movimento e credibilità. 

Grammatica: 
Anche in questo campo vorrei farti i miei più sentiti complimenti! Ho trovato la tua grammatica corretta e senza “orrori” e, esclusivamente per pignoleria, mi sono permessa di portare alla tua attenzione questi unici due errori riscontrati. 
-“ Solo il mio compagni, l’efebo Apollo, presami in braccio mi accompagnò nelle mie stanze.” Non credo, ma che dico, sono certa che non necessiti di correzione e sia solo una svista ma, per correttezza, non ho potuto fare a meno di sottolinearlo e sottoporlo alla tua attenzione. 
-“Sto scrivendo un genere nuovo. L’epica”.” In questo caso non si può, forse, parlare di un vero e proprio errore grammaticale ma, sempre per eccesso di pignoleria, può essere considerato forse come un errorino di punteggiatura. Il modo più corretto, poiché stai specificando il genere nuovo di cui ha accennato, sarebbe stato per me il seguente: “Sto scrivendo un genere nuovo: l’Epica”. Ed inoltre, come ho appena trascritto, “Epica” essendo il nome proprio del genere, lo avrei posto in lettera maiuscola e non minuscola. 
A parte questo, ci tengo a sottolineare ancora una volta che, sotto l’aspetto grammaticale, hai svolto un ottimo lavoro: corretto, pulito ed attento. 

Stile e lessico: 

Splendido! Semplicemente splendido! Sono senza fiato. Rapita dalle parole e dalla poesia che esse racchiudono. Non solo ti sei attenuta splendidamente alla richiesta di un lessico elevato, conforme al tema trattato, ma sei riuscita anche a riprendere lo stile e l’eleganza dei poemi epici e degli scritti antichi. 
Alcune frasi poi sono semplicemente perfette così come, lo sono altrettanto, le forme che hai utilizzato. Per portarti qualche esempio: 
-“…non abbia a temere una seconda violenza.” Quel “non abbia a temere” si adatta benissimo alla richiesta di un linguaggio raffinato, antico, poetico. Non risulta forzato o gracchiante per le orecchie ma anzi, è semplicemente in perfetta armonia ed accordo con il resto dello stile e del racconto. 
-“…vezzeggiata dal padre tuo…” Trovo che anche qui tu abbia compiuto una scelta quanto mai perfetta. Anche solo anteponendo il complemento all’aggettivo possessivo sei riuscita a dare l’idea di una frase particolarmente elaborata, dal suono poetico e dalla perfetta attinenza con la struttura classica. 
-“…la più savia.” Un aggettivo inusuale e ricercato che arricchisce maggiormente il testo. 
-“…con il suo eloquio pacato”. Altro esempio, almeno per quanto mi riguarda, di un perfetto utilizzo delle parole ricercate e di un lessico originale, raffinato e studiato. 
Oltre questo però ho anche sottolineato, ovviamente sono pareri personali e non annoverati quali errori ortografici, qualche “passo” del testo che mi è parso un po’ impreciso. 
-“Presi la tavoletta e lo stilo ed iniziai a scrivere. È, dopotutto, l’unica cosa che so fare.” In questo caso, per esempio, prima della “E’”, invece del punto, avrei aggiunto i due punti. In fin dei conti stai spiegando qualcosa di più sul suo unico talento che, appunto, è lo scrivere. Credo che forse la frase sarebbe stata più corretta ma, come ho già detto, è solo ed esclusivamente un mio parere e non affatto una correzione. 
-“…sono stufa dell’essere la bambola nelle mani di altri.” Sicuramente quel “dell’essere” potrebbe conferire un tocco in più alla frase ma, questa volta, mi è sembrato un azzardo leggermente troppo spinto. Avrei preferito un “d’essere”, alla lettura più scorrevole e meno forzato. 

Attinenza alla trama: 

In questo caso, come ho spiegato nel discorso pre-classifica, ho dato a questo parametro il significato di “attinenza al contest” e di “sviluppo della trama”. Non so esattamente quale delle due la giudice intendesse poiché, solitamente, io divido le due cose ma in questo caso, attenendomi al suo volere iniziale, ho deciso di lasciare lo specchietto valutativo così com’era. 
Tornando a noi, insomma, il punteggio pieno che hai –scusa il gioco di parole- pienamente meritato, racchiude un 10 per lo svolgersi della trama, fluido, originale ed un 10 per l’attinenza al contest che è pressappoco perfetta. Hai tenuto fede alla richiesta di un linguaggio elevato e di rimando classico, ti sei attenuta al rating che doveva essere necessariamente rosso ed inoltre hai sviluppato il rapporto tra i protagonisti, inserendone anche altri, in modo originale e personale. Non sei affatto caduta nell’OOC ed hai infine rispettato, senza esagerare o limitarti ad una “ri-narrazione” del mito, il mito stesso e le caratteristiche attribuite a ciascuna divinità presente nel tuo racconto. 

