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Autore: Onigiri    24/03/2012    4 recensioni
"Oh, questo Tyler lo vede benissimo.
Peccato che quel libro non rientri esattamente tra il genere di letture preferite di Lindsay: non per altro, le uniche parole scritte che solitamente lei è disposta a sfogliare sono quelle delle riviste di moda, dei romanzetti rosa o dei cataloghi di ombretti e lucidalabbra.
Tyler si mette in piedi, e avvicinandosi a Lindsay si azzarda ad allungare lo sguardo verso il titolo di quel tomo sorretto tra le sue braccia.
Princìpi e risorse sul camping per esperti: volume I."
[Lindsay/ Tyler]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lindsay, Tyler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Field

Field?







<<...Lindsay?!>>
<<Shht!>>
Può considerarsi vero il fatto che Tyler non sia un ragazzo sveglio: eppure, in questo momento, persino uno come lui riesce a capire quanto la situazione sia decisamente
assurda. Abbastanza assurda da convincerlo a strofinarsi gli occhi e a chiedersi se magari non stia ancora dormendo, e se questo non sia un qualche sogno senza senso.
Strizza le palpebre con tutte le sue forze, ma quando riapre gli occhi non è cambiato nulla.
Lindsay è ancora lì, come l'ha trovata non appena (per un motivo anche a lui ignoto) si è svegliato prima dello squillo della sveglia: seduta sul bordo del letto, con ancora i capelli biondi spettinati dal sonno, a fare
quello che sta facendo.

Titubante, Tyler si stende sul materasso e si avvicina alla fidanzata, allungando una mano verso la sua schiena per richiamare la sua attenzione: ma appena la sfiora con le dita lei si gira di scatto, e blocca quel movimento con un'occhiata che quasi gli gela il sangue.
Va bene, Tyler non è un tipo molto sveglio:
ma qui qualcosa non quadra!

<<C-cosa stai facendo?>>
<<Sto leggendo.>>

Oh, questo Tyler lo vede benissimo.
Peccato che quel libro non rientri esattamente tra il genere di letture preferite di Lindsay: non per altro, le uniche parole scritte che solitamente lei è disposta a sfogliare sono quelle delle riviste di moda, dei romanzetti rosa o dei cataloghi di ombretti e lucidalabbra.
Tyler si mette in piedi, e avvicinandosi a Lindsay si azzarda ad allungare lo sguardo verso il titolo di quel tomo sorretto tra le sue braccia.
Princìpi e risorse sul camping per esperti: volume I.

<<Camping...?!>>  ripete, ma un secondo Shht! infastidito gli impedisce di aggiungere altro.

Disorientato, Tyler osserva la sua ragazza e si gratta il capo. Vorrebbe chiedere a Lindsay il perché si sia svegliata all'alba per dedicarsi a una lettura del genere, ma ha già intuito che se anche lo facesse lei non avrebbe comunque molta voglia di rispondergli.
Perciò si limita a studiarla per un po' di tempo, sperando di capire che cosa stia succedendo anche solo guardandola a lungo: dal modo in cui fa scattare gli occhi da una riga all'altra, Lindsay non sembra afferrare bene tutto quello che c'è scritto. Eppure non stacca un attimo lo sguardo dalle pagine, riducendo le palpebre a due fessure e torturandosi le belle labbra con piccoli morsi nervosi.
La faccia contorta dalla concentrazione la rende quasi irriconoscibile, come se seduta sul suo letto non ci fosse la sua fidanzata, ma una perfetta sconosciuta.

La fronte di Tyler si corruga in un'espressione preoccupata, oltre che del tutto indecisa sul da farsi. Prova a chiederle qualcosa, ma la sua voce incerta viene sovrastata dallo squillo ritardatario della sveglia.
Le lancette digitali segnano le sei e mezza passate, facendolo impallidire immediatamente.

<<Accidenti!>> esclama, fiondandosi in bagno.

