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Autore: 19_ACSECNARF_94    26/03/2012    0 recensioni
Un amore che va oltre le differenze di razze. un amore tra un alieno e un' umana.
...Era proprio affascinante quel ragazzo-alieno e con quello sguardo ammaliatore che mi passava da parte a parte non riuscivo più a ordinare i miei pensieri...
recensite per favore!
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivammo in città allo scadere del terzo giorno, dovevamo muoverci altrimenti Robert avrebbe cambiato forma.
Il centro abitato era del tutto deserto si vedevano solo delle pattuglie della polizia che giravano per le strade, evidentemente cercavano degli alieni.
Dopo poco in una stradina secondaria trovammo una villetta a due piani molto accogliente, ma come il resto della città era stata abbandonata. Decidemmo di stabilirci lì, i negozi erano abbastanza vicini e così potevamo procurarci cibo e tutto quello che poteva servirci per vivere bene sempre però facendo attenzione ai poliziotti, potevano accusarci di sciacallaggio.
Entrammo in casa e dissi “Robert credo che dovrei andare a fare un po’ di spesa, ho una fame da lupi”
“ok ti accompagno!”
“no, non se ne parla proprio, vado solo io”
“ma sei impazzita,vorresti andare in giro da sola per una città che non conosci affatto?”
“non preoccuparti il supermercato è dietro l’angolo e poi non vorrei perdere tutto quello che ho fatto fino ad ora…”
“che vuoi dire?”
“pensaci se venissi con me o andassi solo tu e la polizia ti trovasse e ti sbattesse dentro, tu prima o poi cambieresti forma e così ti ucciderebbero e io non voglio perderti per me sei troppo importante, se invece catturano me dopo tre giorni mi devono rilasciare, sono umana!”.
Lui capendo che avevo ragione sorrise e disse “hai ragione vai tu, ma sta attenta e… torna presto che ho fame” e il suo viso fu illuminato da il più ampio dei sorrisi che avessi mai visto.
“certo tornerò presto” e dicendo ciò mi avviai verso la porta d’ingresso, l’aprì e la varcai poi lui disse “e te ne vai così senza neanche salutare?”, io mi girai tornai da lui e lo baciai sulle labbra e allontanandomi malvolentieri dissi “cercherò di tornare il più presto possibile…se non arrivo entro quattro giorni fuggi via, a quel punto vuol dire che la polizia non ha nessuna intenzione di bersi la mia storia”, mi girai verso la porta e uscì per strada.
Lo scenario era terrificante, sembrava di stare in un film di zombi, avevo i brividi di paura. Dopo poco riuscì a trovare supermercato, vi entrai e all’ingresso vi erano i carrelli ne presi due e in breve li riempì di tutto ciò che poteva servirci per vivere. Circa un ora dopo uscì e mi diressi sul marciapiede di fronte con i due carrelli facendo attenzione al minimo suono per paura di essere arrestata, quando lo raggiunsi andai in un negozio d’abbigliamento e presi dei vestiti per me e per Robert,non ero del tutto sicura della taglia così presi capi di diverse taglie, una di quelle doveva essere la sua!
Tornai a casa dopo tre ore, aprì la porta e entrai nell’ingresso così pensai di chiamarlo “Robert, tesoro, dove sei?” e da un punto imprecisato del piano di sopra arrivò una voce “sono di sopra…puoi raggiungermi?”
“si il tempo che sistemo quello che ho preso nella credenza e arrivo, ho anche una sorpresa per te!”.
Dopo aver sistemato tutto in cucina presi i vesti e mi diressi di sopra quando lo raggiunsi non era più Robert ma Aghia “allora qual è la sorpresa?” “questi!” e gli mostrai i vestiti “non sapevo quale fosse la tua taglia così ho preso un po’ di tutto!” entrambi iniziammo a ridere poi lui divenne serio e disse “avrei voluto aspettarti al piano di sotto ma mi sono trasformato e se passava la polizia poteva vedermi facilmente dalla finestra”
“non ti preoccupare hai fatto benissimo…tu aspettami qui vado a preparare qualcosa da mangiare arrivo subito”, detto ciò scesi al piano di sotto e andai in cucina e preparai le penne al sugo e salsicce affogate nella salsa, portai tutto di sopra, porsi il piatto ad Aghia e dissi “ma ora come fai a mangiare?”
“come mangiano le aragoste!”
“ah ora capisco, bhe comunque non sono una cuoca eccellente ma piano piano imparerò”
“non ti preoccupare Melanie”. Detto ciò si fiondò sul suo piatto e iniziò a mangiare e io feci lo stesso, non era male!
