Film > Pirati dei caraibi
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Autore: Carmaux_95    25/03/2012    4 recensioni
-Sentite,- esclamò a quel punto Jack stufo di quella noiosa discussione. -io personalmente non ho nulla contro chi si infila nel letto di una donna.- Angelica gli tirò una gomitata. Beckett li vide: fu come fulminato da un'idea. Jack pensò in fretta ad una conclusione adeguata alla sua frase. -Ma se quella non è d'accordo e non ci sta, allora si tratta di violenza carnale (credo), e a questo ci penserà il giudice, che in questo caso sono io e vi dico: vi saluto!- si fece strada tra la gente e raggiunse poco dopo il suo fido quartiermastro.
-Mastro Gibbs...è la seconda volta oggi che perdo mia figlia, spero sarete in grado di dirmi dove è andata.- Gibbs sorrise e indicò il monastero. Il piccolo gruppo si diresse verso il suddetto.
Beckett aveva tirato fuori da una delle sue tasche un piccolo foglietto piuttosto stropicciato. “Se non posso ucciderti perché per farlo devo salvarti la vita...” pensò scrivendo la parola “lista” sul foglietto. “...vuol dire che ti lascerò vivere ma togliendoti tutto quello che ti è caro...” alzò la testa e lo guardò allontanarsi. “a partire dalla cosa a cui tieni di più...” sistemò il figlio sul palmo della mano per stare più comodo e scrisse rapidamente. “Angelica!” piegò il foglietto e lo mise di nuovo in tasca per poi seguire gli altri fino al monastero.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve Gente! Come la va? E' da un secolo che non mi faccio sentire ma ho avuto troppi contrattempi...
ed mi è stato impossibile fino ad adesso aggiornare.
Dunque spero che questi due capitoli vi possano piacere e che magari mi lasciate un commentino.
Un bacione e un ringraziamento a tutti quelli che leggono, seguono, recensiscono, preferiscono e quant'altro, grazie davvero!
Un bacione enorme anche alla mia sorellina: Mari, non hai idea di quanto avrei voglia di abbracciarti in questo momento!
Bacioni!

 




Capitolo diciassette: Perdonatemi Padre perché ho peccato...

-Mi avete ben capito?- sussurrò Perla aprendo pochissimo la porta della camera. Tutti dietro di lei annuirono. La ragazza aspettò qualche istante. Dopo non molto comparvero nel corridoio un paio di ragazzi, sicuramente più grandi di lei.

-Hey!- sussurrò di nuovo Perla, questa volta riferita ai due ragazzi. Con un dito fece segno loro di venire avanti. -Vi voglio rivelare un segreto.- sussurrò in tono quasi impercettibile.

-Cosa?- esclamarono quelli confusi. Ma la ragazza non rispose e li afferrò per poi lanciarli dentro la sua stanza.

-Questo è il piano più stupido che abbiamo mai messo in atto!- esclamò Jack tirandosi sulla testa il cappuccio del vestito che avevano appena rubato ai due ragazzi.

-Devi toglierti quel cappello papà!- rispose Perla togliendoglielo dalla testa e lanciandolo sul letto.

-Hey! Tratta bene il mio cappello! Ci tengo!-

-Si...- rispose quella seccata. -Lo so...-

-Va bene, adesso: io e Gibbs andiamo a cercare la spada, mentre tu e...-

-No! Il piano è mio!- ringhiò Perla. -Gibbs viene con me! Tu invece rimani qui e, se dovesse venire qualcuno, beh, dovrai cercare di mandarlo via, chiaro?-

-Ma....-

-Ho detto: chiaro?-

-Trasparente.- disse dopo un po' il Capitano andando a sedersi sul letto a fianco del suo cappello. Un minuto dopo Perla usciva dalla camera insieme a Gibbs, anch'egli sotto il vestito da convento rubato poco prima ai due sventurati.

-E' pazzesco! Io sono suo padre e lei...è come se mi avesse messo in punizione in camera mia...cioè in camera sua...insomma...non comprendo!-

-Che fai qui da solo?- lo stuzzicò una voce alquanto familiare. Jack si girò e vide Angelica seduta sul bordo della finestra.