La sua palestra, qualche giorno prima, ha assunto un nuovo personal trainer: un tipo grosso e irascibile che si fa chiamare Coach, assolutamente fissato con i giri di campo da dare come punizioni.
Arrivare in ritardo in palestra significa venire condotti nel campo sportivo dietro l'edificio, e subire una pena che parte dai trenta (se il coach è di buon umore) agli ottanta giri in più del campo. Tyler l'ha provato sulla sua pelle giusto ieri, stancandolo al punto che al suo ritorno a casa se ne era lamentato con Lindsay per quasi un'ora e mezza; e per quanto lui sia un grande patito degli sport, non ci tiene molto a ripetere quell'esperienza.

Perciò si lava in fretta, si cambia, afferra il suo borsone, e altrettanto rapidamente raggiunge la fidanzata ancora immersa nella lettura. Le da un bacio sulla guancia a cui lei non si ribella, ma nemmeno ricambia. Le dice che tornerà per pranzo, per poi precipitarsi fuori dalla camera da letto. Fa giusto in tempo a sentire Lindsay salutarlo con un “Ciao, Tyler.”, prima di ritrovarsi immerso nel freddo invernale di Toronto.

Si mette a correre sul marciapiede semivuoto, accecato dalle luci del primo mattino che gli pizzicano dispettosamente gli occhi. Non appena scorge in lontananza la fermata dell'autobus, si rende conto di non aver fatto colazione, e lo stomaco brontola per ribadire il concetto. Pensa che di solito è Lindsay a preparargli qualcosa, ma stamattina era un po' …
...strana?!
Immediatamente, Tyler blocca i piedi, e nel farlo inciampa in avanti andando a sbattere contro un palo della luce. Una coppietta mattiniera che passa da quelle parti lo guarda rotolare a terra, e subito si avvicina per chiedergli se si sente bene.
Ma lui, massaggiandosi il punto della fronte che gli fa più male, non si accorge nemmeno della loro presenza.
Seduto al suolo con lo sguardo nel vuoto, ripensa a Lindsay.

Come mi ha chiamato?!



*****


Breve breve breve. Lungo. Lungo lungo lungo.
Pausa.

<<Lindsay...>>

Breve lungo breve breve. Breve. Lungo lungo breve.
<<Lindsay, ehm...>>

Lungo lungo breve. Breve. Lungo breve. Lungo breve breve. Lungo lungo lungo.
<<...non vuoi... un po' di succo?>>

Titubante, Tyler interrompe il discorso della fidanzata, avvicinandole la bottiglia al viso con un gesto timido della mano.
Lindsay ferma un attimo il movimento del cucchiaino contro il bicchiere, e solleva appena gli occhi dal libro per guardare la bottiglia di succo d'arancia a poca distanza dal suo naso.
Corruga le sopracciglia pensando a chissà cosa, e poi osserva Tyler, senza mai aprir bocca.
È da quando si è alzata dal letto che ha testardamente deciso di comunicare solamente attraverso il tintinnio di un cucchiaio, e anche stavolta non si smentisce:
lungo breve, lungo lungo lungo.

Poi la sua attenzione torna a catapultarsi sulla lettura del suo Princìpi e risorse sul camping per esperti: volume II

Tyler, che non ha la più pallida idea di come gli abbia risposto, si ritrova a scuotere tristemente il capo.
<<Non capisco...>>  borbotta a bassa voce, sovrappensiero; non si riferisce solo all'alfabeto morse, ma proprio a Lindsay in generale.
Da quasi tre giorni non si comporta come al solito: non lo abbraccia più, non lo bacia più, e ora non vuole nemmeno rivolgergli la parola; rimane tutto il giorno attaccata a quegli enormi libri, concentratissima, e a malapena sembra accorgersi della sua presenza in casa.
Tutti quei cambiamenti attorno a Tyler lo stanno lasciando decisamente stordito: prima il cambio di allenamenti e i più numerosi giri di campo sotto ordine del coach, poi questo strano comportamento da parte della fidanzata.

Giusto ieri, un momento prima di scappare verso la palestra, l'ha sentita dal corridoio borbottare qualcosa di strano: sul fatto che servirà il liquido anti zanzare, ma che le zanzare potrebbero trovarlo e rubarglielo, per cui andava nascosto.
Non che Tyler non sia abituato a quei suoi discorsi spesso senza né capo né coda, eppure non ha potuto impedirsi di rimanere un po' perplesso: perché conservare proprio l'anti zanzare? E' ancora pieno inverno.
Vorrebbe tanto chiederglielo, se solo non avesse iniziato quella mania per l'alfabeto morse, o a fulminarlo con lo sguardo ogni volta che la interrompe dalla lettura.

