Disclaimer: Si ricorda che tutti i personaggi di "Streghe/Charmed" utilizzati sono di proprietà Warner Bros Television / Spelling Entertainment, e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.
Periodo di svolgimento: fine sesta serie - tra gli episodi 20 e 21 "Nell’arco di una giornata" e "Reality Show"
La storia non è scritta con brani particolarmente lunghi, ma spezzati, per tentare di dare il ritmo che si avrebbe se il tutto fosse narrato attraverso le scene del telefilm e non attraverso uno scritto. Non so se rende, ma mi è piaciuto come esperimento.
Demone del Temone del tmentoormento
- "Oh, avanti Paige! In fin dei conti non è poi così
strana come idea!!" esclamò Phoebe, inseguendo la sorella giù dalle scale.
- Paige si volse di scatto verso la sorella e le puntò un dito contro.
- "Sbaglio o l’ultima volta che hai proposto una pausa di relax è successo un pasticcio?"
- "Tu hai creato quel pasticcio!"
- "Esatto! Quindi non tentarmi di nuovo, ti prego! Sono stanca anch’io, ma credo che se ora mi fermassi per riposare, poi non sarei più in grado di ripartire! E non ce lo possiamo permettere, non ancora!"
- Phoebe guardò la sorella con aria truce e la seguì in cucina.
- "Un’oretta di shopping non è ‘fermarsi’! E'…acquistare! Sarà stressante, te lo garantisco….ti prego, ti prego, ti prego! E poi voglio comprare una tutina per il piccolo Chris! E non sarebbe una brutta idea che se la scegliesse da solo!"
- Paige guardò la sorella con aria stralunata.
- "Ma come fanno a venirti in mente certe idee?!?! Insomma, neanche se ne ricorderà…e poi, se riusciamo a modificare il futuro, il Chris che verrà al mondo non sarà costretto a fare questo viaggio…"
- "Non farmici pensare…" la bloccò la sorella "E poi non è il caso di usare dei ‘se’ in merito al cambiare il futuro. Ci dobbiamo riuscire." Disse, improvvisamente seria, Phoebe.
- "Allora concentriamoci sulla caccia ai demoni!"
- Phoebe le fece una linguaccia e prese le chiavi della macchina.
- "Se non vuoi venire con me, andrò da sola!"
- "Fa attenzione, sei senza poteri, e…"
- "Non ti preoccupare!" gridò Phoebe, allontanandosi.
- Paige sospirò e alzò gli occhi al cielo.
- Piper era stesa sul solito divanetto, attorniata da una marea di libri. Per quanto stesse cercando, le sembrava di non riuscire ad avvicinarsi alla minaccia che incombeva su suo figlio. Il tempo stava passando, e ancora erano in alto mare. E poi non sapevano bene nemmeno cosa cercare! Con un gesto di stizza chiuse l’immenso volumone che aveva sulle gambe e fece per muoversi, ma il pancione era un ingombro non indifferente. Una piccola fitta ai muscoli della schiena la bloccò e lei portò istintivamente una mano alla pancia.
- "Piper! Ti senti bene?" chiese Leo, arrivando in quel momento.
- "Oh, si, non ti preoccupare, è solo una fitta. Del resto non potrei pretendere nulla di diverso, rimanendo seduta per tutta la giornata."
- "Abbi pazienza…"
- "Stai presto a parlare tu! Non devi andare in giro come se fossi un dirigibile!"
- Leo si mise a ridere e le guardò la pancia con sguardo pensieroso.
- "Lo avresti mai immaginato?"
- "No, assolutamente! Non divenni così grossa con Wyatt!"
- "Non…non mi stavo riferendo a questo…"
- Piper lo guardò in silenzio un attimo.
- "Allora a cosa?"
- "A…a Chris…avresti mai immaginato che fosse nostro?"
- "No, in effetti no…ma ne ha combinate così tante da quando è qui…e ora capisco anche il perché! Forse dovevamo aspettarcelo!" sospirò sorridendo.
- Leo andò a sedersi di fronte a lei e la guardò con aria interrogativa.
