Mi piace ç___ç Yep! L'ho inserita tra le preferite, perché mi è sembrata una storia davvero bella e significativa.
Insomma, possiamo anche lasciar stare kingdom hearts per una volta e metterci la vita reale. Secondo me, Naminè è il simbolo dei rimpianti, di tutto ciò che si vorrebbe fare, ma non si fa, chi per un motivo, chi per un altro. Perciò quando tende a ribellarsi, è una cosa che mi commuove e non posso non amare questo personaggio:') *concorda sulle note riguardo il personaggio di Naminè*
L'inizio è okay, normale direi, tutto il bianco che acceca, si, la solita aria drammatica di Naminè...poi però...quando si chiude la porta entra in scena un'altra parte, quella che dovrebbe esser più evidente. Nonostante Naminè non opponga resistenza per la ricongiunzione al suo Somebody, lei è triste (chi non lo sarebbe -__-"?), grida piano per non farsi sentire, quasi solo per ricordare a se stessa, che in qualche modo esiste anche se non ha un cuore; allo stesso tempo, sa che ciò che sta per fare è un incredibile sacrificio. Adoro questa frase: "Se fosse una stella, non brillerebbe". In pratica, o è lei che ripudia il suo essere, oppure è incapace di essere ciò che desidera. Quindi, o non riesce a brillare, o non vuole farlo. Credo sia un po' per tutte e due, Naminè si è arresa, è diventata bianca come tutto ciò che le sta intorno. "...in alcune culture il bianco è il simbolo dei fantasmi" non-vita, fantasmi, cosa c'è di più triste? Eppure, la particolarità di questo personaggio sta nel fatto che anche con la sua tristezza, la sua assenza, riesce ad accontentarsi, forse si arrende, ma riesce comunque a trovare pace...una pace nel sacrificio.
Anche se dubito che possa avere tanta pace una vita passata di rimpianti.
Mi è piaciuta molto, complimenti:') ottime descrizioni e argomento interessante;)
A.C. |