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Autore: XJoKeX    26/03/2012    1 recensioni
La fine dell'estate segna per gli studenti del mondo, anche per quelli di Gotham, il giorno più temuto: il primo giorno di scuola.
Genere: Comico, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Batman aka Bruce Wayne, Due Facce aka Harvey Dent, Enigmista aka Edward Nygma, Joker aka Jack Napier, Spaventapasseri aka Jonathan Crane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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1.Bruce Wayne

 
 
“Signorino Bruce! È ora di alzarsi!”
 
 
Il giovane Bruce Wayne venne svegliato dalla voce squillante di Alfred, voltò la testa di lato verso il comodino e vide che la sveglia segnava le sette meno un quarto e si accigliò, perché mai Alfred avrebbe dovuto chiamarlo a quell’ora?
L’anziano maggiordomo entrò nella stanza con un enorme vassoio con la colazione di Bruce, sollevò le sopracciglia in una espressione sorpresa quando vide il ragazzo ancora sdraiato a letto in uno stato di semicoscienza “signorino! Non vorrà fare tardi proprio oggi!” esclamò appoggiando la colazione sopra al comodino per poi attraversare a lunghi passi la stanza ed aprire la finestra posta nel lato opposto della stanza.
 
“Tardi?Per cosa?” domandò Bruce coprendosi gli occhi con una mano,la luce del sole era sempre fastidiosa appena si svegliava,specialmente se era di cattivo umore come in quel momento.
 
“Ma come? Non si ricorda che giorno è oggi?”
“No”
“Oggi è il 14 settembre”
“Non capisco a cosa vuoi arrivare Alfred!”
“Fra un’ora inizierà il suo primo giorno al college”
“Ahh…”
 
Mormorò appena Bruce,lanciò un’occhiata al calendario sperando che Alfred si stesse sbagliando ma così non era,la data cerchiata di rosso non gli lasciava il beneficio del dubbio e i vestiti stirati e piegati in una sedia servirono solo a confermare le parole dell’anziano maggiordomo.
 
“Non….non mi va molto di andare a scuola oggi,Alfred”
“sta scherzando signorino Bruce?”
“no,sono serissimo”
“ma non può saltare proprio il primo giorno di scuola! Non pensa a tutti i ragazzi della sua età che potrà incontrate?”
“Me ne frego di loro”
 
Alfred guardò con un sospiro il profilo corrucciato del suo giovane padrone, aveva da poco compiuto diciassette anni e ormai non era più un bambino ma un ragazzo che si avviava a diventare un uomo senza averne voglia, assomigliava molto a suo padre,Thomas Wayne, soprattutto negli occhi castani e nei capelli altrettanto scuri e lisci che portava sempre all’indietro ma i lineamenti del viso erano gli stessi della sua graziosa madre.
L’anziano domestico conosceva i motivi per cui Bruce non voleva andare a scuola : temeva il giudizio degli altri ragazzi,molte volte era stato deriso solo per invidia e non voleva che succedesse ancora una volta perché non se lo meritava,aveva già sofferto abbastanza in passato per cui gli appoggiò una mano nella spalla destra e mormorò in tono paterno “vedrà che quest’anno sarà differente,signorino”.
 
Non poteva nemmeno immaginare quanto corrispondessero alla realtà le sue parole.
 
 
 

2.Joseph Kerr

 
La famiglia Kerr era molto conosciuta sia in America che in Europa grazie al suo circo di fama internazionale,la gente pagava anche cinquanta dollari per poter assistere ad un solo spettacolo e non rimaneva mai delusa.
 
La signora e il signor Kerr avevano sei figli : Jeannie,Frank,Susann,Kate,Rosemary e Joseph Jr.
I primi cinque lavoravano a tempo pieno nel circo come artisti in quanto già maggiorenni mentre in più piccolo dei sei abitava in una casa nei sobborghi di Gotham insieme alla madre.
 
“Joseph,insomma,ti vuoi muovere?” urlò per la quarta volta la signora Kerr dalla cucina e in risposta le giunse un “si” dal piano superiore dell’abitazione,si passò una mano nella fronte esausta e una ciocca di capelli le ricadde nella fronte sudata.
Joseph era il suo figlio più piccolo ma quello che le rubava maggiori energie a causa della sua vitalità ed allegria ma era stato così fin da piccolo e ormai sapeva che non sarebbe mai cambiato.
Ricordava benissimo quando,a due anni,aveva aperto la gabbia dei leoni perché voleva vederli più da vicino o quando aveva dato fuoco alla coda di una zebra dicendo poi che gli stava antipatica ed ogni volta era stata costretta a ripararlo dalla cintura di suo padre sempre pronta a calarsi per punirlo.
 
