Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Milla Chan    26/03/2012    5 recensioni
Ah, questa è l’ennesima cosa che gli sta insegnando Dan: non dover trovare sempre, per forza, un senso alle cose.
Il danese si gira verso di lui, già fradicio di pioggia, con il fiatone, attraversandolo con quelle iridi che sembrano davvero due squarci di mare. Nor guarda l’acqua che scivola lungo i capelli, addosso alla camicia rossa appiccicata al corpo, con gli occhi socchiusi per le gocce di pioggia che lo infastidiscono decisamente.
Sospira pesantemente per qualche secondo prima di prendergli il viso bagnato con le mani scivolose, inaspettatamente, baciandolo quasi come se fosse un bisogno disperato.
Sente Dan sorridere nel bacio, di nuovo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Danimarca, Norvegia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Amare Dan significa tante cose, questo Nor lo sa. Significa dover condividere con lui il suo egoismo, per esempio.
Amarlo è stato così facile, dopotutto. Gli è bastato fare ciò che voleva, mettere in atto tutto ciò che aveva sempre pensato di fare, ed era stato talmente bello...
Molto più difficile è stato lasciarsi amare.
Ecco, quello è stato abbastanza sconvolgente, per lui. “Lasciarsi amare” è molto più complicato di qualsiasi altra cosa. Sta provando ancora adesso a rilassarsi.
Perché è terribilmente difficile lasciarsi andare completamente, rimanere nudo per lui. Oh, ma ovviamente non è una questione di vestiti, figuriamoci, non lo è mai stata, non è certo il sesso il problema.
Rimanere nudo significa farsi vedere dentro senza barriere. Lasciar trasparire desideri, sogni, sensazioni ed emozioni senza trattenersi. Aprirsi del tutto e farsi esplorare. Non è mai stato bravo, Norvegia, a lasciarsi andare in questo modo. Non ha mai voluto davvero farlo, probabilmente.
Non ha idea del perché Dan gli faccia quell’effetto, ma non può davvero farne a meno, con lui ci prova con tutto se stesso.
E Dan lo aiuta un sacco. È davvero bravo in queste cose.

 

È un giorno di pioggia. Ma che dico pioggia, sembra davvero il diluvio là fuori. L’acqua scroscia forte e picchietta con insistenza contro i vetri, l’aria grigia è stranamente luminosa, come se dietro le nuvole insistentemente cariche il sole voglia uscire al più presto, senza riuscirci.
Danimarca si accuccia un po’ di più tra le gambe del ragazzo, inclinando la testa indietro e trovandosi gli occhi di Norvegia che lo scrutano piattamente.
Gli rivolge uno dei suoi soliti sorrisi prima di allungare la testa e stampargli un bacio sul collo.
Si rigira su se stesso, ritrovandosi contro di lui e scivolando giù.
Mugola provando ad attirare l’attenzione, passandogli le braccia attorno alla vita e strusciando la testa contro la sua camicia.
 
Norvegia, seduto a gambe divaricate con la schiena appoggiata contro la testiera del letto, a volte si chiede perché faccia così. Insomma, non sa stare fermo un secondo.
Poi lascia perdere, perché sa che sarebbe inutile provare a darsi una risposta dato che la persona in questione è Dan.
Butta la testa indietro con un sospiro, appoggiandola contro il muro e fissando il soffitto mentre passa distrattamente l’indice sulla schiena di Dan.
 
-Norge?- spezza il silenzio inaspettatamente, facendo abbassare lentamente la testa al ragazzo, che lo guarda con quegli occhi tanto fermi e immobili, capaci di smontarti in un attimo, con i quali devi lottare pur di riuscire anche solo a sostenerli.
-Quando ti leghi a qualcuno, non riesci a pensare a nient’altro, vero?- mormora con tono innocente, inclinando la testa di lato, sorridendo in modo più tenero del solito mentre lo trapassa con gli occhi blu.
 