- "Si" proseguì la moglie "Con due genitori così tanto avvezzi all’andare contro le regole…"
- "Hai ragione."
- "Ma non è questo il punto…la tua domanda mirava ad un altro tipo di risposta…cosa c’è Leo?"
- "Niente, è solo che faccio fatica ad abituarmi all’idea che mi odi… ultimamente va un po’ meglio, credo abbia capito che voglio "rimediare", anche se non so bene a cosa. Però…ancora non riesco a rendermi conto di quello che posso avergli fatto…se diventerò così diverso da adesso."
- "Non ci pensare Leo. Quel futuro non si realizzerà. Wyatt non diventerà malvagio, e Chris non avrà alcun problema con te. Ora sappiamo quali sono i rischi del futuro, e sono certa che tutti noi faremo ogni sforzo immaginabile per renderlo migliore."
- Leo strinse le labbra e distolse lo sguardo per un momento, poi la guardò e sorrise.
- "Certo."
- "Basta, basta!" urlò la donna, tenendosi premute le mani sulle orecchie in un gesto disperato.
- "Non volevo farlo, davvero! Non volevo che andasse così! Basta!"
- Con uno scatto raggiunse il cornicione e si gettò giù, precipitando verso la fine.
- Mentre la sua anima abbandonava il suo corpo, dallo stesso cornicione osservava la scena una donna vestita con una semplice tunica nera e lo sguardo divertito. Allungò la mano verso l’anima e la catturò dentro sé. Nessuno pareva notarla.
- Alle sue spalle comparvero all’improvviso i suoi compagni, ciascuno vestito di scuro, ma con qualche tratto distintivo.
- "Senso di colpa è la più fortunata! Le sue vittime sono sempre le più numerose!"
- "Taci, Amore, i tuoi sono altrettanto numerosi!" sibilò quello che sembrava il capo, un omone scuro, con una fascia gialla attorno alla vita.
- "Invidia ha ragione, Amore. Chi non vive tornenti d’amore a questo mondo?"
- "Mh" mugugnò il demone con la fascia rossa attorno ai polsi.
- "Abbiamo ucciso già molte persone, Invidia…il nostro obiettivo è ancora molto lontano?" chiese una giovinetta dagli occhi spietati.
- "Non molto, Ambizione, però temo per l’intervento delle streghe…tutti questi suicidi attireranno sicuramente la loro attenzione…dovremo usare prudenza."
- Tutti gli altri annuirono e sparirono all’unisono.
- ********************************************************************************
- Armeggiando con cinque tutine diverse, Phoebe chiamò Chris sussurrando il suo nome sotto voce. Il giovane orbitò in uno degli ascensori e in breve fu da lei.
- "Cosa c’è? Sei stata attaccata? Sei ferita? Cosa…" poi si guardò attorno, rimanendo a bocca aperta, non accorgendosi che sua zia stava appoggiandogli sopra il petto due deliziosi indumenti per neonato.
- "Quale ti starà meglio? Hai preferenze per i colori? Non so quale sia il tuo preferito…cosa ne dici?"
- "Tu…tu mi hai chiamato per questo?" chiese con aria stralunata.
- "Si. Certo non nascerai tra qualche giorno, però voglio che tu abbia cose da vestire, e visto che tutte le cose di tuo fratello sono finite a quel demone salamandra…"
- "Ma insomma! Ti sembra questo il momento?"
- "Oh, tutti a dirmi sempre la stessa cosa! Tu stai per nascere, e non è giusto che non si pensi a questo!"
- "Ti ringrazio, ma non ti pare di esagerare? In fin dei conti non mi accorgerò neanche di cosa ho addosso!"
- "Cosa importa? Dai, scegli!" gli ordinò con il sorriso sulle labbra.
- Chris non fu in grado di distruggere l’entusiasmo di Phoebe, così diede un occhio agli indumenti che la zia gli aveva scelto.
- "Questi? Hanno sopra delle formiche!"
- "Non sono carine?"
