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Autore: Cabbie_    26/03/2012    4 recensioni
Lei era una sfigata,
Lui era popolare.
Lei era sola,
Lui aveva la ragazza.
Lei ne era innamorata,
Lui se ne sarebbe accorto solo dopo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You belong with me.

 
 
Saturday, 11.30 p.m.
Era una di quei monotoni sabati sera che tanto odiavo. I ragazzi della mia età uscivano e se la spassavano ed io invece me ne stavo a casa perché ero la sfigata della scuola, non avevo amici, né un fidanzato, né nessuno. La mia vita è una merda, starai pensando. Oh beh, già lo sapevo.
Mi accostai allo specchio, toccandomi i capelli ricci e biondi come il sole.
Cominciai ad osservarmi accuratamente, senza tralasciare nessun dettaglio ed in me vedevo solo difetti eccetto per quegli occhi profondi, di un blu oltremare che ritenevo sprecati su una come me. Poggiati sul naso piccolo vi erano i miei occhiali grandi e neri con una montatura circolare che delle volte coprivano i miei occhioni dalle lacrime. Ero alta e fin troppo magra con il mio corpo che quasi non presentava curve.
Piacere Hope, Hope come speranza; come quella che mi mancava totalmente.
Sbattei l'anta dell’armadio e mi sedetti sul letto di fianco alla finestra. Scostai la tendina e lo sguardo mi portò alla finestra del mio vicino di casa, Justin.
Era bellissimo non perché giocava a basket, o perché muoveva i capelli in modo sexy. Era bellissimo perché i suoi occhi lo erano, il suo sorriso lo era.
Osservai un po’ la sua camera illuminata da una lucina posta sul comodino, vedevo la sua ombra passare e spassare davanti a quella tendina azzurra chiusa che mi ostacolava la vista.
Era al telefono, come tutte le sere a quell’ora che una volta tornato a casa chiamava la sua ragazza. Insieme stavano bene, ma quando era con lei diventava scontroso, antipatico; e se quando era da solo mi salutava con un cenno della testa, quando era con lei ero invisibile, ma in fondo lo ero per tutti.
La tendina si aprì e vidi finalmente i suoi occhi nocciola intrecciarsi con i miei blu che non cercavano altro. Lui mi sorrise ed in tutta risposta afferrai il quadernetto posto sul comodino ed il pennarello per scrivergli qualcosa.
‘Ciao (: Come va?’
‘Ehi. Oh bene, anche se ho appena litigato con Tiffany.’
‘Ah, mi dispiace..’
‘Niente. (:’
‘Ti am..’troppo tardi, aveva già chiuso la finestra.
Era sempre così, ogni sera ‘ci scrivevamo’ ma durava forse uno, due minuti e poi come per magia tornavo ad essere una nullità.
Mi addormentai, cullata dalle note che emetteva il mio mp3 ed avvolta dai pensieri che mi portavano ad un solo centro, lui.
 
Sunday, 10.00 a.m.
Mi svegliai staccando la sveglia che si scatenava sul mio comodino emettendo quel ‘suono’ che un giorno di quelli mi avrebbe rotto i  timpani.
Scostai la tendina per permettere al sole di illuminare la stanza e notai Justin che fissava la finestra di camera mia presentandomi un messaggio.
Ci vieni al ballo stasera?’ Oh, il ballo. Ovviamente no, non ci andrei neanche morta. Ci sarebbero state solo coppiette intente a scambiarsi effusioni e poi non avrei voluto aumentare la mia reputazione di sfigata andandoci da sola. Avrei studiato magari, che era l’unica cosa in cui riuscivo ad emergere.
‘No, non credo sia il caso.’
‘Perché no?’
‘Andarci da sola non avrebbe senso.’
‘Ti va di venirci con me?’
‘E la tua ragazza?’
‘Non ho più una ragazza’
‘Ah, sul serio?’
‘Sì, abbiamo litigato. E poi neanche mi piaceva.’
‘Allora perché ci stavi insieme?’
‘Perché non avevo capito chi realmente mi piacesse.’
‘Capisco.’
 ‘Allora, ci vieni?’
‘Sì, credo di sì.’
‘Perfetto.’
Fu l’ultima cosa che mi scrisse dopo di che chiuse la tendina di camera sua.
Ero felice, per la prima volta in vita mia e tutto questo grazie a quel ragazzo, quello che avevo sempre amato.
 