Nor osserva i suoi capelli che scivolano tra le pieghe della propria camicia, appoggiandosi dolcemente, spettinati e disordinati e socchiude la bocca.
Quasi lo spaventa il modo in cui quel ragazzo riesce a dire la cosa giusta al momento giusto, seppur parlando senza pensare, non sforzandosi neanche si capire se è qualcosa di inerente o no al discorso.
Si china verso di lui ad occhi chiusi, esitando un attimo per ascoltare il proprio cuore accelerare prima di appoggiare le labbra sul sorriso di Dan, che si schiude dolcemente.
A Norvegia sembra quasi di sentire una canzone meravigliosa, piena del suono del mare –forse è solo la pioggia che cambia per loro?-, mentre passa il dorso della sua mano sulla sua guancia. Lo sente lasciarsi andare sotto di sé, abbandonarglisi completamente per urlargli quanto dannatamente lo ama. Quasi ci vede una lezione. Vorrebbe saper fare come fa lui, Dan gli sta mostrando chiaramente come fare, vede che non è difficile, non lo è assolutamente, lui lo fa con una naturalezza affascinante.
Vorrebbe dire qualcosa di bellissimo, ma davvero non gli viene in mente niente.
No, non è mai riuscito ad essere come lui. Non è mai stato uno che usa le parole, nonostante abbia sempre una risposta in serbo. Dan invece sa parlare sempre, anche quando non ha niente da dire.
Nor ha sempre preferito starsene per le sue.
Eppure sa che in Dan -per quanto stupido possa essere- c’è qualcosa che, a volte, riesce a lasciarlo senza parole. Con lui, che lo influenza in modo terribile quando decide di abbattere il muro di freddezza, sente le sensazioni più strane, belle in modo terrificante.
Non gli è successo poche volte di sentire il bisogno di ridiventare bambino.
Vorrebbe saltare sul letto fino a disfarlo, anche romperlo magari, oppure andare in cucina e tirare fuori le prime cose che gli capitano per metterle assieme senza un senso logico.
È come se allungasse la mano nel vuoto e Dan la prendesse al volo, capendo esattamente dove portarlo. Lo trascina fuori dai suoi pensieri opprimenti quando vi annega.
 
Sente il collo che gli fa male per quella posizione decisamente scomoda e tira su Dan, ora inginocchiato tra le sue gambe, che gli sorride nel bacio. Vorrebbe fare tante di quelle cose che non sa da dove iniziare.
Ecco, questa è un’altra cosa che gli capita spesso.
La sua mente è terribilmente disordinata, in quei momenti. Il suo rigore va a quel paese senza troppi complimenti, lo irrita un sacco tutto ciò.
 
Dan lo tira giù dal letto, correndo verso la porta mentre lo trascina per il polso.
Apre la porta con un sorriso sghembo e Nor lo guarda inquieto.
Diluvia, ma Dan è stupido e non gliene importa. Ride mentre lo trascina fuori dalla casa, correndo sul prato scivoloso, rischiando di cadere più di una volta tra le imprecazioni di Nor.
Perché?
Nor non pensa ad altro. Deve per forza trovare un senso nelle cose, lui.
Ah, questa è l’ennesima cosa che gli sta insegnando Dan: non dover trovare sempre, per forza, un senso alle cose.
Il danese si gira verso di lui, già fradicio, con il fiatone, attraversandolo con quelle iridi che sembrano davvero due squarci di mare. Nor guarda l’acqua che scivola lungo i capelli, addosso alla camicia rossa appiccicata al corpo, con gli occhi socchiusi per le gocce di pioggia che lo infastidiscono decisamente.
Sospira pesantemente per qualche secondo prima di prendergli il viso bagnato con le mani scivolose, inaspettatamente, baciandolo quasi come se fosse un bisogno disperato.
Sente Dan sorridere nel bacio, di nuovo.
 

Le sue mani vanno lentamente sulle proprie, un tocco pieno di dolcezza mentre le dita di intrecciano, come se fossero fatte solo per quello. Oh, le sue mani sono qualcosa di affascinante. Sono ruvide e, in confronto alle sue, piuttosto grandi. E sono calde.
Caldissime, non ha idea di come faccia.
 