Non lo aveva mai fermato con gli altri figli ma con Joseph era diverso,in lui c’era qualcosa di speciale e non si sarebbe mai perdonata se avesse visto il sorriso scomparire dalle sue labbra,mai e poi mai.
Voltò la testa di scatto sentendo un rumore improvviso e vide suo figlio scivolare giù dallo scorrimano delle scale “Joseph! Quante volte ti ho detto di non farlo?”
 
“non stavo facendo nulla di male mamma!”
“hai idea del male che potevi farti se cadevi?”
“ e Susann allora? Che fa la equilibrista a più di venti metri da terra?”
“tua sorella ha venticinque anni,tu ne hai diciassette… si può sapere cosa sono questi tagli? Ti alleni ancora con i coltelli? Lo sai che è pericoloso vero? Lo sai questo?”
 
Per tutta risposta Joseph gettò la testa all’indietro e scoppiò in una risata allegra reggendosi la pancia con le braccia “mi fai morire dal ridere” disse poi tra le lacrime,scosse la testa e i capelli ondulati che gli scendevano fino al mento si mossero a loro volta come se fossero delle onde,spalancò poi gli occhi grandi e grigi “oh! Devo andare ora” e corse fuori prima che sua madre avesse il tempo di gridargli di non dimenticarsi il pranzo
 
“Quel ragazzo finirà per farmi impazzire!”
 
 
 

3.Harvey Dent

 
“Stai fermo Harvey,altrimenti non riesco a pettinarti”
 
Harvey Dent sospirò rassegnato all’idea che sua madre lo avrebbe considerato un bambino anche quando ormai sarebbe stato cinquantenne
 
“mi fanno schifo i capelli così”
“invece sei bellissimo”
“sembro uno sfigato”
“Harvey non usare questo linguaggio!”
 
Harvey lanciò uno sguardo all’orologio e dentro di sé esultò vedendo che era ora di andare a scuola.. o almeno era quello di cui sua madre era convinta…
 
“mamma devo proprio andare”
“aspetta un secondo,ecco! Così sei perfetto”
 
La signora Dent lasciò andare il suo figlio maggiore dopo avergli dato un bacio in entrambe le guance,Harvey uscì dalla porta principale della villa in cui abitava senza nemmeno scusarsi con la cameriera che urtò volontariamente camminò velocemente per il vialetto ma alla prima deviazione girò a sinistra infilandosi in una via secondaria e lì,dopo aver controllato che nessuo lo stesse guardando,si cambiò gli abiti e così invece d’indossare il costoso completo fatto su misura optò per una maglietta nera senza maniche e per un paio di jeans strappati,prima di uscira si scompigliò con le mani i capelli, mai e poi mai i suoi amici lo avrebbero visto vestito da damerino! Piuttosto preferiva la morte!
 
Prese lo zaino e camminò con calma per qualche isolato attirando su di sé i sguardi di numerose ragazze e tutte sembravano compiaciute da quello che vedevano,il ragazzo teneva  molto ai propri muscoli e dedicava molte ore della settimana alla palestra con ottimi risultati.
 
“Ehi Harv!”
 
La voce di Waylon Johnsonn attirò la sua attenzione e affrettò il passo per raggiungere l’amico che lo guardava con un ghigno
 
“tua madre ti ha lasciato venire via così?”
“figurati!Avresti dovuto vedere che razza di vestito voleva farmi indossare”
“posso immaginare…la mia è uguale!”
“passami una sigaretta ho voglia di fumare,allora dove andiamo stamattina?”
“conosco un posto niente male che hanno appena aperto nel centro…la barista è molto carina”
“perfetto ho voglia di una birra e di una scopata… niente di meglio per iniziare l’anno scolastico”
“ma non vuoi fermarti a scuola?”
 
Il ragazzo fissò l’amico come se si trattasse di un alieno intenzionato a incenerire la terra “ma ti si è fuso il cervello per tutte le ore che sei stato in spiaggia?” “no,non hai capito…intendevo dire che sono tre mesi che lasci stare quello stecco di Crane e pensavo che avessi nostalgia del tuo sacco da box personale”
 
Il giovane Dent ghignò alla proposta di Waylon “ma lo sai” disse poi “che non è una brutta idea fare un salto a scuola più tardi…”
 
 
 

4.Edward Nigma

 
Edward se ne stava seduto in uno degli ultimi sedili dell’autobus,teneva le cuffie del cellulare nelle orecchie con la musica a tutto volume e, nel frattempo,digitava qualcosa nel suo portatile.
Edward Nigma era un ragazzo molto affascinante ed attirava sguardi femminili con la stessa facilità di Harvey Dent, aveva il viso pallido ed affilato dai lineamenti arroganti,gli occhi blu scuro erano altrettanto superbi e i lunghi capelli neri ormai gli arrivavano fino a metà schiena e anche se sua madre continuava a ripetergli di tagliarseli e lo aveva anche minacciato di farlo lei stessa appena si fosse addormentato,lui non era intenzionato a farlo.
 