Quella sera mi coricai con la pancia piena, l’alieno rimase a dormire in un angolino della stanza così dissi “ma tu dormi in piedi?”
“non proprio, diciamo che dormo seduto!”
Detto ciò crollammo.
Mi sveglia tardissimo e al mio risveglio trovai Robert seduto sul mio letto con un vassoi tra le mani, era la mia colazione! Buttai giù un po’ di latte e qualche biscotto poi chiesi “ ma tu non mangi?”
“già fatto” e rise, io continuai a fare colazione mentre lui mi guardava. Quando finì lui disse “stai bene?” io trovai la domanda un po’ stupida ma risposi lo stesso “si, certo e tu?”
“io bene ma sei tu quella che mi preoccupa”
“perché?”
“vedi stanotte non hai fatto altro che piangere, mi hai fatto preoccupare”
“oh scusa…non l’ho fatto apposta”
“si lo so ma volevo sapere cosa ti era successo” trassi un profondo respiro e ricordai ciò che avevo sognato e che mi aveva fatto piangere tanto, al solo ricordo ai miei occhi si affacciarono altre lacrime poi mi decisi a parlare “mi manca tremendamente la mia famiglia, non fraintendere sto benissimo con te, ma ho solo 18 anni mi mancano i miei genitori e i miei amici, la mia scuola…” dicendo ciò sgorgarono altre lacrime, Robert mi si avvicinò, mi abbracciò così io potei piangere sulla sua spalla mentre lui mi accarezzava i capelli e mi dava dei baci sulla fronte. Non so per quanto tempo rimanemmo in quella posizione, ma quando ci staccammo disse “non ti preoccupare, li rivedrai molto presto!”.
La notte arrivò molto presto e me ne andai a letto ma lui rimase sempre nel suo angolino così guardandolo dissi “tu non vieni?”
“speravo che me lo chiedessi” si alzò e si stese al mio fianco…al mio risveglio vicino il mio letto c’era una strana piattaforma di ferro con tantissimi fili collegati alla presa della corrente e vicino con degli strumenti di lavoro c’era Robert “che stai facendo? Cos’è tutta questa roba?” chiesi e lui sorridendomi disse “questa roba come dici tu è la macchina che ti porterà nel passato, nei tuoi tempi”
“e dove l’hai presa?”
“l’ho fabbricata io per te!”
“l’hai fatta tu?”
“esatto”
“ma dove hai preso tutti questi aggeggi e poi come fai a sapere come costruirla?”
“bhe gli strumenti nel negozio di elettronica dietro l’angolo…”
“sei uscito di casa? Quando?”
“si sono uscito mentre dormivi” e alla mia faccia allibita e preoccupata si affrettò ad aggiungere “non ti preoccupare ho fatto molta attenzione a non farmi vedere dalla polizia, comunque ora ti rispondo alla seconda domanda, costruirla è una cosa da alieni… siamo molto più avanti di voi con la tecnologia” e rise con quel suo sorriso ammaliatore.
Avvitò l’ultimo bullone poi si girò verso di me e disse “ è pronta ora mi devi dire solo la meta,il giorno e l’ora e poi potrai andare” sull’ultima parola si rattristò e a me venne un nodo alla gola, dovevo separarmi da lui! Mi girai, mi diressi verso la finestra, guardai fuori, quello non era il mio mondo dovevo tornare a casa, mi girai verso Robert, lui mi guardava come se si aspettasse una risposta così mi affrettai a dargliela “Bevery Hills via Snt. Luis n°8, il 25 dicembre 2010 alle 22:00” lui digitò qualcosa su un mini display poi disse “ok puoi andare” ma la sua voce si incrinò mi girai verso di lui e sulla sua guancia scendevano delle lacrime e subito anche dai miei occhi ne sgorgarono altre… corsi ad abbracciarlo…non volevo lasciarlo…mi ero innamorata di lui e non potevo sopportare l’idea di dover aspettare dieci anni per rivederlo.
“devi andare la tua famiglia hanno bisogno di te”
“ma io non voglio lasciarti”
“tu non mi lasci rimarrai per sempre nel mio cuore”.
A quelle parole mi sentì morire anche lui provava per me ciò che provavo per lui. Ci abbracciamo di nuovo e senza nemmeno capire come ci ritrovammo distesi l’uno nelle braccia dell’altro. Il tempo non esisteva più, non esisteva più la guerra, c’eravamo solo io lui e il nostro desiderio di donarci amore…
  
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