- "Sono animali piccoli, quasi non le vediamo. Già non avrò molta considerazione di me, a confronto con Wyatt…ecco, questa! Questa andrà meglio." Disse, prendendo un altro indumento appeso lì vicino.
- "Con gli elefanti?"
- "Si. Lasciami la grandezza almeno nella fantasia!" poi si fermò di colpo e perse lo sguardo nel vuoto per un attimo.
- "Dobbiamo andare. Leo chiama." E detto questo prese la zia per un braccio e la trascinò verso l’ascensore. Phoebe lasciò giù le cose che aveva preso e si lasciò trascinare dal nipote, finendo contro un uomo alto e calvo.
- "Scusi" disse debolmente Phoebe, guardandolo per un attimo quasi stranita mentre un brivido le scendeva lungo la schiena.
- "Non si preoccupi." La tranquillizzò lo sconosciuto, che continuò a seguirli con lo sguardo, sorridendo maligno. Accarezzò lentamente la fascia viola che aveva appesa alla cintura e proseguì il suo cammino.
- Riuniti in soffitta, stavano guardando tutti Leo, stranamente immerso ancora in suoi pensieri.
- "Leo…"
- "Oh, si scusate…" esordì con fare incerto "Ci sono guai in vista. Gli anziani…noi…ci siamo accorti che, nelle ultime settimane, il numero di suicidi è aumentato vertiginosamente. Apparentemente le vittime non hanno nulla in comune, e anche i motivi che li hanno spinti al gesto estremo è spesso vario, ma uno degli studenti della scuola ha avuto una sorta di visione. È un ragazzo che possiede il dono della preveggenza, e Gideon dice che è molto abile."
- "Cosa accadeva in queste visioni?" Chiese Phoebe.
- "Il giovane ha visto numerosi suicidi, e tutti si concludevano allo stesso modo. Dopo la morte della persona un’ombra scura avvolgeva le loro anime e le portava via con sé. In questo modo le persone non riescono a raggiungere la loro naturale destinazione…"
- "E dobbiamo occuparcene noi? Con tutto quello che abbiamo da fare?" chiese Chris, facendo un passo avanti.
- "Si, anche perché non credo ci sia qualcun altro di più indicato…"
- "Cosa vuoi dire? Spiegati." Chiese Paige.
- "Gli anziani, grazie alle indicazioni del ragazzo e ad altre informazioni raccolte sul campo hanno capito di chi è la colpa. Si tratta di alcuni Demoni del Tormento."
- "Demoni del Tormento?" chiese dubbioso Chris.
- "Si. Li si sapeva in esilio, ma pare che alcuni di loro abbiano trovato il modo di tornare dal luogo in cui erano stati relegati. Sono demoni di categoria superiore, e sono molti, ciascuno di loro con una sua specifica area di competenza. Risvegliano il tormento nel cuore degli uomini…però il tormento può essere dato da cose diverse: dall’invidia, dalla rabbia verso gli altri, e da molte altre cose. Ciascuno di loro si occupa del tormento suscitato da un certo sentimento o da un altro…"
- "Sembrano pericolosi….ciascuno di noi può essere loro vittima." Ragionò Paige, guardando seria il cognato.
- "E' vero…come facciamo a distruggerli?" chiese Phoebe.
- "In realtà non dovrete farlo. Il tormento è una parte integrante della vita dell’uomo, e, se eliminaste loro, non ci sarebbe più nemmeno il tormento stesso. Non sono solo demoni che lo sfruttano. Loro lo rappresentano. Il loro posto è in esilio, perché non creino troppo danno, ma devono esistere!"
- "Allora la faccenda è piuttosto complicata!"
- "Si. Dovrete radunare tutti quelli scappati, cinque, in un posto e poi recitare una formula che vi forniremo. La difficoltà sarà riunirli tutti…prima che facciano altri danni."
- "Bene!" esclamò Paige "Cominciamo a pensare ad un piano!"
- "Io tornerò subito, devo andare da Piper."
- "La mamma sta bene?" chiese apprensivo Chris.
- "Si, stai tranquillo. Ha solo bisogno di una mano con un paio di volumi."