Quella stessa mattina aveva avuto una discussione proprio con lei
 
“non capisco perché devo andare al college”
“ci devi andare perché è obbligatorio”
“intendo dire che non capisco perché non posso andare direttamente all’università dato il mio quoziente intellettivo”
“non essere arrogante Edward”
 
Quella frase Edward se la sentiva ripetere circa ogni ora ogni giorno,ma cosa poteva fare se le cose stavano così? Che colpa ne aveva se la sua mente era migliore di qualsiasi altra nella faccia della terra? E sua madre ancora si ostinava a mandarlo al college!
 
Lanciò uno sguardo fuori dal finestrino e vide Harvey Dent uscire di casa per poi infilarsi in un vicolo,sorrise al pensiero della sua povera mamma che veniva a conoscenza di tutte le malefatte del suo piccolo Harv come lo chiamava lei ogni volta che andava a parlare con il preside per difendere con le unghie e gli artigli il suo bambino innocente vittima di cattive conoscenze, quanto era stupida quella donna!
 
Quando l’autobus si fermò vide lo scheletrico Jonathan Crane salire quasi subito seguito da Rachel Dawes e Barbara Gordon, non gli sfuggì l’espressione di sollievo quando vide che non c’era Harvey ma,secondo Edward,la sua gioia sarebbe durata ben poco conosendo Dent…
 
 
 

5.Jonathan Crane

 
Se qualcuno avesse chiesto a Jonathan Crane se per lui la paura aveva un nome lui avrebbe risposto di si e quel nome sarebbe stato : Harvey Dent.
Harvey Dent lo tormentava dalla prima elementare.
Harvey Dent lo spingeva sempre nel fango.
Harvey Dent gli rubava sempre la merenda,gli rovinava i libri e gli rompeva gli occhiali.
Harvey Dent gli aveva affibbiato il soprannome con il quale tutti lo chiamavano a scuola: Spauracchio.
 
Harvey Dent era il suo incubo peggiore.
 
Aveva esultato per settimane al pensiero che non avrebbe mai superato gli esami,non aveva mai studiato durante l’anno,il numero delle sue assenze era indecente e l’ufficio del preside era diventato la sua seconda aula…insomma tutti quei segnali lo davano per spacciato.
 
Per questi motivi Jonathan aveva avuto quasi un colpo quando aveva visto il nome di Dent subito sotto al suo nella lista degli alunni promossi, il mondo gli era crollato addosso in quei brevi secondi in cui il suo cervello aveva rielaborato la notizia, ancora ora non riusciva a capire cosa lo avesse trattenuto dal gridare per la disperazione e non era nemmeno riuscito a godersi le vacanze estive al pensiero che dopo tre mesi avrebbe rivisto lui.
 
Ma quando era salito sull’autobus e non lo aveva visto la speranza si era accesa in lui di nuovo… forse aveva cambiato college,forse si era trasferito per sempre o forse si era beccato la peste bubbonica e sarebbe morto nel giro di pochi giorni, ogni ipotesi era talmente bella che perfino il continuo chiacchierio di Rachel e Barbara appariva gradevole alle sue orecchie.
 
 
Quando scese dal mezzo si concesse perfino un sorriso che mise in risalto i suoi occhi color del ghiaccio,no, Harvey non c’era proprio altrimenti lo avrebbe visto flirtare con qualche nuova arrivata.
Si diresse verso l’entrata dell’edificio tenendo i libri stretti contro il petto e con la testa china per nascondere il sorriso che molti avrebbero giudicato idiota, finalmente il tormento della sua vita era scomparso,inghiottito da chissà quale buco nero.
 
Finalmente poteva rifarsi una nuova vita.
Finalmente avrebbe avuto una esistenza da essere umano.
Finalmente nessuno lo avrebbe più chiamato Spauracchio.
Final-
 
Il suo flusso di pensieri venne interrotto quando qualcuno lo spinse per terra dentro ad una pozzanghera di fango scuro e viscido,gli occhiali erano finiti chissà dove ma anche se non vedeva quasi nulla riconobbe lo stesso quella voce accompagnata da sonore risate
 
“allora,ti sono mancato Spauracchio?”
 
No. Non sarebbe mai cambiato nulla.

  
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