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Autore: Inheritance    26/03/2012    4 recensioni
Spudoratamente ispirata al libro Hunger games di Suzanne Collins. Penso che possa essere capita un po' da tutti, ma per chi non ha letto il libro avrebbe forse poco senso D: Non so, decidete voi. Io spero solo vi piaccia. :)
Dal testo:
"-Io so come andarmene, a quanto pare tu no.
Quello lo squadrò con aria di superiorità e diffidenza, poi sembrò decidere che un ragazzino tanto basso e quasi sicuramente più piccolo di lui, con l’aria da cucciolo smarrito, non potesse creargli fastidi. Allungò una mano per dargli una mano a tirarsi su.
Blaine l’afferrò al volo e una volta in piedi sorrise.
-Potresti mostrarmi come si fa ad uscire da qui. E…. beh…. Io potrei comprare il tuo scoiattolo. "
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bene, datosi che sono una pessima persona e invece di studiare passo il mio tempo a cazzeggiare fra computer e libri (xD), stamane (che paroloni!ù_ù) mi è venuta l’idea per una storia.
E’ spudoratamente ispirata al libro The Hunger Games di Suzanne Collins. Chi lo conosce ad un certo punto della storia potrebbe versare un po’ di lacrime (dipende tutto dalle mie abilità di scrittrice xD), ma non so se chi non lo ha letto capirà comunque D: Non posso promettervi nulla.




Non ho messo cross-over perché in realtà non prendo in prestito alcun personaggio dal libro, ma solo l’ambientazione e qualche battuta. Ovviamente, chiedo consiglio a voi: dovrei inserire la nota..?

ENJOY!



Hunger games.
 

 

Blaine camminava nel bosco. Non era mai stato bravo ad essere silenzioso e i suoi piedi spezzavano ramoscelli di tutti i tipi e schiacciavano foglie secche che provocavano un rumore secco e fastidioso.  Fece una smorfia all’ennesimo scricchiolio sotto di sé, in quel silenzio ogni suono era amplificato e gli sembrava di stare demolendo un intero edificio.


Non avrebbe dovuto essere lì, ci era finito per sbaglio, ecco. Beh..non esattamente, in realtà era uscito di casa abbastanza arrabbiato e aveva iniziato a camminare fino a quando non era giunto davanti al bosco. Non avrebbe dovuto oltrepassare la recinzione, soprattutto senza sapere se in quel momento l’elettricità fosse accesa, ma non riuscì a fermarsi e passò in uno di punti in cui la rete era allentata, uno di quelli che i suoi amici gli avevano mostrato sfidandolo ad andare “dall’altra parte”. Ovviamente, non aveva mai avuto il coraggio di superare  la rete, prima di quel momento.
Fortunatamente l’elettricità era assente, e adesso si trovava a camminare nel bosco senza una meta, con il terrore di avvicinarsi di nuovo alla recinzione perché, diamine!, avrebbero potuto vederlo, ma senza un percorso da seguire né risorse da utilizzare. Iniziava ad avere sete, effettivamente, e nel momento stesso in cui se ne rese conto il suo stomaco brontolò, come a ricordargli i mille bisogni che non sarebbe stato in grado di soddisfare da solo nel bosco.

Si sedette a terra con il viso fra le mani, tentando di non piangere. Uno scoiattolo gli si avvicinò quel che bastava per sfiorare il piccolo naso contro il suo ginocchio. Il ragazzo non voleva trattarlo male, ma quando cercò di parlargli dalle labbra gli uscì solo un grugnito.

Probabilmente spaventato dalla vibrazione del suono, quello si spostò in fretta dalla sua gamba e iniziò a correre in direzione opposta a Blaine, verso un grande albero non molto distante, ma dopo aver percorso poco più di un metro una freccia lo colpì dritto all’occhio sinistro e l’animale stramazzò a terra.

Il riccio sentì se stesso emanare un grido terrorizzato e vide le sue braccia alzarsi per coprirgli il viso. Non poteva dire di essere lui ad aver dato al suo corpo quei comandi perché la sua mente era totalmente paralizzata.

Alzò lo sguardo verso il punto da cui era arrivata la freccia, più per distogliere l’attenzione dalla vittima, che per incontrare il cacciatore. Tuttavia, si trovo comunque a fronteggiare gli occhi della persona che doveva aver scagliato l’arma.

Rimase stupito ed immobile per parecchi minuti. I suoi occhi erano grandi e azzurri, o forse no, forse erano trasparenti  e riflettevano semplicemente tutti i colori che avevano intorno, perché Blaine pensò per un lungo attimo di aver visto in quelle iridi il verde degli alberi che lo circondavano, l’azzurro del cielo, il blu più scuro delle acque dello stagno che aveva superato poco tempo prima, e il giallo del sole.

