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Autore: giulina    26/03/2012    7 recensioni
Momento in cui Fanny Brawne viene a sapere della morte di John Keats, l'uomo che amava.
"Dalle sue labbra uscivano tremanti gemiti e urla inarticolate. Una farfalla azzurra si posò vicino alla sua mano sporca mentre stava pronunciando il nome di John.
Era azzurra come i suoi occhi."
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ipotetica scena la cui protagonista è Fanny Brawne, donna di cui il poeta inglese John Keats era innamorato e con cui intratteneva una relazione non pubblica.

Il poeta muore a Roma il 24 febbraio 1821 a causa di un attacco di polmonite. Fanny Brawne viene a sapere della sua morte attraverso una lettera.

 

                              

 

 

 

 

“Vorrei quasi che noi fossimo farfalle e vivessimo appena tre giorni d'estate.

‎Tre simili giorni con voi li colmerei di tali delizie che cinquant'anni comuni non potrebbero mai racchiudere.”

 

-John Keats-

 

 

 

 

 

Affondare con i piedi nudi nella terra scura senza sentire né caldo né freddo.

Inginocchiarsi sull' umido terreno che aveva ospitato i loro corpi abbracciati quell'inverno, sotto un cielo azzurro e un pallido sole che sulle loro pelli chiare sembrava scottare come una pietra rovente.

Annusare l'aria primaverile dove l'odore della lavanda sembrava riempire i polmoni svuotati dalle lacrime versate nei giorni prima. Versate di giorno, di notte, nei sogni, negli incubi.

Fanny affondò le mani in quel prato, il loro prato, dove sarebbe dovuto essere seppellito, così che il suo corpo potesse essere sempre vicino al suo.

Lasciarsi sporcare la pelle, le unghie, tagliarsi, procurasi del dolore ancora più forte di quello che le stava distruggendo il petto.

Un singhiozzo si liberò nel cielo di marzo spaventando degli uccelli che stavano riposando sui rami di alcuni salici dove un tempo, che sembrava tanto lontano, le loro labbra si erano conosciute.

Un grido disperato si udì nelle campagne nascoste dalla nebbia della mattina ancora dormiente, il grido di una persona che non si arrende ai fatti, alla morte.

Una persona che sta ancora combattendo per un amore che non è stato vissuto abbastanza e che ha voglia di vivere ancora nelle anime di due amanti perduti.

I capelli lunghi e scuri della ragazza le scivolarono sul volto nascondendo le sue lacrime, la sua rabbia.

Si chinò in avanti, raggomitolandosi su se stessa sentendo di stare per affondare in quel terreno dove lei pretendeva ci fosse il suo corpo. Dove sarebbe riposato il suo cuore fermo che lei aveva sentito battere sotto camicie di lino dove il il suo capo aveva trovato riposo durante lunghi pomeriggi malinconici.

Dalle sue labbra uscivano tremanti gemiti e urla inarticolate. Una farfalla azzurra si posò vicino alla sua mano sporca mentre stava pronunciando il nome di John.

Era azzurra come i suoi occhi.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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