Dan allarga le braccia, facendole così aprire anche a Norvegia, ormai quasi in equilibrio sulle punte dei piedi, senza appigli.
Si sente mancare il fiato, ora così esposto a tutto il mondo, alla pioggia battente, abbandonato finalmente a Dan. Quel maledetto ragazzo sa sempre cosa fare.
Lui sa che tende sempre a farsi piccolo quando lo bacia, quasi come voglia nascondersi o sparire.
Quel gesto, quelle braccia spalancare e le mani intrecciate... Lo stanno gridando al mondo.
E Nor si sente morire sotto il rumore battente della pioggia, si sente spaccare a metà, ma non è poi tanto spiacevole.
Gli sembra di starsi liberando di un peso enorme che gli opprime il cuore, come se stesse estirpando una fastidiosa erbaccia strappandola dalle radici.
Come riesce, Dan, a sapere che gli fa quell’effetto, come fosse una terapia? È quasi doloroso sentire quella sensazione.
Ma è felice, felice davvero, al settimo cielo mentre ondeggia avanti e indietro nel mezzo del prato che ora come ora gli sembra il posto più bello del mondo.
 
Allontana le labbra, dischiudendo gli occhi. Forse ha trovato quella cosa bellissima che voleva dire.
Apre e richiude la bocca un po’ prima di riuscire a sussurrare quelle parole che in mente gli sembravano tanto facili, ma pronunciarle pare la cosa più complicata di sempre.
-Jeg elsker deg.- quasi si fa fatica a sentire, vuoi perché la voce proprio non ne vuole sapere di venir fuori, vuoi perché è praticamente sovrastato dallo scrosciare della pioggia. Sembra sconvolto, ha negli occhi l’espressione di chi non capisce più niente e non riesce a non rabbrividire mentre lo dice.
Ma Dan lo sente forte e chiaro e gli sorride, passandogli la mano sulla guancia, sussurrandogli un “Non ti immagini neanche quanto.” che Nor capisce solo leggendo le sue labbra e mettendo insieme le due o tre sillabe che riesce a sentire.
 
Lottano per quelle parole in ogni istante della giornata.
 
Nor si gira a guardare il prato, sconvolto dall’acqua.
Sospira e ansima, alzando lo sguardo al cielo, facendo qualche giro su se stesso a braccia larghe, non facendo neanche caso alla pioggia negli occhi.
Si sente spezzare sotto lo sguardo curioso e divertito di Dan.
Scoppia a piangere con una smorfia, lasciandosi cadere indietro, tra il fango.
Si copre la faccia con le mani mentre grida, liberandosi di tutto.
Forse ce la sta facendo, sta sciogliendosi, svincolandosi.
Piange felice perché Dan gliel’ha sempre detto che piangere l’avrebbe fatto stare meglio, avrebbe sfogato quello che non sarebbe mai riuscito a gridare a parole.
Ha ragione, dannazione, perché non ci era mai riuscito?
Ansima e apre gli occhi. Non ci vede niente, né per le lacrime né per la pioggia, non sapendo più dove mettere quelle stupide mani.
 

Si sente tanto leggero mentre geme tra le lacrime e Dan si inginocchia ad abbracciarlo.
 

Tanto leggero come non lo è mai stato, Norvegia.


---


Angolo autrice.
Yay, torniamo a scrivere cose strane!
Questa inizialmente nella mia mente era nata come NorDen.
Poi... Sapete com'è, viene un'idea, poi un'altra, e si finisce con lo scrivere una DenNor -anche se sempre fuori dal comune, mi sembra-.
No, Norvegia non è OOC! >w< Ho solo esplorato una parte del suo carattere che conoscevano solo lui e Dan!
C'è molta differenza, quindi se mi arriva qualcuno a dire che Norge è OOC mi arrabbio. (Ne sono davvero capace? No, quindi ditemi tutto quello che volete senza problemi! :'DD)
Sono stata ispirata da ben 4 canzoni scrivendo ciò XD
Un bacione, spero vi sia piaciuta, faremi sapere cosa ne pensate <3

 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Milla Chan