 
Sunday, 9.00 p.m.
Suonò il campanello, mi precipitai di sotto per aprire stando attenta a non cadere con quegli odiosi tacchi. Aprii la porta e lo spettacolo che mi si presentò davanti era meglio di un tramonto sul mare.
Justin era vestito in giacca e cravatta, con una tinta che si avvicinava al blu dei miei occhi.
Il mio abito invece era bianco e semplice, i ricci biondi mi ricadevano sulle spalle al naturale ed il mio viso era truccato al punto giusto.
Mi guardai allo specchio per l’ultima volta prima di uscire, quasi non mi riconoscevo. Sembravo carina.
-Hope, andiamo?-Mi chiese Justin afferrandomi la mano e provocandomi brividi lungo la schiena lasciata un po’ scoperta da quel vestito.
-Oh, sì.-Sorrisi e ci avviammo in macchina.
-Sei bellissima.-Mi disse sorridendo mentre inseriva le chiavi nel quadro di comando della sua macchina.
-Oh, g-grazie; anche tu.-Balbettai guardandomi le scarpe mentre mi riavviavo una ciocca di capelli dietro l’orecchio destro.
Per tutto il tragitto Justin non fece che osservarmi con la coda dell’occhio ed io, quando lui era concentrato sulla strada lo fissavo con il cuore che mi batteva all’impazzata.
-Siamo arrivati.-Mi avvisò lui non appena entrò nel parcheggio della scuola.
Scendemmo dalla macchina e lui mi afferrò la mano trascinandomi fino all’entrata. Poi cercò il mio sguardo, come se volesse l’okay per entrare. Annuii.
-Justin, ti ha pagato?-Rise Rose, una delle amiche di Tiffany, avvicinandosi a noi due.
-No.-Si limitò a rispondere il ragazzo stringendomi la mano.
-Si saranno messe d’accordo le loro mammine, visto che sono vicini di casa.- Ridacchiò Tiffany avvicinandosi a me mentre sorseggiava una bibita dal colore rosastro.
-Le ho chiesto io di venire con me.- Rispose senza far caso alle provocazioni.
-Invece di coprire la tua amichetta con delle bugie, perché non balliamo, amore?- Chiese Tiffany avvicinandosi a lui.
-No Tiffany, sto con lei.- La mora a quel punto scoppiò e mi rovesciò metà bicchiere di quella bevanda alcolica sul vestito bianco.
Scappai in bagno piangendo, non ne potevo più di quella situazione. Justin mi aveva portato a quel ballo per pietà o forse perché non poteva fare brutta figura davanti a tutti rovinando la sua reputazione; senza capire che l’aveva già fatto non appena aveva varcato la soglia della porta di quel teatro tenendomi per mano.
Sentii dei colpetti alla porta del bagno e mormorai qualcosa di quasi impercettibile tra i singhiozzi.
-Hope, stai bene?-Non appena sentii la voce di Justin cercai di asciugarmi gli occhi col dorso della mano che erano ancora più visibili del solito perché quella sera, magari per sembrare più bella, evitai di indossare i miei occhiali.
-S-Sì, sto bene.-Risposi mentre accompagnavo un fazzoletto sotto il rubinetto per tentare di smacchiare quello che doveva essere il vestito perfetto.
Justin si avvicinò a me e con il pollice di entrambe le mani asciugò le ultime lacrime che diedero posto ad un sorriso accompagnato dal suo.
-Sei bellissima anche con quella macchia, meno se piangi.- No Justin, stasera sono bellissima perché non indosso gli occhiali, perché ho il trucco sul viso, perché non indosso i miei soliti vestiti, perché i miei capelli sono messi in modo composto.
-Quella che ora hai davanti non sono io, Justin. Questa è una delle classiche barbie che tu ami tanto, quelle perfette. Beh, sappi che la perfezione non esiste, quelli sono solo punti di vista. E dal tuo di punto di vista, Hope, quella di sempre, NON è perfetta.-
-No, lei è perfetta, solo che me ne sono accorto troppo tardi.-Ci baciammo; ed in quell’istante, io, Hope, mi dichiarai ufficialmente morta tanto che il cuore faceva capriole.
Mi staccai un secondo e tirai fuori un foglietto, lui fece lo stesso e ce li mostrammo.
‘Ti amo.’
‘Ti amo.’
E le nostre labbra si unirono nuovamente.

 
If you could see that I’m the one who understands you
Been here all along so why can’t you see?
You belong with me.



 

My space.
Yo belle, sono tornata  a scassare con una nuova os, non vi libererete MAAAAAAAAI di me! 
Questa os è ispirata alla canzone di Taylor, You belong with me, si era capito? Sì? Ah, okay. AHAHA
Seriamente, spero vi piaccia.
Baci, E.

  
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