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Autore: adelfasora    25/03/2012    2 recensioni
Una vita.
L’amore colpisce solo gli opposti, o anche le persone più simili?
Un incontro.
Quante sorprese può rivelare?
E se nessuna, può lo stesso essere importante?
Misha Inamori. Kyouya Ootori.
Vite simili e scelte diverse. E il loro, di incontro?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kyoya Ohtori, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vita.

-Parte 2-

-  ovvero quando gatto e tartaruga vanno d’amore e d’accordo… ? - 

 

 

 

Cena-

 

Armonia. Armonia.

E ordinarono pizza.

Il massimo, no? No. La signora Petronilla, con le sue capacità da cuoca non si fece pregare.

Lasagne, carne arrosto e contorno di parmigiana di melanzane.

Mangiarono fino a esplodere, senza farsi pregare, mentre la signora Petronilla, meglio nota come laformidabiledonnadicasa con il suo chiacchiericcio li teneva impegnati entrambi. Quando non avevano la bocca piena, s’intende.

 

- Misha, cara, raccontaci un po’ di come va a scuola.. devi impegnarti lo sai! -

- Cara, e l’affitto? Siamo alla fine del mese, spero tu non spenda troppo in spese pazze, eh eh.. –

- Cara, ti piace la parmigiana? Modestamente è la mia specialità: ricetta di mia nonna. Eh,era così buona con me.. mi dava sempre qualche spicciolo per comprarmi qual cosina! -

 

- Cara, ma dimmi un po’, state insieme, tu e il giovanotto di là?-

La melanzana si fermò in gola, assieme alla mozzarella e al prosciutto di cui era imbottita.

Soffocando, tossicchiò e stava lì lì per rigettare tutto.. ma Kyouya tornò dalla cucina e dovette trattenersi.

Ancora non si erano del tutto chiariti, e lei aveva come l’impressione che quando l’aveva visto la prima volta di fronte alla sua scuola non fosse davvero la prima volta. Ma dovette anche smettere di riflettere, dato che la nonnina chiedeva attenzioni.

Già… un giorno quel “cara” la porterà alla morte per mano mia. Con la sola forza del pensiero.

Scacciando quelle sensazioni di violenza esplicita che le ispirava, Misha fissò per quasi tutto il resto della cena Kyouya, di fronte a lei, che si perdeva in commenti e complimenti su.. quella donna. Che no, non era una cara vecchina.

E la ignorava. Non le rivolse sguardo. Niente di niente. Sembrava … ma perché si era come chiuso in se stesso, ora?!

Che coppia di matti. E il vero problema è che tu non sei Alice, e lui non è un Cappellaio Matto!

Ma appariva sempre stupendo, e bellissimo, mentre accompagnava l’odiata –gelosa, eh?- vecchietta alla porta, e metteva fine, con il tonfo della porta nuovamente chiusa, a quella giornata movimentata.

Come hai fatto a paragonarlo ad un sonnacchioso gatto per tutto questo tempo? Lui è parecchio sveglio.. e sembra voglia dimostrartelo.

 

 

“Si sta avvicinando.. ora ha un sorrisetto che non mi piace per niente.

Certo, e queste vampate sono per la menopausa in anticipo di un bel po’ d’anni.

Ma perché prima appariva così.. così..

Ecco, ormai le tue sinapsi ti hanno abbandonata. Oh, adesso anche io. Sai, non ho remore ad ammettere quanto sia figo il tuo coinquilino. Con il quale non troppo fa avevi slinguazzato.

Va bene, eccomi, pianeta dei feromoni!”

 

 

“ sonnacchioso gatto.. ”

Oddio.. Il gatto! ..e Ruga!!

Ma così non vale! Io non voglio solo sognarlo, il mio sogno erotico!

Devo sfuggirgli.. o meglio, fare una toccata e fuga verso quella stanza, portare loro il cibo-

E tornare immediatamente da lui.

Esatto!

Ma sei cretina?! Dico io, e lui con quella faccia, e tu, con questi pensieri da allupata, vorresti abbandonarlo qui.. per dare da mangiare alle vostre controfigure animali?

Sì.

Buona fortuna, allora!

Bene, vedo che ci capiamo. Bha, in fondo non mi dispiace che saltino un pasto.

No! No! …

Mmhh.. il divano secondo me è scomodo.

..