-Perla è andata con Gibbs a prendere la spada e mi ha messo in punizione!- esclamò quello.

-Sai qual'è il problema vero?-

-Come sarebbe a dire “il problema”?-

-Me l'hai detto tu che Perla è andata con Gibbs e ti ha “messo in punizione”.-

-E con questo?-

-Ma non ci arrivi? Sta cercando di attirare la tua attenzione usando Gibbs: vuole da te le attenzioni che non ha mai avuto e che non le stai dando!-

-Sei venuta qui per rimproverarmi?- chiese seccato.

-No, io...-

-Allora sei venuta per scusarti: avevi detto che saresti rimasta alla nave finché non fossi venuto io a chiederti scusa, ma sei venuta tu, quindi devo dedurre che sei venuta a scusarti!- Angelica divenne furiosa.

-NO!- urlò. -Crepa!- e detto questo se ne andò da dove era venuta.

-“Crepa”? Crepa? Mi ha detto “crepa”? Ma come osa?!...insomma...è lei che ha esagerato! E comunque sicuramente ha torto riguardo a Perla! Cioè...- incrociò le braccia sul petto ripensando alle parole della piratessa. No, non poteva avere ragione. Eppure adesso nella sua mente questo dubbio lo perseguitava. Guardò più volte la porta.

 

-Che cosa facciamo?- chiese Gibbs alla ragazzina camminando lentamente per il corridoio.

-Adesso io vado dal Padre: ieri mi ha detto che mi avrebbe fatto vedere la spada. Tu seguici da lontano. Ti farò un segno o qualcosa di simile quando potrai entrare.- Gibbs annuì. Il piano filò praticamente tutto liscio: il Padre scortò Perla fino alla stanza dove era conservata la spada e, quando entrarono, Perla lasciò uno spiraglio aperto di modo che Gibbs potesse entrare senza fare rumore.

-Bene, eccoci qui.- disse il Padre indicando un piccolo “altarino” sul quale era appoggiata la grande spada. Lo sguardo della ragazza però cadde su un paio di corde che pendevano fino quasi a terra. Alzò la testa.

-Questa stanza si trova sotto il campanile?- quello annuì. Perla si avvicinò alla spada e fece per prenderla in mano. -Posso?-

-Certo.- rispose quello. -Ma non ti senti già abbastanza sicura? Hai bisogno anche della spada?-

-Come dite?- domandò Perla girandosi verso il Padre ma guardando sempre la spada, che finalmente era in mano sua. Il Padre si avvicinò alla porta e la spalancò all'improvviso rivelando Gibbs che stava per entrare.

-Non è la vostra “guardia del corpo” questa, se vogliamo così definirla?- senza pensarci troppo Gibbs gli tirò un forte pugno in faccia facendolo cadere a terra.

-Gibbs! Ma che hai fatto?- esclamò la ragazza.

-Non mi è venuto in mente nient'altro da fare!- si giustificò quello entrando nella stanza. -Allora è questa la famosa spada!- un attimo dopo entrarono nella stanza una decina di guardie che circondarono i due cogliendoli di sorpresa e puntando loro contro i moschettoni.

-Mia cara,- disse il Padre alzandosi da terra con un sorriso. -pensavi davvero che avessi lasciato incustodita la spada? La vostra “guardia del corpo” non vi potrà proteggere qui!-

-Cosa vi fa pensare che io debba essere protetta?- e detto questo con un gesto fulmineo si tolse il vestito da convento, rimanendo solo con i suoi pantaloni scuri e la camicetta bianca che indossava sempre, e lo lanciò contro due delle guardie. Approfittando della distrazione cercò di sgattaiolare fuori con la spada, ma venne prontamente bloccata e scaraventata di nuovo dentro dove le guardie la presero, insieme a Gibbs. Li bloccarono e il Padre si fece avanti.

-Non posso soffrire i ladri.- disse. -Uccideteli. Uccideteli tutti e due.-

-Uccideteli?- domandò Perla. -E voi sareste un uomo di chiesa?-

-No, io sono il capitano delle guardie.-

-Verme schifoso...- sussurrò Perla dimenandosi.

