Eccomi anche qua <3
Oh, capisco Stephane. Lo capisco davvero, iniziare da quasi zero a vivere è sempre un trauma, soprattutto se lo devi fare in una lingua che hai sempre stuiato in modo accademico e diventa il tuo unico modo per comunicare con gli altri. Tanto amore <3
Appare di nuovo Immanuel, mi incuriosisce come personaggio.
Il pezzo finale sulla necessità di scrivere in seguito a qualcosa, un turning point, un plot twist della vita, è davvero strafigo, mi è piaciuto tantissimo, sarà perché questa necessità è davvero viva e più che risucchiare, dona.
LOL altri deliri.
*svolazza via*
Bacio!
Lau

Ribadisco quello che ti ho detto in separata sede – riusciresti a farmi piacere pure la storia di un elefante rosa che vola.

Mi piacerebbe sapere il motivo che ha spinto Stephane a partire per Amburgo (o forse da qualche parte è già scritto e io sono così svanita che me lo sono perso).

Mi è piaciuta molto la parte in cui parli della stranezza di ritrovarsi bambini a vent’anni e dover imparare nuove parole e nuove strade.

Credo abbia reso bene la sensazione estraniante che si prova a trovarsi a vivere in modo completamente diverso da prima, con nuove persone, in una nuova città, con un’altra lingua.

La parte finale, poi, l’ho adorata!

È cruda, si, ma non è difficile immaginare come un evento simile posso scuotere l’immobilità in cui una persona può cadere.

Un bacio _k
(Recensione modificata il 10/03/2012 - 03:41 pm)

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