Recensioni per
Morire, dormire. Forse sognare...
di Blackvirgo

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
14/04/18, ore 15:49

Ciao!
Finalmente riesco a passare, come promesso.
Ho curiosato un po' sul tuo profilo, poi ho notato questa raccolta originale con pochissime recensioni e mi sono "buttata" su questa.
Non mi dispiace leggere storie ambientate negli ospedali, ma diciamo che preferisco vederle dal punto di vista dei medici e non dei pazienti. Mi piace leggere di tematiche delicate, senza che queste tocchino direttamente il protagonista. Però ho apprezzato ugualmente la tua storia - scritta, tra l'altro, in maniera corretta e precisa.

Non mi sarei mai aspettata che Carla avesse le gambe amputate e... diciamo che scoprirlo è stato un po' un colpo di scena tristissimo. Lei che è costretta in quel letto, con Arcadia che respira grazie a quella macchina rumorosa e gracchiante...
In poche parole mi hai fatto rivivere lo spiacevole ricordo dei pomeriggi passati in ospedale, la tv fastidiosa sempre accesa, persone che non conosci sdraiate nel letto accanto al tuo... Sei stata brava in questo: hai riprodotto un'atmosfera ospedaliera senza soffermarti eccessivamente sulle descrizioni, sugli odori.

E poi c'è il dottor Ronchi, forse il personaggio che mi ha strappato un leggero sorriso. Lui è così umano che quasi commuove. Mi spiego meglio: credo seriamente che quello dei dottori - in ospedale, a stretto contatto con i pazienti - sia uno dei lavori più belli e difficili del mondo. Bisogna prendersi cura di qualcuno che si affida a te, alle tue capacità per stare meglio. Qualcuno che non sempre potrà ringraziarti a fine giornata con una stretta di mano.
E la parte più difficile è proprio quella della perdita, quando il paziente non ce la fa. Ecco. Ronchi e Carla non sapevano nulla di Arcadia: quell'anziana era solo una persona che, per un po', era diventata una parte della loro vita - a forza di cose.
Entrambi non sapevano quale fosse il suo colore preferito, se la domenica cucinava un piatto particolare al suo nipotino, se quando si è sposata ha avuto un attimo di panico... Però c'è tanta umanità in quel sorriso appena accennato e nelle lacrime di Carla. Tanta. C'è tutta quell'umanità che forse nella nostra routine quotidiana quasi dimentichiamo.
Ed è stata la parte che ho preferito in assoluto.

La grammatica mi è parsa immacolata, e col tuo stile hai reso il testo abbastanza scorrevole. L'ho apprezzata, questa storia.
Meriti senza ombra di dubbio una bella bandierina verde.
Alla prossima!

Recensore Master
11/01/18, ore 17:01

Ciao Blackvirgo,
queste parole da oltre la tenda, prima concitate e poi rassegnate, questi pensieri di una donna anziana dietro la fragile protezione di un separè... sembra fin troppo vero, come un resoconto scritto di pugno proprio dalla protagonista ormai al tramonto.
Anche il mesto richiamo alla tragedia di Fukushima, mai nominata, contribuisce al malinconico realismo della tua storia.
Nell'introduzione tu accenni a una raccolta, ma questa storia è definita conclusa. Hai rinunciato a scrivere altre storie su questo genere?
MaxT:)