-Speriamo che Jack ti abbia disobbedito.- le disse Gibbs mentre il capitano caricava un paio di pistole e le dava in mano a due guardie. Quelle le puntarono contro i due pirati. Perla prese un grande respiro. Se doveva essere sincera, non aveva mai creduto che sarebbe morta così.

Due colpi di pistola.

Perla si guardò e poi volse lo sguardo a Gibbs, vivo come lei.

-Allora! Perché non sono morti?!- urlò il capitano rivolto alle due guardie che però un secondo dopo, caddero a terra morte. Dietro di loro spuntarono Ben e James con in mano due pistole ancora fumanti.

-Vi abbiamo rovinato la festa signori?- disse James estraendo la sua spada e innescando un duello con un paio di guardie, cosa che fece poco dopo anche il nero.

-Dove eravate finiti questa mattina?- domandò Perla.

-Abbiamo fatto un giro turistico del posto.- rispose sarcastico Ben.

Purtroppo però nemmeno l'intervento dei due fratelli Turner servì: le guardie erano troppo numerose per loro. Perla, liberatasi dalla presa, provò anche ad arrampicarsi sulle corde del campanile, facendo suonare le campane, ma venne riacciuffata subito dopo.

-Ma che bella operazione di salvataggio!- commentò sbuffando Perla.

-Beh, un semplice “grazie per averci provato” sarebbe stato sufficiente.- disse a quel punto James. Qualche minuto dopo erano tutti e quattro di nuovo circondati.

-E ora, da capo, uccideteli, tutti e quattro! Caricate...-

-E' stato bello conoscerti.- disse il nero a Perla con un sorriso.

-Anche per me.- il capitano stava per dare il segnale quando si sentì una grande esplosione proprio sopra di loro e il soffitto intorno a loro quattro crollò completamente sulle guardie schiacciandole. L'unico che fece in tempo a spostarsi fu il capitano. Quando si rialzò, davanti a lui c'era un nuovo arrivato.

-Jack Sparrow...- esclamò quello alzandosi da terra riconoscendolo.

-Punto primo, “Capitano Jack Sparrow”, se non vi dispiace; punto secondo, mi conoscete?- rispose l'altro girandosi e sorridendo alla figlia indicandogli le corde del campanile.

-Dannato pirata! Cosa ci fai tu qui?-

-Io? Nulla, mi occupo di una faccenda di famiglia!- disse. Si allontanò di un passo raggiungendo una corda alla quale si aggrappò saldamente con un braccio e facendo segno alla figlia di appendersi a lui.

-Lei...?-

-Io, Perla, sua figlia.- rispose la ragazza, mentre Gibbs e i due fratelli si aggrappavano a loro volta ad altre corde.

-Tua figlia?- domandò quello incredulo.

-Mia figlia.-

-Padre, vorrei dire un'ultima cosa.- Perla guardò di nuovo il capitano delle guardie. -Perdonatemi Padre, perché ho peccato: un giorno o l'altro verrò a prendere anche voi!- disse e un istante dopo, con la spada, che aveva tenuto tutto il tempo saldamente in mano, tagliò un'altra corda che li fece schizzare in alto su fino alle campane.

-Meno male che sei arrivato Jack!- esclamò Gibbs mentre scendevano dal tetto.

-Non potevo lasciarvi tutto il divertimento!- corsero a più non posso fino ad arrivare alla nave dove trovarono già a bordo Angelica, insieme ad Annamaria, il pirata con la gamba di legno e Lord Beckett.

-Ce l'avete fatta alla fine.- commentò Barbossa avvicinandosi al gruppo.

-Grazie papà.- disse dopo un po' Perla, quando ormai erano partiti e si avviavano verso il mare aperto.

-Per cosa?-

-Per essere venuto ad aiutarci. Non ce l'avremmo fatta senza di te.-

-Non volevo che ti succedesse qualcosa!- a quelle parole la ragazza ebbe al contempo sia un moto di felicità, sia uno di delusione.

-Quindi non ti fidavi di me.- gli disse alzando la testa e guardandolo.