Qui ci vuole un sonnifero. Per lui, ma soprattutto per i tuoi ormoni, cara.

..

Non ti facevo così elastica! Aspetta un momento solo, che mi preparo alla telecronaca… ecco: ed è così che mentre lo bacia con foga circondandogli la vita con le gambe, cerca di afferrare dalla credenza la ciotola per il felino piena di tonno. Perde un attimo di vista l’obiettivo, dopo avergli messo le mani nei capelli – e rischiando di rimanere secca alle sue mani sotto il pigiama a funghetti – ma poi – dopo ansiti vari – torna all’attacco, e riesce a prendere anche il cibo per l’esemplare delle Testudinidae.

Ora deve solo portarsi verso la fatidica porta… ma dato che non è lei a condurre il gioco di passione, Kouya, attento, si ferma. Oh, porc-

- Se proprio devi, porta da mangiare a quella tartaruga. –

- O-Ok.. mi sbrigo! –

Ed ecco la ninfomane che è in te.

Cercando di nascondere il tonno, andò lentamente – consapevole delle possibili conseguenze di  un suo passo falso, inteso letteralmente – verso la camera, poggiò a terra il tutto e chiuse la porta alle spalle, come se il demonio le fosse alle calcagna.

- Sono dell’idea che tu mi nasconda qualcosa.-

Oh-oh. La nottata di passione ci  sta salutando con un lugubre addio…

- Forse. –

- Lo scoprirò, lo sai. –

- Certo, ma immagino che lo farai dopo. –

Ed ecco che Mis la ninfomane fa accadere l’inaspettato!

E come se non volesse altro, con sguardo languido le si avvicina, mentre lei gli salta letteralmente addosso, cercando di trattenere la foga.

 

Le loro lingue si cercano, come affamate dell’altro. La stringe forte, a voler diventare un tutt’uno.

Ed è finalmente ora di salutare questo mondo di razionalità!

 

 

 

 

Pensieri erranti, o notte-

 

Si erano baciati, eccome. L’aveva sentita. Tutta accaldata, contro di sé. E più lei si lasciava andare, più credeva di non potere resistere un momento di più a lei. Il suo corpo lo chiamava “vieni da me, ti prego!” e “toccami, sono tua!” e lui chi era per opporsi?

Gli si era fuso il cervello. Quando gli aveva inavvertitamente toccato il cavallo dei pantaloni, con gli occhi lucidi, il respiro accelerato, aveva pensato di violentarla.

E lei non ne sembrava dispiaciuta.

Anzi, non più tanto inavvertitamente, continuava a poggiarsi lì.. dove il suo raziocinio non riusciva a domare.

Lo sfiorava, leggermente e innocentemente sensuale –  cosa che lo infiammava, letteralmente e con le più imbarazzanti ripercussioni -  sul volto, a stringersi a lui. Mentre lui baciava dove poteva arrivare, e lei lo accarezzava, dalle spalle al collo, lasciando una scia di baci poco casta. Scendendo più giù.

Cazzo.

Ed era l’espressione giusta.

 

Sudati, accaldati e irritati per essersi staccati, cercavano scuse insufficienti per tornare lì dove volevano stare. Ma non potevano.

Sospirando, e senza darlo a vedere, le disse che era ora di andare a dormire, se voleva svegliarsi il giorno dopo in orario.

E così dispiaciuta - ma mai quanto lui, pensò – si staccò, ma prima che potesse andare in bagno – di cui aveva tanto bisogno – lei lo baciò. E lui pensò che era colpa sua, se gli si attaccava a dosso non avrebbe più risposto delle sue azioni.

Ma prima che potesse anche solo costringerla a finire sul divano, lei si allontanò e come un lampo chiuse dietro di sé.. la porta del bagno.

T’ha fregato!

La sentiva ridere sommessa dalla porta.

- Ridi, che quando esci.. –

- Bhe? Avevi qualche problema urgente? – chiese innocentemente.

Innocentemente un corno!

- Io? Mha.. se esci, forse, e dico forse, te lo dico. –

Nessun rumore.

Poi una porta che si apriva. E mentre lui sorrideva vittorioso, lo costrinse a cambiare idea immediatamente sulla sua vendetta.

 

 

Ero nuda, vicino allo stipite della porta, senza contare l’accappatoio che avevo addosso.