'Forse è solo una mia impressione', si dice, avvicinando sovrappensiero la bottiglia di succo alla bocca.
Nemmeno si accorge dello sguardo allarmato che gli sta lanciando Lindsay, o dell'improvviso e frenetico tintinnio del cucchiaino che ha appena invaso la cucina.
Assaggiando giusto un sorso, la prima cosa a cui pensa è che deve aver preso una marca diversa dal solito, e che forse ci dovrebbe aggiungere dello zucchero.
Un attimo dopo, la sensazione che prova dentro la bocca è raccapricciante, come se qualcuno gli stesse prendendo la lingua con le pinze e ci stesse spalmando sopra dell'acido.
Immediatamente sputa tutto sulla tovaglia, e con un urlo disumano si fionda sul lavabo per sciacquarsi la bocca.




Un'oretta dopo Tyler è sul divano, la lingua esposta fuori dalla bocca che ancora brucia terribilmente e sul viso un'espressione confusa e sconsolata, chiedendosi cosa diavolo avesse quel succo d'arancia da decidere di mandargli la lingua a fuoco.
Col suo immancabile libro sottobraccio, Lindsay gli si siede accanto; lui si volta cercando di dirle che sta bene, ma tutto ciò che gli esce fuori è una serie di versi incomprensibili. Lei sembra dispiaciuta, e prova a consolarlo facendo suonare il cucchiaio contro il tavolino, dicendogli il cielo solo sa cosa; Tyler rinuncia subito a provare a capire cosa gli stia dicendo, e con un un verso angosciato alza lo sguardo verso il soffitto.

Improvvisamente, un barlume di consapevolezza gli attraversa il cervello.
Il liquido anti zanzare!
Il suo sguardo scatta verso Lindsay, e lei ricambia docilmente. I suoi sorridenti e pazienti occhi azzurri sembrano voler dirgli:
Te l'avevo detto.


*****



<<...L-L-LI-... LINDSAY?!>>
<<Mmm?>>
<<CHE DIAVOLO E' QUESTA COSA?>>

La ragazza, sospirando pesantemente per essere stata di nuovo interrotta dalla lettura (Princìpi e risorse sul camping per esperti: volume IX) , alza lo sguardo.
I suoi occhi acquamarina seguono il dondolio di Tyler e fissano stralunati il frenetico movimento delle sua braccia alla vana ricerca di un qualche appiglio che possa fermarlo.

<<Come cos'è?>>  si gratta una guancia, evidentemente non capendo il perché Tyler le stia rivolgendo quello sguardo terrorizzato -oltre che al contrario!

Lindsay ha finalmente lasciato perdere quella storia dell'alfabeto morse, eppure non ha smesso di comportarsi in modo strano: è già da giorni che Tyler l'ha vista armeggiare con corde, bastoni, fil di ferro e diversi altri aggeggi, e ancora una volta, in quel periodo di stranezze, non è riuscito a capire che cosa accidenti le stia passando per la testa.
Impaurito e confuso, la vede alzare le spalle e tornare al suo libro, cambiando pagina e rispondendo al ragazzo senza neanche guardarlo 
<<Ovvio. E' una trappola per orsi.>>

Una trappola per orsi?!

Tyler, a testa in giù e col piede legato a una corda che pende dal lampadario, allunga le braccia verso il basso cercando disperatamente di raggiungere il pavimento. Ma per quanto le tenda, le sue dita non riescono neanche a sfiorare le mattonelle, e tutto quello che gli resta da fare è sperare che quel dondolio insopportabile si fermi da solo.
Non può non notare quanto sia bizzarro vedere il salotto capovolto: per esempio, si accorge solamente in quella posizione che quel quadro sopra la stufa raffigura
davvero qualcosa di sensato -solo che, evidentemente, non se ne è mai accorto perché è stato appeso al contrario.