- Detto questo, salutò il figlio con un cenno del capo e sparì.
- "E così l’angelo delle streghe è un buon elemento…ne sei sicuro? Non possiamo permetterci di sbagliare…provocarle senza possibilità di averle in pugno non è la mossa migliore."
- "Non preoccuparti Invidia. Quando ho incrociato quel ragazzo ho avvertito il suo tormento come poche volte mi era capitato. Lo annienterò. E sai che, visto il tormento che io vado a risvegliare, è estremamente facile io riesca a fargli fare cose che altrimenti non farebbe…magari potremmo…"
- "Calma." Intervenne Povertà "prima di fare grandi piani, pensiamo a cose più concrete."
- "Ha ragione. Non possiamo esagerare. I demoni che fino ad ora lo hanno fatto, sono diventati polvere o si sono ritrovati scaraventati nella dimensione del non ritorno. Pensiamo ad eliminare il loro angelo. Il dolore che questo causerà loro sarà sufficiente per farle diventare tutte mie vittime. In questo modo sarà più facile eliminarle."
- "Si, Senso di colpa ha ragione."
- "Bene!" esclamò stizzito il demone pelato "Però il ragazzo non sarà spinto verso la fine subito! Perché Senso di colpa possa agire, lui dovrà scoprire parecchie carte che le streghe non conoscono ancora."
- Invidia annuì, poi sorrise, compiaciuto.
- Davanti al Libro delle Ombre, Chris stava sfogliando le pagine del volume, mentre Paige armeggiava tra gli ingredienti delle pozioni.
- "Il Libro non dice molto più di quello che ci ha già detto Leo."
- "Papà." Ribatté esasperata Paige, guadagnandosi un’occhiataccia.
- "Mi ha aiutato a uscire di prigione, ma non sono…non mi viene spontaneo chiamarlo così. Comunque questo non ha importanza. I demoni del tormento sono molti, e tutti esercitano il loro potere dal luogo dell’esilio, mantenendo accesa l’esistenza del tormento stesso nell’uomo, ma sono veramente troppi…noi ne cerchiamo cinque, e non sarebbe affatto una cattiva cosa se sapessimo quali sono esattamente!"
- "Già… l’incantesimo per richiamarli qui dovrà essere il più preciso possibile, visto che non è il caso compaiano qui tutti insieme."
- "Direi proprio di no! Non voglio nemmeno immaginare le conseguenze!"
- Paige si volse a guardarlo con aria a metà tra il sospettoso e il curioso.
- "Perché? Che tormento mai potrebbero tirarti fuori?"
- "Non stavo parlando di me! Siete voi le Prescelte, punterebbero su di voi. E poi con me non funzionerebbe. In testa ho solo il futuro di Wyatt." E con questo parve voler chiudere il discorso.
- Un’ombra scura comparve in un angolo della soffitta. Era il demone pelato. Allungò una mano verso Chris e una piccola luce viola si insinuò nel petto del giovane, facendolo sobbalzare.
- "E nel cuore? Cos’hai nel cuore?" sibilò il demone, mentre Paige si voltava di scatto verso di lui.
- "Cristalli!"
- Ma non fece tempo a bloccarlo nel campo dei cristalli. Il demone era già sparito.
- "Chris! Come ti senti?"
- "Io…bene, credo. Non mi pare sia successo nulla…"
- "Nulla? Io invece dico che dobbiamo prepararci a delle belle sorprese…eri concentrato solo sulla missione, eh?"
- "Lo sono!" esclamò il ragazzo, guardandola con aria dispiaciuta. "Ce la sto mettendo tutta, anche se è chiaro che non sono all’altezza."
- "Non dire idiozie! E poi…cos’è quell’espressione così terribilmente dispiaciuta?"
- Chris volse lo sguardo e si avviò verso la porta.
- "Bisogna avvisare anche Phoebe."
- "Chris!"
- "Cosa? State scherzando? Come avete fatto a non accorgervene?" chiese Phoebe, che stava armeggiando in cucina.
