Damon guardava fuori dalla finestra. La pioggia incessante aveva appannato entrambi i vetri della camera d’albergo.
“Potresti rispondermi?” la sua voce lo raggiunse. Cosa gli aveva chiesto? L’aveva ignorata tutta la serata, ogni singola parola rivolta a lei lo faceva arrabbiare.
Era così incazzo con tutti, che forse era solamente incazzato con se stesso. Erano passati quattro giorni da quando Stefan era “partito”, quattro giorni di ricerche continue per ritrovarlo. Damon, avrebbe voluto tornarsene a casa, cosa gliene importava di ritrovare Stefan? Ma era lì solo per una promessa fatta a Elena. Elena la tortura più grande e bella che avesse mai incontrato, l’unica in grado di farlo arrabbiare e innamorare allo stesso momento.  Sperava in cuor suo che il fratello fosse già morto.
E per la grande perdita, Elena si sarebbe mai gettata tra le sue braccia? Era un’idea totalmente impossibile e questo Damon lo sapeva bene, e sapeva anche, che il motivo per cui era così incazzato era legato a quell’idea.
Negli ultimi due giorni Elena era sempre di pessimo umore, ogni battuta diventava una tragedia, così Damon aveva deciso di ignorarla totalmente, facendo aumentare il suo pessimo umore.
“ti ho chiesto se vuoi dormire tu sul letto” disse spazientita Elena.
“mmm” sospirò portando l’indice alla finestra e scrivendoci sopra: NO.
“bene, perfetto dato che siamo arrivati a questi livelli me lo prenderò io” sbuffò la ragazza portandosi a sedere sul letto.
Damon si girò di scatto nella sua direzione, avrebbe voluto urlarle contro qualcosa ma si bloccò. Gli occhi di Elena si posarono sui suoi. Cielo e terra, un’unione perfetta, pensò ammirando il marrone degli occhi di lei, attraverso l’azzurro intenso dei suoi.
“che vuoi ora?” disse tagliente Elena immergendosi tra le coperte.
“che vuoi tu da me, Elena?” replicò il vampiro con lo stesso tono, incapace di trattenere le parole“ti ho salvato la vita, ti sto aiutando a trovare Stefan e ti lascio pure dormire sul letto” accennò uno dei suoi sorrisi.
Elena scese furibonda dal letto gettando a terra le coperte.
“Vuoi il letto, Damon? Ecco prendilo, è tutto per te! posso anche dormire per terra se questo ti rende felice”  alzò la voce gesticolando con le mani dando inizio all’Elena show.
La ragazza presa dalla furia si dimenticò d’indossare solamente un paio di culotte e una canotta abbinata. Alla vista delle lunghe e sottili gambe Damon s’illuminò.
Elena accecata dalla rabbia non notò la direzione del suo sguardo e continuò la sua ramanzina.
“se hai qualche problema potresti parlarmene, invece di rimanertene lì imbronciato a fare il vampiro presuntuoso” Damon non ascoltava le sue parole, rimaneva in silenzio a fissare la sua pelle nuda.
Quella pelle morbida e vellutata. Quanto era bella mentre si arrabbiava e il rossore le saliva in volto?
Elena non smetteva di gridare. Damon continuava a fantasticare alla visione di tutta quella bellezza. Spostava appena lo sguardo dalle gambe al suo volto.
Quando la ragazza si rese conto della totale assenza nel dialogo del vampiro, si ricordò di essere mezza nuda. Imbarazzata, afferrò la coperta ai suoi piedi e si coprì.
Damon sorrise e gli occhi di Elena si ridussero a due fessure. Era proprio arrabbiata e questo lo faceva sorridere ancora di più.
“stavi dicendo?” chiese il vampiro con voce mielosa.
“che sei un idiota” sbottò Elena un po’ imbarazzata ma decisa.
“ti concedo ugualmente di dormire sul letto, a patto che io possa tenere le coperte” sorrise di tutta risposta.
“Ti piacerebbe” bofonchiò Elena ritornando a letto e spengendo la luce. Poteva intravedere la figura del vampiro alla finestra, per la luce che entrava alle sue spalle, distinguendo solo la sua sagoma. Damon rimaneva immobile con lo sguardo verso la pioggia.
“si può sapere a cosa stai pensando Damon?” anche se non lo vedeva in faccia, Elena percepì il suo sorriso.
Poi come un fruscio di vento e la sua sagoma scomparve dalla flebile luce, mentre sulla finestra appariva la scritta: TI AMO.