Il capogiro che gli assale la vista gli ricorda anche che quello non è il momento giusto per pensare all'arredamento di casa sua.
Perciò la domanda ritorna spontanea:
sul serio, una trappola per orsi?!

<<...ma perché?>>  piagnucola, mentre il movimento della corda inizia finalmente a rallentare, anche se di poco.
È quasi peggio di quella volta che si è incastrato da solo nella rete di pallavolo -e che gli è costato una brutta ramanzina dal coach e trentacinque giri di campo in più.
Lindsay sbuffa senza guardarlo.
 <<Perché potrebbe arrivare un orso e rubarci il cibo dalla cambusa.>>
<<Ah...>>
Per qualche secondo rimangono così, sotto il peso di un silenzio severissimo: con Lindsay sul divano che sfoglia il suo enorme libro, e Tyler che, sempre a testa in giù, fissa il vuoto del salotto chiedendosi se può provare a liberarsi o se la sua ragazza vuole che rimanga così.
Poi lei, a un certo punto, sussulta al nulla e scatta in piedi. 
<<Ma ora che ci penso... se proprio deve venire un orso, sarà meglio che faccia una doccia: sono impresentabile!>>
E detto questo, canticchiando a bocca chiusa, Lindsay esce dal salotto, spegne la luce e chiude la porta.

Da solo, al buio e ancora appeso al lampadario, Tyler inizia a ricordarsi che anche lui dovrebbe andare in bagno.



*****



E' colpa mia...?

La domanda assilla Tyler da quasi due settimane: non lo fa dormire, gli smorza l'appetito, lo lascia costantemente con la schiena curva in avanti e uno sguardo triste rivolto al nulla.
Si ritrova con la testa tra le nuvole a tal punto che, nei giorni passati ad allenarsi, incredibilmente
non ha ancora sbagliato nulla: non ha ancora sollevato un manubrio facendoselo cadere sul piede, non si è ancora tirato da solo la mazza da baseball sui denti, o non ha ancora fatto un goal rotolando nella porta insieme alla palla.
Il coach non è mai stato così contento di lui, e gli ha persino tolto i giri di campo in più imposti a tutti gli altri ragazzi.

I suoi compagni di palestra, invece, presto hanno iniziato a osservarlo a bocca aperta, e quasi non lo riconoscono più: che fine ha fatto il loro Tyler, quel buffo e imbranato patito degli sport col sorriso sempre sulle labbra?


A fine giornata, un compagno della squadra di pallamano lo prende da parte per costringerlo a sputare il rospo. Cole è un bravo ragazzo, anche se molto buontempone, e Tyler pensa di potersi confidare con lui.
Così, accompagnato da una serie di lunghi sospiri, prova a spiegargli cosa sta succedendo a Lindsay in questo periodo, e a quanto
strano ultimamente sia diventato il comportamento della sua fidanzata.

Prima l'alfabeto morse, poi la casa cosparsa di trappole.
Poi la tenda fatta con le tende del salotto, il televisore ridotto a cambusa, la rete da pesca malamente immersa nell'acqua della vasca da bagno, frecce intagliate sulle porte, i resti del tavolo che giusto la sera prima è stato usato per accendere un fuoco sopra i fornelli della cucina.
Nell'elencare tutte queste cose, lo sguardo di Tyler si fa sempre più esasperato.

<<Ti giuro, non è più lei! A Lindsay piacevano i trucchi, i vestiti, non so... ora fa la pazza, sembra Izzy ...scusa, tu non conosci Izzy, vero?>>
<<Non mi sembra. È carina?>>
Tyler scuote il capo e si lascia andare all'ennesimo sospiro della giornata.

Probabilmente Cole non prende troppo sul serio il suo racconto, perché si limita a riderci sopra e a poggiargli una mano sulla spalla.  <<Amico, rilassati: la tua ragazza è strana? È normale, lo sono tutte. Mia sorella qualche mese fa era fissata con la raccolta differenziata, poi con la cucina vegetariana, e ora mangia solo prosciutto. Tutte le donne hanno i loro periodi.>>   e accompagna l'ultima parola con una scherzosa pacca sul braccio.
<<Passerà. Dalle del tempo e la tua Lindsay tornerà come prima.>>

Tyler annuisce, ma non ne è convinto.
Non ne è convinto per niente.