- "Non era facile da sentire! Leo non scherzava quando ci ha detto che sono di livello superiore!" scalpitò sua sorella, tenendo d’occhio il nipote.
- "Ora dobbiamo veramente procedere in fretta! Se hanno acceso in Chris il tormento, sappiamo che tra un po’ la cosa per lui sarà così insopportabile da desiderare la morte! Leo! Leo!"
- "Non chiamarlo!" sbottò il giovane angelo bianco, seduto accanto alla zia più giovane.
- "E perché no? Dobbiamo capire quale tormento ti ha colpito!"
- "Ditemi." Disse Leo, comparendo in cucina vicino a Phoebe.
- "Eh, non è che avete un identikit dei demoni del tormento?" chiese incerta Paige.
- "Da qualche parte, forse. Perché?"
- Paige si strinse nelle spalle. "Uno di loro ha fatto qualcosa a Chris…"
- "Cosa?!?" esclamò l’anziano.
- Chris si alzò di scatto e fece per avvicinarsi al padre, ma si bloccò.
- "Mi dispiace, davvero! Ma vedrai, troverò una soluzione. E poi cercherò di non cedere! Sappiamo che si tratta di Demoni del Tormento, quindi ignorerò tutto ciò che mi tormenta!"
- "Non è così semplice. Non sarà una cosa facile da individuare e gestire. Questi demoni sono terribilmente abili nell’individuare i nostri punti deboli, e ancora di più a sfruttarli. La cosa veramente necessaria è capire che demone fosse." Disse Leo, volgendosi verso le sorelle. Chris rimase fermo a guardarlo per qualche secondo, poi si sedette di nuovo e rimase in silenzio.
- "Lo avete visto?"
- "Io si….era un uomo, alto e pelato, vestito tutto di nero e con …"
- "Una fascia viola appesa alla cintura." Concluse Phoebe, guardando la sorella.
- "E tu come lo sai?"
- Phoebe si mise una mano sugli occhi e scosse la testa.
- "Maledizione! Lo abbiamo incontrato stamattina al negozio! Penso sia stato allora che ha individuato Chris come vittima."
- "Non serve rimproverarsi di nulla. Ora dobbiamo andare alla scuola di magia. Lì dovrebbero esserci alcuni ritratti."
- Phoebe prese Leo per un braccio, fingendo di volersi far dare un passaggio, ma fece cenno al cognato di aspettare e di far orbitare prima la sorella e il nipote.
- "C’è dell’altro?"
- "Si, l’effetto del tormento si sta già manifestando secondo me. Non hai notato che era strano?"
- "Si, è vero…era ansioso, agitato…"
- "Terrorizzato da qualcosa io direi. Non hai notato l’espressione di panico quando hai cominciato a parlare tu?"
- Leo la guardò, facendosi pensieroso e stringendo le labbra.
- "Se avesse a che fare col motivo per cui mi odia?"
- Phoebe annuì e sospirò.
- "Dovremo tenerlo d’occhio. Alla scuola di magia il demone non potrà influenzarlo ulteriormente. Forse è bene farlo rimanere lì fino a quando non ci saremo occupati di tutto."
- "Si. Ora andiamo."
- "Eh, come mai qui?" chiese Piper, vedendo Paige e Chris farlesi incontro.
- "C’è un piccolo problema…"
- Chris annuì e si appoggiò ad una colonna, portandosi una mano alla testa.
- "Chris, non ti senti bene?" Piper gli si avvicinò e gli posò una mano sulla guancia "Sembra quasi tu abbia la febbre…"
- "Veramente, lo ha colpito un Demone del Tormento. Ora dovremmo cercare degli identikit su quegli esseri per capire di che tormento si tratta…"
- "Com’è possibile?" scattò Piper voltandosi verso la sorella.
- "Lo so, lo so! Dovevamo fare più attenzione, ma ci ha veramente presi di sorpresa…"
- "Ora non ha importanza. Va a prendere quello che ti serve. A lui penso io."
- "Posso farcela da solo, mamma. Non ti preoccupare."