Ninfomane.. ti avevo sottovalutato, sono davvero orgogliosa di te.

E il suo sguardo era da immortalare. Anche se l’iniziale piano stava per prendere una piega.

Sì! Vai. Fallo. Che stai aspettando?!?

Niente da fare. Doveva soffrire.

- Io sono davveeeero stanca. – lamentò sbadigliando teatralmente.

E si diresse, lasciandolo di granito, verso la sua stanza.

 

Non riusciva a non pensare a Kyouya. Non riusciva a smettere di rivedere alla stregua di Titanic le ultime ore.

Sospirava. Mugolava. Sospirava. “Kyouya”. Sospirava. Mugolava.

Il giorno dopo sarebbe stato Il Giorno Decisivo.

 

 

Non se lo sarebbe aspettato. Proprio no. Dio, nuda! Lo voleva morto. Oppure invitarlo allo stupro.

Per te di certo non c’è problema, immagino.

E la sentiva. Da quella misera parete. E la sua attenzione per quella parete gli faceva sentire strani rumori provenienti dalla sua stanza.

Quando gli sembrò di sentirla mormorare il suo nome stava per alzarsi e sfondarla, quella parete, ma si costrinse a riposare.

Notti insonni, a noi.

 

Anche se lui sapeva che il problema era un altro. Lei, prima o poi, avrebbe scoperto chi era. E sarebbe stata la fine. L’avrebbe capito? E come avrebbe reagito? Avrebbe dovuto dirle di conoscerla già da prima. Di essere quello che l’aveva portata a scappare di casa.

 

 

Sto ancora pensando a lui.

Che situazione complicata.

Perché non posso contare in pace le mie pecorelle?

Domani le parlerò, di certo. Ma come ?

Ti piaccio per davvero?

Mi odierà, dopo?

E se fossi davvero innamorata di te?

Come mi dovrò comportare?

Sono davvero innamorata di te.

Sono davvero innamorato di te.

E questo un po’ mi fa paura. Oltre a rendermi felice.

E questo mi frena dal dirtelo. Ma sono felice.

 

 

 

 

Risveglio, ma nulla di inquietante-

 

Calmati. Calmati.

Calmati, per Dio!

Non ce la faceva a reggere. Cosa avrebbe dovuto dirgli? E come? Forse sarebbe stato meglio fingere qualche strana malattia esotica, anziché uscire dalla propria stanza e incontrare Il nemico. Che barava, con la sua immane bellezza, e minando alle sue capacita intellettive.

Tu hai capacità intellettive? Lo sapevo, fino al giorno della mia morte scoprirò qualcosa di nuovo.. e ridicolo!

Stupida odiosa …  quella non poteva essere la sua sua coscienza, e nemmeno un qualsivoglia Daimon.

Già, io sono colei che manda avanti tutto qui, se non te ne sei resa conto.. baracca e burattini!

Già, lei era una bambola di ceramica senza intendere o volere.

Però, contro quello che diceva la sua logica, la sua controparte responsabile e razionale c’era una forza immonda che la condannava tra le coperte.

Si chiama codardia, l’ho letto proprio qui, con la definizione e tutto il resto del dizionario.

Basta! Si sarebbe alzata, volente o nolente.

Per domani se conti di arrivare all’uscio della porta batti un colpo.

Incavolata con sé stessa si alzò di scatto, dimenticandosi momentaneamente della mensola a media altezza di fianco al letto. < Ahi! > si trovò a trasalire dal dolore, mentre avrebbe sfondato la porta inciampando nelle ciabattone gialle che si ritrovava, sempre se sulla porta non fosse comparso Lui, la causa del suo travaglio e Lui, che soprattutto era fonte di perdizione.

 

E qui si ritorna a : Calmati. Calmati!

Trovarselo davanti a torso nudo, mezzo addormentato, e talmente intontito da non rendersi conto della faccia buffa e tenera – tenera?! – che aveva le causava non pochi danni celebrali.

Consolati, che c’era già prima poco di salvabile.

 

Ma quello non era il momento di fare ironia. Nemmeno di stare a litigare con .. la voce senza arte né parte.

Ma quello era il momento del Grande Giorno. Chiamato così per l’ovvio motivo della Rivelazione.

Anche se dovrebbe essere l’uomo a fare il primo passo.