Quella non è la mia Lindsay!



*****


Da quando lui e Lindsay hanno iniziato a vivere assieme, non ha mai provato una sensazione del genere.
Eppure eccola lì, prepotente e inarrestabile come una pallonata di cannone al centro esatto dello stomaco.
Tyler sospira. Rigira le chiavi tra le dita della mano, fissa la porta chiusa.

Non voglio tornare a casa.

Da quando non ha la benché minima voglia di vedere Lindsay? Da oggi?
Oppure da quasi tre settimane, nel momento esatto in cui si è alzato da letto e l'ha vista armeggiare con quel
maledetto libro, e hanno avuto inizio tutte quelle maledette stranezze?
Sospira di nuovo.
Non sa rispondersi, e nemmeno gli importa; sa solo che non ne ha voglia e basta.
Non ha voglia di entrare a casa sua e schivare trappole sparse per casa, o mangiare marshmallow semibruciati, o dormire in una federa a mò di sacco a pelo.

Invece, vorrebbe aprire la porta e guardare Lindsay correre verso di lui e abbracciarlo; vorrebbe farsi trascinare in un sacco di negozi femminili e noiosi, guardare un film smielato e baciare la sua ragazza cercando di indovinare il gusto del suo nuovo lucidalabbra.

Tyler osserva le chiavi di casa sua, stringendole tra l'indice e il pollice. Poi, con un gesto sconsolato, se le rimette nella tasca della felpa.
Potrebbe tornare in palestra e allenarsi con gli attrezzi; potrebbe chiamare Cole e qualche amico e passare la serata con loro.
Pensando a queste cose, indietreggia, poi si volta.
E poi, dietro di lui, la porta si spalanca con un tonfo rumoroso.

<<TYLER!>>

Non fa neanche in tempo a voltarsi che Lindsay gli è già addosso, stritolandolo in un abbraccio che lo fa quasi cadere a terra.
Indosso porta gli stessi vestiti che da tempo sembrano essere diventati gli unici del suo guardaroba: pantaloncini militari, polo verde, un berretto sgraziato e un vecchio fischietto appeso al collo.
A guardarla così, sembrerebbe uguale al solito da quando ha iniziato quel periodo di stramberie;
eppure, Tyler si accorge subito che c'è qualcosa di diverso.

L'enorme libro che Lindsay aveva in mano, Princìpi e risorse sul camping per esperti: volume XXIV, cade a terra aprendosi su una pagina a caso, completamente ignorato dalla sua padrona.
Lindsay struscia le guance contro il petto del ragazzo, per poi alzare lo sguardo su di lui e rivolgergli un sorriso splendente di felicità.
Un tipo di sorriso che Tyler non vede da troppo tempo, e che gli provoca un nostalgico tuffo al cuore.

<<L'ho finito!>>  annuncia lei, distogliendolo dai suoi pensieri  <<L'ho finito, Tyler, ho finito tutti i volumi! Sei contento? Ora puoi andare dal coach e sistemiamo ogni cosa, sei contento vero?!>>
Lindsay ride, e sembra quasi al culmine della gioia.

Tyler la fissa stordito, senza sapere come rispondere: anzi, in questo momento la sorpresa è tanta che probabilmente, se anche sapesse cosa dire, non riuscirebbe ad articolare neppure una parola. Il borsone da ginnastica gli scivola dalla spalla e precipita al suolo, e Lindsay ne approfitta per abbracciarlo più forte, senza smettere di saltellare sul posto ed emettere una serie di versetti festosi. <<Ora andiamo da lui e gli diciamo tutto, eh? E poi tu non sarai più tanto stanco e andremo a comprare un sacco di vestiti, anche per te! E poi ti porto dal parrucchiere, e poi, oh Tyler!, e poi, poi...>>

<<Lindsay!>>

Tyler non sa come, ma riesce sia a riprendersi dallo sbigottimento, sia a frenare il fiume di parole della fidanzata. La prende per le spalle, fermando il suo saltellio frenetico, e la fissa negli occhi, sconcertato come mai si è sentito in tutta la sua vita.   <<Di che cosa accidenti stai parlando?>>