- "A me invece pare che questo tormento ti stia succhiando via le forze"
- "Spero proprio di no...o non riuscirò ad aiutare le sorelle…"
- "Tu non farai nulla di simile!" sbottò Phoebe, comparsa con Leo "Te ne starai qui, buono e tranquillo, mentre noi pensiamo a tutto il resto. La scuola ti proteggerà."
- "Così sarò del tutto inutile! Voglio aiutarvi!"
- "Ci aiuterai rimanendotene al sicuro!" lo zittì Phoebe.
- "Ecco, ho trovato quello che cercavamo. Ora dobbiamo solo capire chi sono i demoni in questione, richiamarli, ed eliminarli! …o mandarli di nuovo in esilio…quel che è!" esclamò Paige, ritornando sui suoi passi portando con sé un quaderno sottile e di ampie dimensioni, rilegato in pelle rosso scuro.
- "Leo, avremo bisogno di qualche informazione da parte degli Anziani. Sai di cosa parlo. Nel frattempo io e Paige identificheremo il demone che ha colpito Chris. Piper, tu starai con Chris."
- "Proprio decisa ad escludermi!" si ribellò Chris, che, sempre appoggiato alla colonna, ogni tanto guardava furtivamente il padre.
- "Proprio decisa a proteggerti!" ribatté Phoebe.
- Sparirono tutti e tre, e Piper, che non aveva perso di vista il figlio nemmeno per un momento, allungò una mano verso di lui.
- Chris la prese e la seguì.
- "Se ti sentissi strano, dimmelo! Non voglio che tu cerchi di fare qualche pazzia!"
- "Mamma, posso farcela, davvero! Non mi sento poi così male…"
- "Ma c’è qualcosa che non va, giusto? Perché continuavi a guardare Leo?"
- Chris si fermò a guardarla, preso alla sprovvista.
- "Io…non lo stavo guardando!"
- "Oh si, invece. Cerca di analizzare quello che senti, Chris, e così, forse, potrai veramente combattere l’effetto del demone."
- "Non riesco ancora a capire come abbia potuto scegliere me! Io sono così concentrato su…"
- "Wyatt. Lo so, ma evidentemente questa tua concentrazione su tuo fratello e il suo futuro ti ha impedito di ascoltare te stesso. Se quel demone è riuscito a colpirti, allora dentro te c’è qualcosa che ha potuto sfruttare."
- Con fatica Piper di sedette sul divano e sospirò, accarezzandosi il pancione.
- "E forse" continuò "E' qualcosa che, venendo nel passato, si è acuito."
- Chris rimase in piedi, apparentemente concentrato sui libri che lei aveva sparso sul tavolino davanti al divanetto.
- "Ehi! Mi stai ascoltando?"
- "Si, si…ma al momento non mi viene in mente nulla. Posso aiutarti, visto che sono qui."
- "Se ci tieni…" acconsentì Piper, osservandolo perplessa.
- "Ma sono veramente tanti! Non credevo che potesse esserci un numero così elevato di cose che danno il tormento all’uomo!" esclamò, sbalordita, Paige.
- "Già, e ancora non abbiamo trovato quello giusto…però alcuni hanno veramente delle capacità incredibili…senti un po’: questo demone può costringere la persona a rivivere tutti i ricordi tristi della sua vita fino a renderlo pressoché pazzo, e quest’altro sradica dall’inconscio tutte le insoddisfazioni per rivoltarle contro la persona…"
- "Per fortuna che sono stati mandati in esilio…"
- "Questa cosa non mi è affatto chiara però." Esclamò Phoebe "Insomma, capisco che il tormento serve in certe percentuali, ma ero convinta che fosse gestito all’interno dell’animo umano…"
- "Se pensi che neanche per Amore vale questo principio…"
- "Si, c’era da aspettarselo, hai ragione."
- "Ragazze, ho i nomi dei demoni, e soprattutto la formula per relegarli di nuovo nella loro dimensione." esclamò Leo, orbitando nella soffitta di casa Halliwel.
- "Bene! Forza, dicci!"
- "Sono Invidia, il capo, Ambizione, Senso di colpa, Povertà e Amore."