Forse aveva anche qualche pagliuzza di marrone chiaro, come il manto di quello scoiattolo, ma l’idea di quell’animale morto a un metro da lui gli faceva sussultare lo stomaco.

Il cacciatore lentamente uscì dal suo nascondiglio e Blaine potè osservare tutta la sua figura, anche se solo dal basso. Era un ragazzo, probabilmente di sedici anni, molto alto e dal corpo esile. Certo, era normale nel Distretto 12. Sarebbe stato strano incontrare qualcuno di ben nutrito, e se anche fosse capitato un incontro simile, non sarebbe avvenuto di certo nel bosco. Chi ha da mangiare non va nel bosco. E’ un folle, se lo fa.

Si rese conto ben presto di aver passato gli ultimi cinque minuti ad insultarsi. Perché lui non era così scarno e pallido, lui aveva del cibo a casa, non moltissimo, ma ne aveva,  lui non aveva bisogno di andare a caccia nei boschi, tra l’altro vietati alla popolazione.  Era un folle, quindi? Si disse di sì e notò che probabilmente l’altro ragazzo stesse pensando una cosa del genere, perché sorrise in tono di scherno.

-Lo sai che è vietato stare qui, ragazzino?

Blaine sentì la voce uscire da quelle labbra così limpida e pura da far male alle sue orecchie abituate al rumore proveniente dalle miniere del Giacimento. Non aveva mai sentito niente di simile. O forse sì, ma non riusciva proprio a ricordare dove.

Deglutì e fissò il cacciatore negli occhi.

-Tu lo sai, ma sembra non importartene.

-Io so come andarmene, a quanto pare tu no.

Quello lo squadrò con aria di superiorità e diffidenza, poi sembrò decidere che un ragazzino tanto basso e quasi sicuramente più piccolo di lui, con l’aria da cucciolo smarrito, non potesse creargli fastidi. Allungò una mano per dargli una mano a tirarsi su.

Blaine l’afferrò al volo e una volta in piedi sorrise.

-Potresti mostrarmi come si fa ad uscire da qui. E…. beh…. Io potrei comprare il tuo scoiattolo.

Non amava particolarmente la carne di scoiattolo, e sicuramente non aveva apprezzato il momento della cattura, ma sapeva come funzionavano le cose. Tu fai una cosa per me e io ti pago. I suoi genitori avevano abbastanza fondi per permettersi della carne per cena, in fondo.

A quella frase il ragazzo dagli occhi cerulei si illuminò e strinse forte la mano che teneva ancora stretta quella del più basso.

-E’ un accordo?

Blaine annuì.

-E’ un accordo.

Staccarono le mani, con grande disappunto del più piccolo che aveva trovato in quella dell’altro una stretta calda e sicura, come non ne sentiva da anni. E la sua pelle era così liscia. Si chiese se non fosse strano che non avesse calli alle mani dato che teneva in mano un arco per tutto il tempo, ma non fece domande.  Si limitò a seguirlo per un lungo tratto di bosco. Blaine non capiva come il ragazzo riuscisse ad orientarsi quando lui per ben sette volte aveva avuto la sensazione di essere già stato in un qualche posto che attraversavano. Non parlarono per  tutto il tempo, tranne per una brevissima conversazione, fra la decima e la quattordicesima quercia che Blaine aveva contato lungo tutto il tragitto.

-E…come mai sei qui?

Il ragazzo non rispose, ma alzò appena lo scoiattolo dalla sua cintura, afferrandolo per la coda.

Certo, ovvio che era lì per cacciare, Blaine lo sapeva. Ma forse in qualche modo sperava di riuscire a farlo parlare di nuovo.

-Mmmh…Da che parte del Distretto vieni?

-Giacimento.

Una sola parola, ma così dannatamente fuori posto su quel viso, su quelle labbra, su quella voce.  Il Giacimento sapeva di carbone, di sporco, puzza e rumore. Quel ragazzo era tutto il contrario, nel complesso era la cosa pi armoniosa che avesse mai visto.

-…Io abito vicino, ma non sono proprio di lì, mio padre è un calzolaio. Sono solo due in tutto il Distretto.

-Devi avere buon cibo in tavola.

Non capì subito perché, ma a quell’affermazione si formo un nodo nella gola di Blaine.

-Beh…ecco…

-Siamo arrivati.