- Eh? Senti, ma che succede.. da fuori sembrava quale nemico stessi affondando. – poi le sorrise, certamente non consapevole di quanto lei fosse esagitata – e invece erano semplicemente le tue infantili ciabatte ad averti assalito. Anche se in realtà sei tu che ci stavi inciampando. Poverette, non vorrei essere in loro, a sorbirmi il tuo peso e goffe acrobazie. – sorriso beffardo. Ritiro tutto! Lui non può essere colui che mi ha trattenuto una intera notte insonne. Proprio no.

Ma quando realizzo che mi sta tenendo letteralmente in braccio data la mia pericolante posa, un po’ troppo inclinata in avanti, un po’ troppo vicina a lui.

 

 

Macchissenefrega!

Ora la prendo e la bacio, e chi si è visto si è visto. Le spiegazioni le riservo alla prossima volta. No. No!

Mi do un contegno, cosa che sono un artista a fare(mascherare) – Dobbiamo parlare oggi, dopo scuola. Non mi piacciono le questioni irrisolte. –

E nemmeno quelle che mi vengono poste dalle sue labbra, nella muta richiesta che io mi avvicini loro..

Non sarai tu a farti film mentali?

E la bacio, lasciando io per una volta lei di sorpresa. E ora devo proprio andare, non sono uno che fa tardi a scuola. Soprattutto se a scuola il nuovo arrivato è l’erede primogenito di una piccola, ma non di poca importanza, azienda.

 

 

- Kyouuuuuuuuyaaaaaaaaaaaa! –

Ehi, bentornato!

 

.. Argh!

 

 

 

 

Scuola-

 

Mi aveva lasciato così, imbambolata e senza pensieri.

I moscerini regnano sovrani. Quasi quanto le ragnatele nel tuo cervello!

Ah. Ah. E dire che me le invento da sola, queste battutacce.

Comunque se vuole parlarne dopo, per me va più che bene. Figurarsi se me può importare qualcosa. Figurarsi.

..ma lui che aveva da fare a scuola di così importante da correrci senza un minimo di esitazione? Non potevamo fare colazione insiem.. oh per tutte le trote!  Sono le otto meno dieci! E adesso che faccio?!

Kyouya, che tu sia dannato. Anche se baci da Dio!

 

Una ragazza, vispa e dal volto vivace, correva come una disperata, nella più esatta descrizione di una ragazza con in bocca un toast e fogli sparpagliati tra le mani e nella cartella a tracolla, che aperta sbatacchiava contro la gamba ad ogni movimento.

Il suo cuore scandiva i secondi per arrivare in orario. Ma quale?

“ Ma certo! L’istituto Hishukaya è nei paraggi! ”

Pensò il vecchietto che la vedeva volare per la stradina secondaria, mentre lui beveva tranquillamente il suo the, poco infastidito dal tornado che lo aveva travolto poco prima.

Frattanto un gatto, silenzioso e inosservato, se ne andava per quella stessa stradina, inconsapevole del putiferio che avrebbe scatenato e della sua padroncina che l’aveva preceduto. Beh, correva!

 

 

-Yukaaa!! Yuka, Yuka.. tu devi sapere!-

E detto ciò lo trascinò nel punto più isolato dell’atrio scolastico, davvero misero al confronto dello sfarzo della scuola che si ergeva dinanzi.

-Su Mis, non morirmi così, lo sai che ho bisogno di te.. –

-Già, per i tuoi loschi fini nei confronti di quella povera ragazza della .. tua ragazza.-

Quando vide il suo sopracciglio studiarla scettico, inspirò profondamente.

- Cioè, quello che è. – espirare – Kyouya mi ha baciata – inspirare – dobbiamo chiarirci. – espirare.

- Beh, la faccia afflitta allora non si spiega. –

- Cosa?! Tu non capisci! E se lui mi dicesse che non mi vuole? Che è stato tutto uno stupido bisogno ormonale tipico dei maschi? Ormai mi sono fregata con le mie stesse mani, ci soffrirei da cani. – lo tirò disperatamente per il colletto, mentre aspettava il consulto.