-No, sapevo che avresti avuto bisogno di me.-

-Sapevi che non sarei riuscita da sola!-

-Ma no...io volevo solamente...-

-Solo perché avevamo discusso...non ci posso credere...- e detto questo prese la spada e si alzò, andando a chiudersi sottocoperta, lasciando il padre di sasso.

-Mastro Gibbs.- disse il Capitano avvicinandosi al suo quartiermastro.

-Capitano?-

-Il mio intuito sulla mentalità femminile mi fa capire che...sono diventate tutte matte!-

-Capitano, non credete che forse, potrebbe darsi il caso che abbiate, come dire, fatto un passo falso voi?- quello lo guardò con uno sguardo che sembrò dire “Io? Sbagliare? Ha!”

-Assolutamente no! Hanno esagerato! Entrambe!- Gibbs ammise che avessero si esagerato ma che al contempo anche il precedente comportamento del pirata non era stato dei migliori. -Io non farò niente fino a quando non verranno a chiedermi scusa entrambe!- decretò alla fine.

Beh!” pensò Beckett alzando le sopracciglia. “E' andata anche meglio di quanto pensassi!” tirò fuori il suo piccolo foglietto e tracciò una linea anche sul nome di Perla.

 

Capitolo diciotto: Riappacificazioni al chiaro di luna.

-Perla!- urlò James sottocoperta buttandola giù dall'amaca sulla quale dormiva.

-Che cosa c'è?- domandò quella rialzandosi e massaggiandosi un braccio.

-Dobbiamo parlare!-

-E c'era bisogno di buttarmi giù?-

-Senti, io non ne posso più!-

-Di che cosa?-

-Dei tuoi! Angelica e Jack continuano a litigare per ogni cosa! Ogni cosa! È da quando siamo ripartiti che va avanti così! Sono passati quattro giorni!-

-Hey, non è che io me la stia passando molto meglio!- rispose seccata la brunetta sdraiandosi di nuovo sull'amaca. -Sono altrettanti giorni che non dormo!-

-Non è un buon motivo per lasciar perdere! Adesso vieni!- ma quella si girò su un fianco.

-Lasciami in pace.- sussurrò a voce bassissima.

-Oh no! Mi dispiace ma no!- e detto questo si chinò e in una volta sola prese la ragazza issandola sulle sue spalle.

-James! Che diavolo stai facendo?! Lasciami andare!-

-No! Adesso andiamo di sopra!- disse convinto il biondo portandola verso le scale.

-Ahia!- urlò Perla quando James, salendo le scale, le fece sbattere la testa contro lo stipite di legno della porta.

-Perdono, non lo avevo calcolato.- James la portò fuori sul ponte della nave.

-So camminare!- esclamò ad un certo punto la brunetta.

-Se ti lascio andare torni a dormire.-

-Gibbs! Aiutami!- disse la ragazza vedendo passare il quartiermastro.

-Nei problemi di voi ragazzi non voglio davvero immischiarmi!- rispose quello sorridendo e allontanandosi per la sua strada.

-Adesso basta! Mettimi giù!- urlò alla fine. James raggiunse il fratello, vicino al parapetto e solo allora appoggiò di nuovo per terra la ragazza.

-Allora, di che si discute?- domandò al fratello.

-Di cetriolini e gallette.- rispose Ben continuando a guardare i due che litigavano dall'altra parte del ponte.

-Cosa?- chiese scioccata la brunetta.

-Non so come ci sono arrivati, davvero, ma ti giuro che è l'argomento di discussione!-

-Siamo proprio messi male...- commentò Perla incrociando le braccia. -Bene, ora che li ho visti anche io, posso tornare a dormire?-

-No!- risposero in coro i due guardandola. -Dobbiamo trovare un modo per farli riappacificare!- le disse Ben.