Lindsay si zittisce, e rimane in silenzio assoluto per una buona manciata di secondi. Sbatte le palpebre, evidentemente senza aver capito la domanda. <<Come? ...parlo di cosa?>>
<<Sei tu?! Cioè... sei normale adesso? Che cosa ti è preso?! Perché hai... quelle trappole, l'anti zanzare, l-la televisione distrutta ... che cosa c'entra il coach?>>   le domande sono così tante che, nel cercare di uscire tutte insieme, quasi gli si annoda la lingua in bocca.
Lindsay non sembra avere idea di che cosa stia parlando; eppure, alla parola
coach, il suo volto si accende come una lampadina. Si stacca dall'abbraccio e, emozionatissima per qualcosa, batte le mani.

<<Sono stata brava, vero? Ora possiamo andare dal coach così gli diciamo che ormai siamo preparatissimi e non ti fa più stancare tanto.>>
<<Aspetta... preparati in cosa?!>>
<<Nel campeggio>>   Lindsay gli rivolge un'occhiata smarrita   <<Non me l'hai detto tu...? Che il coach è stancante perché ti fa fare troppi giri di campeggio...>>

Tyler rimane in silenzio. La sua mente, confusa dalla situazione, deve sforzarsi un po' per riformulare correttamente le parole di Lindsay; non appena ci riesce, le sopracciglia del ragazzo si distendono in un'espressione dubbiosa.
<<Vuoi dire.. di campo. Il coach mi fa fare troppi giri di campo!>>
<<Che c'entra il campo, scusa?! Devi coltivare qualcosa? Io credevo che andassi in palestra, non in una fattoria.>>
<<Lindsay, aspetta un momento...>>   Tyler si massaggia la fronte, cercando faticosamente di riordinare le idee  <<Credo che tu abbia frainteso, cioè... è campo, non campeggio... e tu hai letto tutti quei libri assurdi perché...>>

<<Perché se sappiamo tutto sul campeggio il coach non ti fa girare più così tanto! Ho anche fatto pratica, così lo capisce che siamo davvero davvero preparati! Sono stata brava no? Ora possiamo andare da lui e dirgli di farti riposare un po'.>>

Lindsay sorride, e felice torna ad abbracciarlo. Struscia il naso sulla sua felpa fino a quando il berretto non le scivola via dalla testa bionda.
<<Ah, ma ora che sei a posto con il campeggio, che ne dici se facciamo un giro in centro? Mi sembra di non fare shopping da settimane!>>
Non gli da il tempo di rispondere: immediatamente, le sue labbra si posano sulla guancia del fidanzato, fino a raggiungere il suo orecchio e ridacchiarci dentro.

<<Ti voglio bene, tanto tanto tantissimo bene. Thomas!>>

E Tyler, prima di poterselo impedire, ricambia il sorriso con uno ancora più radioso.
Una sensazione meravigliosa gli gonfia il petto ed esplode dentro di lui come un fuoco d'artificio. Le sue braccia scattano da sole per stringere la vita della ragazza e coinvolgerla in una giravolta improvvisata.
Al diavolo il campeggio, il coach, i libri a volumi, le trappole per orsi e la casa da buttare.
Al diavolo il fatto che ancora non ci stia ancora capendo nulla della situazione.


Lindsay è tornata!
E non l'ha mai amata tanto come in questo momento.













°°°

...
*si affaccia dall'angolino della vergogna*

Ebbene sì... i miei Lindsay e Tyler, la mia prima fic su di loro... e mi è venuta una sottospecie di schifezza -.-"

Oddei, che altro dire di più? xD scrivere di loro è stato davvero bello: mi sono divertita un sacco con Lindsay, anche se credo che Tyler non mi sia uscito come volevo -Dhu!
Poi non sono sicura che si sia capito il senso della fic ... sì, insomma, ecco, quello che volevo far intendere è che Tyler si lamenta per i troppi giri di campo imposti dal coach, ma lei invece di campo capisce campeggio e cerca di aiutarlo a modo suo. Sì, be', una cosa del genere °-°

...

*saluta e ringrazia tutti per aver letto, e poi se ne torna umilmente al suo angolino.*

   
 
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