Si trovavano ancora in mezzo agli alberi, ma il cacciatore, alzò la mano indicando alla sua destra la direzione che avrebbe dovuto seguire. Evidentemente, non aveva alcuno intenzione di accompagnarlo alla recinzione.

Blaine si voltò da quella parte e dopo qualche esitazione e un cenno della mano verso la sua guida, iniziò a camminare in mezzo agli alberi.

-Aspetta.

Una voce dolce e melodiosa lo fermò e lui si girò di scatto. Il ragazzo dietro di sé aveva una mano alzata e gli occhi rivolti verso l’alto, come cercasse di capire qualcosa.

Poi fece una cosa che stupì non poco il più piccolo. Iniziò a cantare. Non era una canzone complicata, aveva molte poche parole. Era per lo più una melodia, poche note messe in fila una dopo l’altra, ma legate in maniera così armoniosa fra di loro che Blaine sentì di poter volare su di una melodia simile.

E la sua voce. Prima l’aveva sentita e aveva pensato che fosse la cosa più bella e pura con cui avesse mai avuto a che fare lì nel Distretto 12, ma ora, sentirla mentre cantava.  D’un tratto notò che tutti gli animali del bosco si erano fatti improvvisamente silenziosi.  Non sentiva più scoiattoli, lepri, conigli, cervi, ma soprattutto, non sentiva più gli uccelli. Gli uccelli, che cantavano nel bosco dalla mattina alla sera, che portavano un po’ di gioia in chi, di cattivo umore, si trovava a passare accanto alla recinzione e sentiva il loro canto. Loro, che avevano le voci più invidiate da qualsiasi essere umano, stavano fermi e in silenzio, davanti alla magnificenza di quella del ragazzo.

Blaine sorrise e sentì gli occhi farsi lucidi. Poi quello smise di cantare e mano a mano la vita tornò nel bosco. Tutto riprese a muoversi, persino l’acqua sembrava aver ricominciato a fluire dopo essersi fermata. E gli uccelli ricominciarono a cantare. In quel momento un piccolo volatile dall’aspetto elegante ed aggraziato e dal becco allungato si avvicinò al giovane e si posò su un ramo accanto a lui. Iniziò a canticchiare con la sua vocina delicata le stesse semplici note che aveva cantato il ragazzo poco prima.

Quello lo ascoltò con una calma serafica e quando l’uccellino ebbe concluso si voltò verso Blaine e disse solo:

-Puoi andare, non c’è nessuno oltre la rete.

Blaine capì all’istante. Quel ragazzo non era solo un cacciatore, lui capiva la natura intorno a sé, ne conosceva  i segreti e i trucchi e aveva comunicato in quello strano modo con quell’uccellino per farsi dire la situazione nel Distretto, al di là della recinzione.

Sorrise riconoscente prima a lui, poi all’uccellino, ma prima di andarsene disse.

-Qual è il tuo nome?

-Perché vuoi saperlo?

Sorrise ancora di più cercando di imprimere nella sua espressione più fiducia possibile.

-Dovrò trovarti in qualche modo al Forno se devo comprare il tuo scoiattolo.

Quello rise appena e Blaine pensò che avrebbe comprato cento scoiattoli a quel prezzo.

-Mi chiamo Kurt. Tu chi sei?

-Sono Blaine.
 

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-Due giorni dopo alla Mietitura hanno estratto il mio nome e sono partito per gli Hunger Games.  Per tutto il tempo sono riuscito a pensare solo a lui, è l’unica cosa che mi ha spinto ad andare avanti, che mi ha fatto sopravvivere.

Caesar  Flickerman, lo storico presentatore degli Hunger Games, sorrise dolcemente all’espressione sognante del ragazzo.

-Come mai  un ragazzo che hai conosciuto per caso, un giorno, è diventato così importante per te, tanto da portarti addirittura a vincere i giochi pur di rivederlo?

Gli  occhi di Blaine  divennero lucidi, come quel primo giorno.  Guardò fisso dentro la telecamera e sorrise.

-Perché quando canta….si fermano ad ascoltare persino gli uccelli.
 
 

 




 
 
Nda.
 
Saaaaaaaaaaaalve, la verità è che sono rimasta perdutamente innamorata della figura del padre di Katniss nel libro e ogni volta che parlavano della sua voce pura e limpida, non potevo far altro che pensare a Kurt. Quindi boh… è uscita fuori sta cosa.

Ovviamente, solo chi ha letto il libro può capirla, perché da noi IL FILM NON E’ ANCORA USCITO *sclera* .

Spero vi piaccia e vi mando un bacione,

Her. 
  
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