-E che volete che faccia?-

-Non lo so! Insomma, sono i tuoi, ne saprai più di noi!-

-E va bene...- si arrese alla fine. -Ho in mente qualcosa, ma dovrete aiutarmi.- alzò la testa e guardò il cielo. -Tra non molto sarà buio. Noi agiremo questa notte.-

-Questa notte?-

-Si, ho già in mente tutto. Ben, tu ti dovrai occupare di mio padre!- esclamò. -James, tu procurami una chitarra spagnola.-

-Una chitarra spagnola? E dove la trovo?-

-Ingegnati!-

 

Quella sera, dopo una cena trascorsa straordinariamente in silenzio, Jack e Angelica filarono senza nemmeno rivolgersi la parola, ciascuno nella propria cabina. I tre ragazzi aspettarono qualche ora fuori sul ponte, fino a quando non fu notte fonda.

-Bene, adesso possiamo andare.- Perla spiegò brevemente a Ben il piano. Perla si avvicinò alla porta della cabina di sua madre, e Ben a quella di Jack.

Perla bussò.

-Vattene via Jack!-

-Sono Perla.-

-Per favore, lasciami anche tu in pace.-

-Ma veramente, io vorrei parlarti un attimo.- alla fine Angelica aprì la porta. Aveva lo sguardo stanco e i capelli un po' scombinati.

-Che c'è? Vieni entra dai.- la ragazza lanciò uno sguardo a Ben ed entrò nella cabina.

A quel punto fu Ben a bussare. Jack venne ad aprire subito.

-Capitano, volevo chiedervi una cosa: potrebbe, ecco, uscire un attimo e...- il pirata lo guardò e senza nemmeno aspettare che finisse gli chiuse la porta in faccia. -Capitano! Scusi, non mi sembra il caso di reagire così, io voglio solo parlarvi per un attimo.-

-Io invece no, arrivederci.-

-Capitano!-

-No! Via da qui.-

-Quindi devo intendere che non mi darà nemmeno per un attimo ascolto?-

-Bravo, vedo che comprendi in fretta.- rispose ironico Jack. Ben si passò una mano fra i capelli: se non riusciva a fare uscire Jack da quella benedetta cabina, tutto il piano andava in fanteria.

-Allora...-

-Qualunque cosa tu mi dica, non mi smuoverò da questo letto!- disse Jack steso sul suo letto, con gli occhi chiusi e le braccia dietro la testa. Ben sospirò.

-Nemmeno se vi dico che...- si passò una mano sul volto. -...che ho baciato vostra figlia?- Jack spalancò gli occhi e si alzò di fretta dal letto andando a spalancare la porta colpendo in pieno viso il ragazzo che si portò le mani sul naso dolorante. Jack lo agguantò per la camicia.

-Cosa?- gli domandò lentamente il Capitano.

-Beh, ecco io...- balbettò il ragazzo sgranando gli occhi e lanciando occhiate alla porta di Angelica. -Oh...sbrigati ti prego...- sussurrò.

-Cosa?? Ripetimi quello che hai detto poco fa.-

-Io...-

-Jack!- esclamò Angelica uscendo in quel momento dalla sua cabina. -Che stai facendo?-

-Io?-

-Si tu! Lascialo stare, povero ragazzo!- si avvicinò e lo tolse dalle grinfie del Capitano. Ben si allontanò subito e raggiunse Perla.

-Ma quale “povero ragazzo”, “povero ragazzo”! E' colpevole!- urlò Jack facendo per andargli contro ma venne bloccato dalla piratessa.

-Colpevole?-

-Si, glielo si legge su quella faccia compiaciuta!- Angelica si girò verso Ben che si stava ancora massaggiando il naso con le mani.

-Compiaciuta?- disse quello alzando la testa.

-Ma che hai fatto?- gli domandò Perla sistemandogli il colletto della camicia. Jack lanciò uno sguardo di fuoco al nero.

-Mi sono fatto distruggere il naso!-

-Jack!- esclamò a quel punto Angelica.

-E' stato un incidente.-

-Dov'è tuo fratello?- domandò sottovoce Perla a Ben. Quello alzò le spalle, ma dopo poco, giunse anche il biondo con in mano la chitarra che gli aveva chiesto la brunetta.

-Sai suonarla?- le chiese dandogliela.

-Neanche lontanamente. Spero che papà invece si.-

-Incidente?- domandò la piratessa appoggiando le mani sui fianchi.

