Fiori d'Acciaio
John
Casey poteva sembrare duro e privo di
sentimenti dietro quei muscoli d’acciaio, e
quell’espressione impassibile. Ma
una volta il Generale pluridecorato, che poi era entrato nei servizi
segreti
della C.I.A, aveva amato. Poteva sembrare una cosa difficile da
credere,
conoscendolo ora. Ma nel suo cuore di Marines, servitore leale degli
Stati
Uniti d’America, amico fidato di Chuck Bartoski e Sara
Walker, ancora un unico
e solitario nome di donna albergava da sempre: Kathleen McHugh, la
donna che
avrebbe voluto sposare.
Ma
la Nazione era venuta prima di lei, e di tutto il
resto, e John aveva dovuto rinunciare all’amore fin troppo
presto. Si era
chiuso dietro una maschera di razionalità, e aveva finto per
tutti quegli anni
che lei non gli mancasse, o che nulla potesse turbarlo.
Povero
vecchio John! Davvero t’illudevi davvero che rivederla non ti
avrebbe fatto
effetto?che gli anni trascorsi lontano dalle sue labbra ti avrebbero
reso
insensibile ai suoi sguardi.
Ci
aveva sperato, John. Aveva davvero creduto che
lei, nonostante il fisico più robusto, e gli occhiali da
sole scuri, sarebbe
riuscita lo stesso a riconoscerlo. E, invece, la verità gli
venne sbattuta in
faccia.
“Tuo
padre è in casa?” domandò cortese Chuck
ad una
ragazza di più o meno diciotto anni.
“No”
aveva sentito che lei rispondeva “Mio padre era
un Marines. E’ morto in Guerra prima che io nascessi. Era un
eroe.” Concluse
fiera dell’uomo che non aveva mai potuto conoscere, ma che
aveva imparato ad
amare dai racconti di sua madre.
“Alex,
mi chiamo Alex” disse ancora, sollecitata
dalle domande di Chuck.
Alex.
La ragazza si chiama Alex.
E Casey divenne preda dei
ricordi più dolci e
dolorosi di tutta la sua vita.
Molti
anni prima.
“Come
lo chiameresti se avessimo un maschio?” gli
domandò Kathleen, con la testa
sulla spalla di John, mentre guardavano il sole tramontare.
“Alex,
come mio padre” le rispose stringendola ancora più
a sé.
“E
se avessimo una femmina, invece?” domandò di nuovo
la donna, sorridendo.
“Alex
lo stesso. Va bene uguale.” Disse Casey, deciso, prima di
sapere che non
avrebbe mai goduto delle gioie della paternità.
Prima
che il suo Comandante gli dicesse che sarebbe entrato nei Reparti
Speciali, e
gli sarebbe stata fornita una nuova identità.
“E…
Kathleen?” gli aveva domandato incredulo.
“Dimenticala.
D’ora in poi dovrai pensare solo al tuo compito. Non
c’è più spazio per lei”.
Aveva affermato implacabile il Generale.
E
Casey aveva annuito, impotente, accettando di far credere a tutti che
era
morto. Ma non l’aveva dimenticata. Non ci era mai
riuscito….
“E
tu chi sei?” gli domandò Kathleen con diffidenza,
scrutandolo a lungo.
“Io
… io sono…. Chiamami John!” disse a
disagio,
stupendo Chuck, che lo conosceva per la sua capacità di
essere imperturbabile
sempre e comunque.
La
ragazza annuì, e si voltò verso sua madre, appena
rientrata a casa.
Buon Dio, Katie! Non sei cambiata di una virgola. Sei la stessa donna che lasciai vent’anni fa per permettere che al Sogno Americano di continuare ad esistere.
Note d'autore:Il titolo si riferisce all'omonimo film, che Casey dice di preferire ad ogni altro. Personalmente ancora non l'ho visto, ma conto di vederlo prima possibile.
La storia come avrete notare s'incentra sulla figura di John Casey e sul suo amore per Kathleen McHugh( di cui troppo poco si è parlato). Insomma di Chuck e Sarah si sa fin troppo, e Casey? Ci sono io per lui. Spero il primo capitolo vi sia piaciuto e non mi resta che sperare di trovarvi anche al prossimo...