- "Amore?!?! L’amore tra i tormenti?"
- Leo Guardò Paige inarcando un sopracciglio.
- "Guarda me e Piper…"
- "Cosa c’entra! È così che a volte vanno le cose, e poi non essere così pessimista!"
- "Il mio non è pessimismo" sospirò l’Anziano "Solo…la realtà. Come pensi mi senta da quando ci siamo lasciati?"
- Paige lo guardò con tristezza e non seppe che dire, a differenza di Phoebe.
- "E' normale che tu ti senta tormentato, ma, se non sbaglio, da dopo che vi siete lasciati le cose non sono degenerate terribilmente, e poi…sta arrivando il piccolo Chris…"
- "Non so se basterà."
- Paige lo guardò e gli sorrise.
- "Dimentichi che siete evidentemente ancora innamorati. Supererete anche questa."
- "Dimentichi che sono un Anziano."
- "Si, avete ragione tutti e due" intervenne Phoebe "ma ora vediamo di concentrarci su questi demoni. Ridimmi un po’ i loro nomi…"
- Seduta ancora sul divanetto, stava facendo finta di leggere i libri che le aveva trovato Chris, ma in realtà stava ancora osservandolo, cercando di capire cosa gli stesse succedendo. Nei suoi confronti era sempre stato abbastanza premuroso, anche prima che lei scoprisse chi realmente fosse, ma ora…era veramente…servizievole. E non era tutto: sul suo volto andavano alternandosi espressioni di calma, quando riusciva a controllarsi, e di tormento, quando cedeva.
- "Chris, ora potresti anche venire qui, non credi? Siediti con me."
- "Si." Rispose automaticamente il giovane, e andò ad occupare la sedia che si era portato vicino al divano. Era teso ed era evidente che stava pensando a qualcosa di spiacevole, qualcosa che gli stava tenendo impegnata la mente da quando era arrivato.
- "Sta peggiorando, vero?"
- "No, non mi pare…" mentì, guardandola con espressione assolutamente neutra.
- Piper gli lanciò un’occhiata perplessa e lui distolse lo sguardo, rimanendo immobile per un attimo.
- "Io…io non ce la faccio più, mi dispiace!" esclamò all’improvviso, la fronte aggrottata e gli occhi umidi.
- Piper non fece in tempo a dir nulla, che lui orbitò via.
- "Oh mio Dio…Leo! Leo!!!"
- "Cosa c’è?" chiese allarmato l’Anziano, comparso subito.
- Piper stava tentando di alzarsi, ma il pancione le rendeva difficili i movimenti.
- "Aspetta, ti aiuto."
- "No, non me! Devi aiutare tuo figlio! Leo, ha ceduto all’improvviso a quello che lo stava assillando, ed è orbitato via! Devi capire dov’è!"
- Leo non se lo fece dire due volte, si concentrò e lo trovò.
- "Per fortuna è ancora dentro la scuola, aula cinque. Vieni, ti accompagno."
- Ma proprio in quel momento Paige lo chiamò.
- "Paige mi sta chiamando, e mi pare piuttosto agitata…maledizione! Ora ti porto all’aula, poi vado a vedere di cosa hanno bisogno."
- "Si, ma fai in fretta, credo avrò bisogno di te."
- Leo annuì, e insieme sparirono.
- Entrando con circospezione nell’aula buia e deserta, Piper sentì un rumore acuto, proveniente dal fondo della stanza. Erano singhiozzi. Fece per accendere la luce, ma non appena le lampade si illuminarono qualcosa spense di nuovo l’interruttore.
- Piper si fermò, sorpresa, ma si riprese subito, e andò verso il figlio, che aveva individuato in quei pochi secondi di luce. Cercando di non andare ad urtare contro nulla, lo raggiunse. Era rannicchiato contro il muro, le ginocchia piegate e posate contro il petto.
- "Chris…"
- "No, non preoccuparti…sto bene." Disse lui, cercando di non far sentire il tremito della propria voce. Piper si inginocchiò e poi si sedette.
- Paige si volse di scatto verso la sorella e le puntò un dito contro.