Gradimento personale: 

Come avrai forse già intuito -e se così non fosse provvederò ad essere maggiormente esplicita,- sono a dir poco entusiasta del tuo racconto. Mi ha entusiasmato la storia in sé, lo svolgersi dei fatti descritti con estrema attenzione e precisione, ricchi di dettagli ed inoltre, più di tutto, sono sbalordita per lo stile ed il linguaggio che, ripeto una volta ancora, sono estremamente splendidi. 
Mi è parso quasi di leggere un’opera classica a tutti gli effetti, di possedere tra le mani un libro di miti antichi e scritti da un autore dell’epoca passata. Bellissimo come ad esempio le “metamorfosi di Ovidio” e carico di passione quale può essere “l’Iliade” con le sue guerre ed intrighi. 
Mi sono innamorata dei personaggi e di come sei riuscita a far emergere le loro caratteristiche più evidenti ma anche quelle più nascoste. In particolare Calliope è quella che più mi ha emozionata, con il suo apparire quale la si può vedere nei dipinti ed invece, dentro sé, completamente diversa e bramosa di riscatto e piacere. 
Anche la figura di Ares ne è emersa squisitamente, ricalcando la sua parte meno “sfruttata” ovvero quella di divinità violenta, irascibile ed impulsiva e non semplicemente come “istigatore” e portatore di guerra. 
Ci tengo anche a dirti che ho amato profondamente la descrizione dell’amplesso e che, raffinato ed altrettanto passionale ed erotico, non ne avevo mai letti prima. Riesci a mantenere intaccata la brutalità di Ares, affievolendola giusto il necessario, contrapponendola però alla purezza di Calliope che, nonostante tutto, si lascia andare e diventa istigatrice a sua volta. 
Ultimo -e giuro di chiudere qui questo discorso insensato- è il mio volermi complimentare per la conclusione, magnifica, del racconto. Sono estremamente sincera, quel riferimento all’Epica mi ha spiazzata, sbalordita ed emozionata. E’ originale non solo per il modo in cui, attraverso il racconto ed in modo insospettato, sei giunta a quella conclusione, ma altrettanto perché, considerata la difficolta di Calliope di trovare un suo talento personale, ed è forse perché in questo mi rivedo molto, mi ha emozionata il vedere come, alla fine, lei riesca a trovare qualcosa in cui, lei ed esclusivamente lei, può brillare ed esserne l’assoluta detentrice. 
Una storia splendida, una lettura più che piacevole ed un primo posto altamente meritato! 
Tutti i miei complimenti, una volta ancora. 

Ria-chan

Recensore Master
13/02/12, ore 12:22
Cap. 1:

Ho apprezzato moltissimo questa tua storia. I temi mitologici sono difficili da trattare, specie quando li si deve proporre da punti di vista insoliti, come sono quelli degli dei.
Hai caratterizzato benissimo Ares, con l'aspetto selvaggio e terribile, i modi rudi e violenti. Forse appare persino più brutto di quanto ce lo consegni la statuaria antica, ma hai saputo far risaltare, attraverso le parole di Calliope, il fascino nascosto sotto la crosta di infamie e orrori. Apollo mi pare una figura un po' evanescente, per certi versi obbligata dal proprio compito a distaccarsi da quanto avviene sotto i suoi occhi. Ma Calliope... ah, la musa da cui - forse più che dalle altre sorelle - ci giunge l'ispirazione! Fremente, delusa, triste, appassionata, frustrata... ed infine conscia del proprio dono. Ne hai dato un'immagine talmente variegata e precisa, che potevo immaginarla scrivere, sentivo i suoi pensieri come se li pronunciasse. Davvero, le hai reso giustizia nel migliore dei modi e l'espediente di mescolare frammenti di miti diversi ha contribuito a renderla tangibile, vera.
Ti meriti un applauso! Ottimo lavoro!
Appunti:
-"son fosse figlia": suppongo si trattasse di un "forse";
-"agli uomini mortali – ... più infimo mortale.": piccola ripetizione nel giro di due frasi, stona un po'.
Alla prossima!