- Ti ricordo che sono maschio anch’io. – ignorò il sonoro sbuffo dell’amica – E che le mie tecniche di seduzione all’avanguardia non hanno bisogno di essere approvate da te – continuò ad infischiarsene del piede che ritmicamente e fastidiosamente si alzava e sollevava da terra – credo che lui fosse molto preso da te, ma se proprio vuoi esserne sicura.. potresti semplicemente fare da campione per il mio approccio mascolino. – risero per un po’ – ah, non dimentichiamo che quello che ci soffrirebbe fino al suicidio sono io che devo sorbirmi una lagna come te. – Dopo una breve lotta ridicola e giocosa, si abbracciarono come quando dovevano farsi confidenze riservate e della serie “top-secret”, un livello di riservatezza raggiunto solo il mese prima, dopo che lui era rimasto a casa sua per settimane, che era valso loro un bel po’ di pettegolezzi.

Ma quanto poteva importare loro?

 

 Nello stesso momento Kyuoya friggeva. Friggeva per i troppi problemi che del ritorno nel club? No, ma perché si trovava a fissare la sua Misha abbracciato a quella specie.. di piovra ormai defunta, o almeno così registrava il suo cervello.

Non sarà che stai un po’ esagerando? Dopotutto sono amici..

E si starà confidando con lei da bravo compagno, immagino.

Sei un po’ troppo ossessivo.

Cosa? Stavo solo controllando, e a quanto pare ho anche fatto bene, potendo vedere con chi se la fa!

Appostato su un albero con un binocolo di dimensioni doppie e con scritto in faccia “sono geloso marcio” e “non toccare la mia ragazza”?

In realtà non stiamo ancora insieme, avrei dovuto chiarire tutto prima, ma a quanto pare lei..

A quanto pare tu stai partendo con i film mentali del secolo. E io sono troppo solo per assistere alla prima del tuo fantastico film.

Escremento di coscienza, stai facendo sarcasmo?

Non sei l’unico, ma ti dirò di più: sull’albero ci sono anche i tuoi, di amichetti.  E questa sì che non me la voglio perdere.

E mentre si girava, avrebbe voluto avere tra le mani qualcuno da uccidere, lentamente e dolorosamente. Soprattutto uno stupido e inutile ragazzino di sua conoscenza.

-Kyuuuuya!! Paparino nostro! Come hai potuto tenere nascosto alla tua maman di esserti finalmente innamorato? Oh, finalmente anche tu sarai consapevole della forza incantevole e sublime dell’amore, travolgente e romantico.. –

- Kyouya, davvero, non credevamo avessi anche tu un cuore! O per lo meno che usassi solo quello finto! Chissà che scherzetti potremmo … -

- Oh no.. – Kyouya gemette, pensando a cosa mai avrebbero potuto architettare quei due idioti.

- Ma certo! E devi farci conoscere questo bocciolo di rosa, la casta fanciulla che ha conquistato.. –

E pensare che Tamaki è ancor peggio!

 

E dopo, mentre Yuka architettava di farsi ritrovare stile koala su di lei – a sua detta sembrava una missione di morte, e forse non aveva tutti i torti, conoscendo il soggetto – e Misha cercava di spillargli in testa come mandare a buon fine l’appuntamento del suo amico ribattezzato il cretino, Kyouya si trovava tra fanciulle che sospiravano per lui, e la cosa la teneva in agitazione  e, a dirla tutta, la irritava.

Gelosia portami via, e già.

 

Questa giornata deve finire, assolutamente!

 

 

 

 

 

Qualche giorno, scoperte.. ma un gatto salverà la situazione–

 

E’ il grande momento. Oh, cavolo.

- Ciao. -

- Sei tornata prima da casa. –

- Già. –

Perché non lo sto nemmeno guardando in faccia? Non è da me, per niente.

- Io.. io vorrei continuare il discorso di prima, se sei d’accordo. C-credo che dovrem- chi sono tutte queste persone?

Lo chiedi a me? E in ogni caso.. “tana per quel moro muscoloso”, prenotato!

 

 

Perché Tamaki è più capace di un Adolf a trascinare questa banda di idioti nelle sue mirabolanti e stupide idee?

Semplicemente.. sei troppo intelligente per capirlo.

Probabile, resta che io dovrei fare un discorso serio. Ma con loro alle calcagna come si può solo immaginare di fare un discorso serio?

Sanno cos’è?

No. E anche per questo è tutto rimandato. Maledizione.

- E’ un piacere conoscerti, io sono Tamaki, il re dell’Host Club. – ecco la sua faccia più idiota.

Quella di sempre.

Appunto.

Chissà come Haruhi riesce a sopportare un ammasso di stupidità tale.