-Si. Se ci fossi stata tu sarebbe stato uguale.-

-Oh Dio...- sibilò Perla portandosi una mano sugli occhi.

-Ah, davvero?-

-Non volevo dire questo...- cercò di giustificarsi Jack indietreggiando.

-Ah si? E allora cosa volevi dire?-

-Che avrei reagito nello stesso modo.-

-E dunque che avresti fatto la stessa cosa anche se ci fossi stata io!-

-Si.- ci pensò un attimo. -Cioè no...io...- Angelica intanto aveva già estratto la sua spada. Perla pensò che fosse il momento giusto per fare entrare in scena la chitarra. Aspettò un attimo e la lanciò in mano al padre giusto in tempo perché potesse bloccare con quella la lama della donna. Cominciarono a duellare una con la spada e l'altro con la chitarra. -Io non volevo dire questo, volevo solamente dire che per quello che mi ha detto, io sono uscito di colpo e l'ho preso in pieno: non mia colpa!-

-Questo non è esattamente quello che avevo in mente,- sussurrò Perla ai due ragazzi. -ma sembra stia funzionando.-

-E tutto quello che mi hai detto in questi giorni?- ruggì Angelica.

-E' stato tutto una serie di...di incomprensioni! Io non volevo dire nulla!- intanto Jack cominciava ad arrancare e ad indietreggiare sempre più.

-Tu dovresti dire qualcosa invece!- urlò la piratessa. -DEVI-CHIEDERMI-SCUSA!!- ad ogni parola cercò di colpire il Capitano che fece ancora qualche passo indietro, senza però calcolare che dietro di lui c'era il parapetto della nave.

-E va bene: mi dispiace, scu...- cercò nuovamente di indietreggiare ma finì solo con il cadere fuori bordo urlando il “sa” per concludere la parola. Angelica sembrò bloccarsi. Si girò verso i tre ragazzi.

-Mi ha...chiesto scusa?- chiese come se nemmeno ci credesse.

-Ed è anche volato giù dalla nave: fa qualcosa!- esclamò Perla. Lo aiutarono a salire di nuovo a bordo.

-Mi hai chiesto scusa?- ripeté Angelica.

-Così sembrerebbe.- a quel punto la piratessa gli sorrise. -E...chiedo scusa anche a te.- disse Jack rivolto poi alla figlia. Gibbs ridacchiò.

-Jack che chiede scusa! Ah! Non si vede tutti i giorni!-

-Mastro Gibbs!- disse a quel punto il Capitano.

-Capitano?-

-Tra quanto arriveremo a destinazione?-

-Un paio di giorni al massimo.-

-Perfetto!-

-Bene, allora io adesso...me ne vado.- disse Ben sottovoce e facendo per andarsene, ma Jack lo sentì e lo prese per la camicia prima che potesse scappare.

-Tu non vai da nessuna parte, tu adesso vieni con me!- e così dicendo lo scaraventò nella sua cabina, nella quale era rimasto, ormai sveglio, Barbossa.

-E...ebbene?- domandò il ragazzo un po' titubante.

-Ebbene, vedi di comprendere al primo colpo, comprendi?-

 

Perla era rimasta fuori ad aspettare ma poco dopo si appoggiò alla porta e si addormentò.

-Maledetta ragazzina!- sussurrò Beckett sul ponte guardandola e guardando la cabina dentro alla quale il suo nemico Jack si era ormai riappacificato con la sua bella. -Anzi, maledetta ragazzina e maledetti fratelli Turner! Se non fosse stato per voi...- il suo sguardo cadde su qualcosa che non riuscì bene ad identificare subito a causa del buio. Guardò meglio. Era un cappello. Lo prese in mano. “Deve essergli caduto mentre cadeva fuori bordo.” pensò. “Poco male.” tirò fuori un coltello e lo tagliò e lo squarciò per poi lasciarlo cadere lì per terra e andarsene. “Ci sono tante altre cose che ti posso togliere...”




Spero che i capitoli vi siano piaciuti!! Alla prossima gente, che spero sia presto! XD
Ossequi!
Carmaux_95

  
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