Come ad
una ragazzina
Correndo, scappando da quella realtà che
ormai ti aveva travolta in pieno senza nemmeno lasciarti il tempo di respirare,
ti dirigi verso l’interno della tua classe, raggiungendo il tuo confortante
banco in ultima fila e depositando zaino e giaccia.
Ti nascondi, non riesci ad accettarlo.
Fintanto che si tratta di scrivere storielle non hai problemi, ma il trovarti
dentro a quel ciclone di vita nuova è per te una cosa spaventosa.
Ti sudano le mani.
Ti sudano le mani come ad una ragazzina.
Ti sudano le mani come ad una ragazzina
innamorata.
Sei convinta che non ti raggiungerà in
classe, credi che lei non abbia il coraggio di venire lì e di riacciuffarti.
Ti sbagli.
La vedi entrare dentro l’aula e
guardarsi intorno spaesata, per poi puntare gli occhi profondi su di te.
Arrossisci. Non sai dove sbattere la testa, l’unica via d’uscita sembra la
finestra, ma decidi che non è una situazione poi così tragica. Ti si avvicina,
mentre gli altri tuoi compagni di classe la guardano come se fosse un’intrusa,
non la conoscono.
Ti prende per mano, portandoti fuori
dalla stanza e dicendoti che ti avrebbe offerto un the alle macchinette. Ti fai
guidare fino a lì senza fiatare, consapevole che scappare di nuovo avrebbe
dimostrato per l’ennesima volta il tuo essere così spaventata dalle novità ed
il tuo essere ancora così infinitamente infantile.
Insisti affinché sia tu a pagare il the,
ma lei ti guarda seria, spostandosi il ciuffo da un lato e liquidando chiunque
osasse avvicinarsi con il potere di una sola occhiata.
Si fa più vicina, sussurrandoti un “Ti amo”.
Arrossisci di nuovo, appoggiando il viso
sulla sua spalla, cercando conforto.
Anche tu la ami e lei lo sa.
Per te è però così difficile, non riesci
a capacitarti di questo sentimento così forte e tempestoso, così capace di farti
battere il cuore a mille ed di fermartelo allo stesso istante.
Ti prende per la vita, stringendoti a sé
e tu ricambi. Ricambi, vorresti che quegli attimi non finissero mai.
Suona la campanella.
Ti accompagna fino alla porta della tua
classe, ti guarda, ti sorride.
Ti
bacia.
Ricambi.
Sorridendo, si allontana ed entra nell’aula
del suo anno, lasciandoti a sognare in mezzo al corridoio.
Greco sarebbe stato molto più
sopportabile del solito.