- E loro sono tutti i miei figli… tranne le.. lui. –

Appunto.

 

 

Ma questo qui crede davvero che io mi beva la storia del papà? E poi, diamine, si vede lontano un miglio che è una ragazza! E perché mai dovrebbe essere diversa, e con addosso un completo maschile? Centra qualcosa con Kyuoya? E se è venuto qui solo per chiarire che questa qui è la sua ragazza? E se andrà via?

E se tu cercassi di calmarti e apparire almeno esteriormente una persona normale e non una schizzata paranoica?

Se ho già detto che la mia voce interiore mi irrita, lo ripeto. E soprattutto quando ha ragione.

AH. AH!

- Emm.. è un piacere, io sono Misha –

 

- Sono un covo di matti, non fare tanto caso a loro. – brutta.. e mi sorride anche! – Io sono Haruhi – quella che vorrei uccidere sei te. Sono certa che hai anche più confidenza con lui. Non è vero, neh?

- Bene, volete qualcosa? Scusate il disordine, ma certe cose non erano programmate – eh no, è inutile che mi fai la vittima, devi sentirti almeno un po’ in colpa, cavolo!

Kyouya rispose al mi sguardo assassino, apparentemente dato dall’inaspettata visita e realmente dalla sua possibile fidanzatina – diiiioo! –, ruotando gli occhi e mimando un “non è colpa mia” e qualcos’altro che non identificavo. Mica conosco il labiale, io!

 

 

Se di fronte a Misha si manteneva un certo contegno, di spalle con me non c’era più nemmeno il pudore.

- E i preliminari? –

- Non avrei mai pensato che Kyouya fosse il tipo –

- Già lo vedevo maritato con una di trent’anni più vecchia.. –

- Non posso ancora credere che tu ti sia innamorato.. per un rapporto vero c’è bisogno prima del matrimonio, Kyouya, sembra una brava ragazza. – Honey sembrava addirittura serio - .. per quanto riguarda la torta però ti aiuterò io a scegliere la più grande e buona! – ecco, sembrava.

Tamaki semplicemente piangeva. E lo faceva vicino a Misha. Un po’ troppo vicino. E lei non sembrava dispiaciuta, o imbarazzata. Che le piacesse?

Già, e pertanto avrebbe .. pomiciato con te per sport?

Restava il fatto che lui aveva iniziato, nella spirale del sentimentalismo, ad abbracciarla.

- Ora dovreste andare. – Dovevo avere un vero e proprio sguardo di fuoco, dato che tutti ubbidirono seduta stante. E Misha sembrava addirittura impacciata. Che le dispiacesse lasciare il Re dell’Host? Beh, chissenefrega. Lei è mia.

L’hai detto.

Non è vero.

L’hai pensato!

Non.. beh, che ci sarebbe di male?!

Ah. AH!

 

Dopo averli cacciati.

- Per averli invitati su sei stato un po’ troppo brusco a buttarli fuori. Da casa mia. –

- Perché, ti avrebbe fatto piacere stare attaccata un altro po’ come una cozza a quello? –

- Il tuo amico si chiama Tamaki! –

- Ricordi anche il suo nome! –

- Geloso? –

- E se fosse, neh? –

- Non ne avresti motivo, data l’amichetta che avevi magistralmente “trasformata” in ragazzo! Credevi non me ne sarei accorta?! –

- Eh?! – questa era buona, ma non mi veniva da ridere. Per niente. – Per tua informazione quella è la fidanzata di Tamaki, a cui tu stavi facendo il filo! –

- Io?! Ma quando mai! Ti è dato di volta il cervello?! A me piaci tu, razza di-

Mi resi conto di quello che stavo facendo, o meglio, di quello che gli avevo confessato, di quello che gli stavo dicendo senza alcun diritto.

- Scusa. –

Avrei dovuto dirlo io. E lo stavo per fare. Ma quella era la sua voce.

E lui, tutto dispiaciuto, con lo sguardo da modello intristito, cercava di riparare al danno. Non l’avesse mai fatto!

- E’ l’unica cosa che hai da dire? Bene. Bene! –

Ero sull’orlo delle lacrime, ma non gli avrei dato di certo una soddisfazione del genere!

E quindi preferire la fuga alla sconfitta, prego.

- Ehi, aspetta! – mi teneva per la maglia, consapevole che l’adoravo e non avrei permesso nemmeno alla mia testardaggine d’immatura di rovinarla o allargarla, mentre io cercavo di non cedere – Non mi lasci nemmeno finire? – perché se mi sorride così, è bello assurdo? – Io sono follemente innamorato di te. Non mi riconosco nemmeno più quando ti parlo. Mi piaci, anche di più di quanto possa piacere a te. –

Me l’ha detto, per davvero.

Alleluja!!

Ora voglio solo morire in pace e felice.

E lo fissi? Dovreste baciarvi e fare porcherie! Ora avete anche il mio consenso!!

Le porcherie un’altra volta. Ora voglio solo baciarlo finché non capiranno che devo essere collegata ad una bombola di ossigeno.

Perché io dal mio paradiso non mi stacco. Quale matto mai lo farebbe?

 

Poi però lo fece.

Cavolo! Che succede ora?!

- Devo dirti una cosa.. parecchio importante – la fece sedere sulle sue gambe, mentre lei gli si stringeva addosso, preoccupata senza un reale motivo. – Tu ti ricordi perché hai abbandonato la vita da altolocata, e hai cambiato completamente la tua realtà? –

Cosa c’entrava quello? Era triste da ricordare.

- Sono io il motivo. Oh, e mi piacevi già allora. –

Cosa?

- Cioè..– Kyouya la guardava, teso per quello che avrebbe potuto dirle.

Lei iniziò a boccheggiare.

- Ehi? Misha? Misha, mi rispondi?! – l’aveva shockata a tal punto?

- Oddio! Il gatto!! –

 

 

Cosa c’entrava adesso il gatto? E che gatto, per di più!

Quanti misteri..

- Io.. io avevo trovato un gatto per strada, ma volevo farti una sorpresa – parlava veloce, parecchio – avevo notato che ti piacevano.. e poi devi vedere quant’è carino! Tutto bianco, e gli occhi hanno colori diversi! E’ un po’ strano, ed è ancora un cucciolo.. ragion per cui sono preoccupata! Chissà che fine avrà fatto.. me ne sono ricordata mentre guardavo la scatola di cibo di Ruga.. non lo vedevo da stamattina. – la sua faccia sconvolta lo spaventò – HO LASCIATO LA PORTA APERTA STAMATTINA! Oh no!! E ora dove sarà?? Dov-

- Potresti calmarti, e l’andiamo a cercare, che ne pensi? –

- S.. sì. –

Mentre si avviava ad uscire di casa, sentì le parole più belle che avesse potuto ascoltare – Anche se non avresti dovuto tenermelo nascosto, dopotutto come si fa a resistere a cotanta bellezza, se riuscirai a trovarlo prometto che ti perdono. Anzi, in realtà è solo colpa di quei cretini della mia famiglia.. anche  se, certo, a conoscerti meglio.. –

- Come resistere a cotanta bellezza, no? –

Mentre cercava di schiaffeggiarlo dalla sua puf-altezza si sentì il cuore un po’ più leggero.

- Facciamo che chi lo trova gli darà il nome che preferisce, ok? –

- Ma non era per me, il gatto? –

 

 

Erano ore che lo cercavano, e ormai Misha stava perdendo le speranze, quando Kyouya le urlò dietro.

- Guarda, è questo? Credo che si fosse perso, e dalla descrizione.. –

Mentre gli apriva le mani, vide dentro quella piccola palla di pelo.

- Disgraziato! Ci hai fatto preoccupare da morire!! Io.. i-io..-

Era scivolata per terra, sul cemento, mentre Kyouya la cullava abbracciandola.

Che sdolcinatezza … e pensare che la tartaruga è a casa!

 

Era iniziata una pioggia lieve, ma se qualcuno glielo avesse chiesto, lei avrebbe risposto che c’era un sole accecante.

- Lo scegliamo insieme il nome? -

 

 

 

 

 



 


 Spazio autrice_

Oh, beh.. siamo alla fine, cara Scheggia Rossa, Deidara… prepariamoci all’epilogo –o conclusione- mentre mi scuso follemente per l’orribile e imperdonabile ritardo.. ho aggiornato.. non aggiorno da Tanti(infinite i)ssimo..imploro il vostro perdono, sul serio! Ringrazio anche Eu_chan di averla messa tra le ricordate.

Ade

  
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